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GERMANIA: VITA DI UN HARTZ IV…

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[ 7 febbraio ]

Huffingtonpost.de nell’ambito del progetto Sanktionsfrei.de propone una serie di testimonianze dirette sulla dura vita degli Hartz IV in Germania. Nato per dare un sostegno alle persone in stato di necessità, col tempo Hartz IV si è invece trasformato in un insieme di leggi vessatorie dove gli impiegati dei Jobcenter hanno un ampio potere discrezionale e possono revocare il sussidio in ogni momento. Da huffingtonpost.de


Sul regime Hartz IV, molto istruttivo questo servizio della RAI: SAI COSA SI DICE IN GERMANIA?  QUANDO ENTRI NELL’HARTZ IV NON NE ESCI PIÙ…SEI COME AGLI ARRESTI  DOMICILIARI“.



Vivo di Hartz IV da otto anni. A volte mi sembra di essere in un carcere a cielo aperto. Ogni Euro che spendo lo devo documentare. Tutto viene controllato, verso di me c’è più diffidenza che fiducia. Se non mi presento ad un appuntamento al Jobcenter devo immediatamente fare i conti con le sanzioni.

Trovo che l’intero sistema sia poco dignitoso. Le persone semplici sono vessate. Con i milionari e gli evasori fiscali lo stato è incredibilmente generoso. A me invece vengono a controllare se ho speso 5 € di troppo.

Fin da piccolo mi è stato insegnato ad impegnarmi in quello che facevo. I miei genitori mi hanno sempre fatto capire che era molto importante. Questa convinzione fino ad otto anni fa è stato il mio motto per la vita.

Ho sempre lavorato.
Poi è arrivato il giorno in cui ho dovuto tirare il freno d’emergenza. Ero vicino al burn-out. Inoltre dovevo occuparmi del mio forte mal di schiena, le cose andavano davvero male per me. Allora mi sono chiesto: che cosa vuoi davvero? Salute o denaro? Ho scelto la prima.

Per un anno, a causa delle condizioni di salute, non ho potuto lavorare. E’ stato il periodo piu’ duro, perché mi sentivo totalmente inutile. Poi ho iniziato un minijob come assistente alla residenza dei malati di AIDS di Monaco. Ormai lo faccio da 7 anni. Mi piace molto questo lavoro.

Il mio affitto viene pagato dal centro per l’impiego. Alla fine mi restano circa 500 € per vivere. Con questi soldi devo comprare il cibo e tutto il resto necessario. Cinema, concerti, escursioni – non me li posso proprio permettere.

Al contrario cerco di risparmiare il piu’ possibile. Chiunque ha bisogno di un piccolo gruzzolo. Ad esempio il mio forno recentemente si è rotto. Spero di potermene permettere uno nuovo in un paio di mesi. Fino ad ora i soldi bastavano per vivere. Poi ho ricevuto una lettera dal centro per l’impiego.

Il 31 di agosto mi hanno fatto sapere che il mio sussidio sarà completamente sospeso. Da oggi a domani. Senza preavviso. E’ stato un grande schock per me, perché dovevo pagare il mio affitto nel giro di pochi giorni. E non avevo soldi sul conto.

La ragione del ritiro del sussidio era un certificato mancante da parte del mio medico. Il documento doveva appunto certificare se dal punto di vista della mia salute mi sarebbe stato possibile lavorare. Poiché il mio medico era in vacanza, non avevo potuto farlo.

Tre sanzioni in una settimana
A cio’ si aggiunge che ero anche malato. Avevo presentato al Jobcenter un certificato di malattia. Ma proprio nelle 2 settimane in cui ero stato malato l’ufficio di collocamento aveva organizzato 2 appuntamenti ai quali non mi ero potuto presentare.

Ho poi scoperto che il Jobcenter riconosce il classico certificato medico di malattia a discrezione dell’impiegato. L’addetto a me assegnato ha preferito non farlo. Per questo ho ricevuto 2 ulteriori sanzioni. In una settimana ho quindi ricevuto 3 sanzioni.

Ho presentato immediatamente un ricorso al Sozialgericht (Tribunale sociale). 3 settimane dopo è arrivata una boccata d’ossigeno: il Jobcenter non aveva agito correttamente ed io ho ricevuto i miei soldi indietro. Il caso tuttavia non era ancora chiuso. A novembre mi hanno comunicato che a partire da dicembre per 3 mesi avrebbero tagliato il 20% del mio sussidio.

Non mi deprime il fatto di avere meno soldi. Quello che trovo insostenibile è il modo in cui ci trattano. Sono delle vere e proprie vessazioni. Ho come l’impressione che gli impiegati del jobcenter siano esortati ad imporre delle sanzioni.

Il rapporto con i Jobcenter è cambiato
Prima non era cosi’. In passato si lavorava bene con l’ufficio di collocamento. Da circa un anno è cambiato tutto Il rapporto è diverso. A volte ho la sensazione che stiano cercando l’ago nel pagliaio. E non appena trovano qualcosa ti tagliano il sussidio.

Quello che mi ha sorpreso: nel mese di agosto avevo 2 appuntamenti, uno dietro l’altro, esattamente nel periodo in cui ero malato. Da allora non c’è piu’ stato un singolo invito per un colloquio da parte del Jobcenter. Mi chiedo se non l’abbiano fatto apposta.

Poco dopo il taglio del 20% del sussidio, un conoscente mi ha parlato dell’iniziativa Sanktionsfrei. E’ stata la mia salvezza. Si sono messi in contatto con me nel giro di un giorno e si sono fatti carico dell’importo che mi era stato ridotto.

L’iniziativa Sanktionsfrei mi ha dato nuovamente speranza e la convinzione che là fuori ci sono ancora persone che mi possono aiutare e che non mi considerano un cittadino di seconda classe.

Un destinatario di Hartz IV viene percepito dalla società come un essere inutile. Siamo stigmatizzati. Ma dietro ogni uomo c’è una storia. C’è una ragione per la quale siamo diventati disoccupati. La maggior parte delle persone non riesce a capirlo.

E la cosa piu’ assurda è: io non sono disoccupato – ho un lavoro. Ma con il lavoro che faccio non guadagno abbastanza per vivere. Lo stato mi considera un disoccupato, ma in realtà io non lo sono.


Un pensiero su “GERMANIA: VITA DI UN HARTZ IV…”

  1. Anonimo dice:

    Ma provare magari a cercarsi un lavoro diverso, no? In molti farebbero i salti.

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