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25 MARZO: DOVE STAVA LA GENTE?

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[ 29 marzo ]

Ieri, a premessa dell’articolo di Carlo Formenti, dicevamo che sarebbe necessario aprire una discussione franca sulla manifestazione del 25 marzo indetta da Eurostop. 

Riteniamo utile, al netto delle inesattezze sui numeri e il profilo del corteo —lo spezzone della Confederazione (CNL) è stato quello che più ha qualificato la dimensione sovranista del corteo— quanto scrive un lettore
Non sfugge poi il vero e proprio paralogismo. L’autore si chiede “dove sta la gente?” e addebita gli scarsi numeri della sfilata all’assenza di certi spezzoni della sinistra antagonista. Sbagliato! Al netto della campagna di criminalizzazione imbastita dal regime eurista, se c’è stata una scarsa partecipazione è proprio a causa del profilo d’estrema sinistra e non inclusivo che è stato dato alla manifestazione…

«10 mila persone sono una cifra, sicuramente piccola, ma ahimé falsa. 


Eravamo molti di meno. Io temo non più di 3 mila persone. Non si può mentire su cifre così base, per il semplice fatto che sono così poche e le puoi contare quasi uno ad uno (102 persone del si cobas, 42 dei Carc, ecc. secondo la modalità scientifica che aveva il compagno Valerio Bruschini).

Una manifestazione cittadina romana mal riuscita. 

C’erano solo militanti organizzati. C’erano SOLO militanti, ma non c’erano TUTTI i militanti. Le stesse organizzazioni hanno fatto una chiamata minimalistica. Entriamo nel dettaglio. 
(1) Il si cobas a Modena ha organizzato cortei anche di 3 mila persone…vero che a Roma è “fuori casa” ma qualche centinaia di persone in più poteva portarle. Nel caso del si cobas c’è un discorso politico. Il si cobas ha una chiara vocazione internazionalista – al di là delle divergenze politiche gli debbiamo riconoscere che ha fatto un ottimo lavoro fra i facchini – quindi aveva delle riserve politiche verso un corteo che, sebbene timidamente, rivendicava sovrantà nazionale e una vocazione più (passatemi il termine) “stalinista” (rete dei comunisti, militant, carc). 
(2) Per la stessa ragione il PCL non ha aderito affatto, mentre di solito duecento persone in piazza le porta. 
(3) Nonostante la vocazione “stalinista” degli organizzatori non ha aderito Rizzo, in un isolamento sempre più delirante, imitando il KKE ha fatto una contro-manifestazione da un’altra parte, sottraendo al corteo altre trecento persone. 
(4) I Carc, che pure stavano dentro eurostop hanno portato in piazza circa un terzo dei militanti che riescono a mobilitare nelle manifestazioni romane. 
(5) Il mondo dell’autonomia ha aderito in ordine sparso: tantissimi da Torino (ben tre autobus) ma in un contesto così ridotto troppo facilmente individuabili dalla polizia che ha vergognosamente sequestrato i loro autobus e internato i 160 militanti per tutto il pomeriggio in un lagar dove di solito vengono rinchiusi i migranti dopo le retate a Tor Cervara, impedendogli di arrivare in piazza. Ma dove stava l’autonomia romana? Non c’era il quadraro e i viterbesi (anche loro, come il si cobas, per posizioni anarco-bordighiste-internazionaliste, quindi critiche verso l’idea di sovranità nazionale), ma non c’era nemmeno Primavalle. 
(6) Il movimento di lotta per la casa ha fatto un bello spezzone, pieno di sotto-proletari, in gran parte migranti: ma si è mosso solo da Roma, non abbiamo visto l’arrivo di nessun altro da altre località. Hanno fatto il loro tipico corteo cittadino, ma a ranghi ridotti: si calcola, solo a Roma fra i 4 e i 6 mila occupanti di case). 
(7) Non hanno affatto aderito i Cobas di Bernocchi (diciamo 2 mila persone in meno?). 
(8) Non ha aderito nemmeno la CUB e considero grave che non si sia tentati di coinvolgerli fino all’ultimo, data la loro lotta straordinaria in Alitalia (mille persone in meno?). 
(9) Assenti totalmente gli studenti medi e pochi universitari. 
(10) In fine l’USB non ha fatto una mobilitazione generale, ma di fatto c’era solo la rete dei comunisti, come al solito camuffati da USB, ma non c’era la struttura profonda del sindacato: non un autobus partito da Taranto (dove hanno 1500 iscritti!) e campagna di autobus ridotta rispetto alla mobilitazione che fanno durante gli scioperi autunnali.
Insomma anche a fare un corteo di soli militanti potevamo essere almeno 20 mila persone reali (50 mila sparati dagli organizzatori?). Eravamo poco più di un decimo. Ciò non toglie che anche in quel caso saremmo stati pochi, solo “militanti”. Dove sta la gente?»

11 pensieri su “25 MARZO: DOVE STAVA LA GENTE?”

  1. dexxo dex dice:

    Devo dire che anche il tipo di mobilitazione avuta sull'euro è stata fino ad ora solo di tipo intellettuale. Non abbiamo mezzi di comunicazione di massa a nostro favore ecc. Bisognerebbe cominciare ad avere una idea precisa sui punti concredi di vita delle persone per produrre un programma complessivo da sottoporre alla gente (e da propagandarlo adeguatamente), altrimenti andare avanti solo con l'euro non aiuta. Grillo nel punto specifico della comunicazione ha fatto passi enormi che qui nemmeno lontanamente si vedono. Non nascondiamoci dietro a un dito, quanti sanno che esiste una sinistra sovranista? I suoi programmi ecc. Quanti militanti ci sono su tutto il territorio nazionale (a parte i sindacati) che una forza politica dovrebbe avere? Il tema comunicativo comunque è decisiovo. Bisogna assolutamente avere uno strumento o meglio più strumenti di comunicazione che arrivino alle masse. Trump aveva Breibart, Grillo il blog, la grande finanza i giornali e telegiornali. Noi cosa abbiamo? Il manifesto e left che ci danno contro? Questo è un enorme limite che abbiamo ignorato fino ad adesso. E non affrontarlo è stato un errore strategico, bisogna quindi farlo al più presto. Perchè non mettere insieme (magari Formenti potrebbe essere di grosso aiuto in questo) un gruppo di professionisti, per carità non intellettuli forgiati ideologicamente che poi ci spingiamo anche noi di nuovo in un elitismo che non aiuta, dicevo un gruppo di professionisti che valuti varie opzioni per costruire media che arrivino alla gente? Ma a milioni però, perchè qualche migliaia sui blog già ci sono, quello che manca è arrivare alle masse. Un recente articolo su Jacobinmagazine ha affrontato il tema rileggendo la figura dell'editore rosso Willi Munzenberg. Non avere media "amici" è un handicap troppo grande, bisogna fare qualcosa. https://www.jacobinmag.com/2017/03/media-breitbart-willi-munzenberg-hitler-fascism-popular-front/

  2. Anonimo dice:

    Secondo me sbaglia sia la redazione, sia l'estensore del pezzo. 1) Si può anche concordare con la redazione che in generale sarebbe bene utilizzare un linguaggio più comprensibile dalla gente comune. Ma non si può non riconoscere che qualunque linguaggio si fosse utilizzato per convocare il corteo del 25, l'esito non sarebbe cambiato perchè a livello di percezione popolare sono i media che hanno presa e i media avevano decretato che il corteo di Eurostop era quello dei black block. Così è stato ossessivamente presentato da TUTTI i mezzi di comunicazione e così è stato percepito dalle masse. Un comunicato, o un volantino pur con il miglior linguaggio non avrebbe mutato la situazione. 2) Chi ha scritto quest'intervento non coglie quello che per me è stato il risultato più importante di sabato: finalmente inizia ad enuclearsi uno zoccolo duro di militantinpolitici, quadri del sindacalismo di base, attivisti sociali che hanno fatto propri il no all'Euro, alla UE e alla Nato, e non hanno più paura di confrontarsi con i temi del populismo e la questione della sovranità nazionale. Ed è significativo che le aree come Infoaut e Global Project, non abbiano potuto fare altro che accodarsi ad Eurostop e le sette trotzkiste come PCL e PdAC non abbiano partecipato. Questo dal mio punto di vista lungi dall'essere un insuccesso è ciò che fa ben sperare. 3) Possiamo pure lamentarci della scarsa partecipazione popolare al corteo, ma realisticamente nel contesto dato non era facile fare molto di più…ripeto quanto scritto a commento dell'articolo di Formenti: quali forze politiche hanno saputo fare meglio di Eurostop sabato scorso? Nessuno! Non la destra neofascista-lepenista nelle sue varie articolazioni, non i cinque stelle, non i sinistrati altereuropeisti…

  3. Anonimo dice:

    Io aggiungerei un altro aspetto non di poco conto, il monopolio del dissenso conquistato dai 5stelle attraverso i canali di informazione più rilevanti.Evidentemente quando Grillo affermava che senza di loro la gente sarebbe stata nelle piazze non diceva una delle sue solite scemenze.Ovviamente non è nemmeno giusto trovare colpe all'esterno, considerando che io stesso non ho partecipato (cogliendo l'occasione per ringraziare chi lo ha fatto), ma mi pare evidente che per arrivare ai numeri importanti quello di m5s è un ostacolo quasi impossibile da affrontare.Nonostante sia sempre stato d'accordo con la posizione di MPL di appoggiare elettoralmente il m5s dall'esterno, sperando di dare uno scossone al sistema eurista, e nel frattempo collaborare con le frange più coscienti del movimento, direi che ogni speranza in questa direzione sia ormai vana.Il fatto che un partito di opposizione non approfitti di un'occasione del genere per me è quasi una discesa in campo, ma in quello dell'avversario.Pigghi

  4. Anonimo dice:

    Questa potrebbe essere l'occasione (finalmente) per riflettere non solo sul perché di questa assenza ma anche di cosa dobbiamo fare noi per andare incontro al popolo riuscendo a farci ascoltare e a entusiasmare.Mandate Rizzo o Bertinotti a parlare con i proprietari dei banchetti di un mercato rionale e la gente li snobba.Ci va Salvini o Meloni e farebbero capannello.Questo significa che dobbiamo diventare dei beceri?No, pensarlo sarebbe solo il sintomo del solito strisciante disprezzo o sfiducia verso il popolo che caratterizza da sempre il comunismo (per il quale era "popolo" solo ed esclusivamente il lavoratore delle fabbriche e a questo proposito ricordo il celeberrimo passo di Marx sul sottoproletariato in "Il 18 brumaio").Ma bisogna:1) diventare passionali senza sacrificare l'intelligenza sapendo che quest'ultima va coltivata con pazienza prima che possa fiorire2) bisogna elaborare ideali e poi teorie che prospettino la necessità e la possibilità di una lotta comune fra lavoratori, precari, piccoli imprenditori e piccoli proprietari i quali sono in "competizione" ma non in "conflitto"3) bisogna cambiare assolutamente linguaggio quindi basta con le geremiadi sul "neoliberismo" che spaventano i piccoli imprenditori e li spingono sulla difensiva ossia a sostenere le posizioni delle oligarchie.Il liberismo di Smith ma addirittura quello di Von Hayek si fondano su UN PRESUPPOSTO FONDAMENTALE che è l'assenza di posizioni dominanti dalle quali gruppi o cartelli possano influenzare artificialmente la formazione dei prezzi.Oggi invece VIVIAMO IN REGIME DI MONOPOLISMO ASSOLUTO quindi con controlli di tutti i tipi pure sulle curvature delle banane o la circonferenza delle mele cioè siamo nell'opposto del liberismo.Come funziona "bene" il liberismo, ossia come si fa a evitare la formazione di posizioni dominanti?Favorendo in tutti i modi la piccola e media impresa e devolvendo allo Stato le attività che arrivino a un livello strategico.Superando l'indipendenza della banca centrale.Separando le funzioni bancarie.Quindi "in questa fase" dobbiamo diventare promotori di un liberismo governato dallo Stato, fondato sulla piccola e media impresa, proponendo una inedita alleanza fra imprenditori e lavoratori in funzione dell'opposizione che li mette di fronte a un nemico comune che sono le élite finanziarie cosmopolite.Questo cambio di visione ci libererebbe da decenni di slogan vuoti e non capiti mai fino in fondo nei quali ci siamo crogiolati inutilmente e spiazzerebbe irrimediabilmente il nemico.Dopodiché come comunicazione vedete voi se a sinistra esiste una sola voce sul web che riesca a mobilitare l'attenzione e la partecipazione della gente.Il M5S con il blog ci ha fatto il 25% e adesso pare sia al 30…noi su questo fronte invece continuiamo a dormire…

  5. Anonimo dice:

    Interessante quello che di dexxoMagari ve lo avevo detto un anno fa ma meglio tardi che maiVediamo se passa il messaggio

  6. Anonimo dice:

    Mi ha anticipato sopra un altro commentatore . Ma volevo dire anch'io che il monopolio della contestazione e'dei 5stelle . Bisogna partire da questa realta' lapalissiana se si vuole concretamente fare qualcosa . Pero' c'e' un lato positivo : il M5Stelle e' aperto a tutti .

  7. Marco Giannini dice:

    Non vedo l'ora di leggere una vostra analisi sui CCF.Per quanto riguarda le manifestazioni vi assicuro che molti come me ormai non hanno possibilità di arrivare…In ogni caso ricordo che la manifestazione del 9/12/2013 ebbe successo inizialmente perché radicata e perché girò su internet manifestando curiosità, indicando referenti chiari e "coniugò" destra, sinistra e soprattutto importanti associazioni di categoria.Penso che per far partire una cosa del genere di nuovo serva un altro "collasso", non so cosa ma uno scompenso socio-economico tipo "esodati".Il tempismo a volte è il segreto.Imparando da quella esperienza devo dire che le teste pensanti è meglio siano molte e la protesta non deve legarsi come immagine a nessuna categoria (onde evitare "campagna acquisti" tra le fila di chi protesta).

  8. Anonimo dice:

    Ahahah…sono 5 anni che glielo dico.Vedrai che adesso se ne escono che lo hanno capito loro cosa bisognerebbe fare…Che perditempo

  9. uno che c'era dice:

    Cara Redazione, vi ringrazio per aver ripreso il mio commento e avrene fatto un articolo. Mi sembra un modo molto intelligente di usare la rete senza intrupparsi nella realtà virtuale, con un rapporto diallettico con i propri lettori, anche quando non li si conosce e sono commentatori anonimi.Rispetto al vostro appunto: io mi sono esercitato nel sottolineare la mobilitazione minimalistica di molte organizzazioni che hanno dato vita al corteo, ma ho precisato chiaramente che, anche fosse andata diversamente, sarebbe stato comunque solo un corteo di militanti. Non auspicavo una mobilitazione della sola sinistra antagonista, anzi!Ciò detto una replica va fatta al vostro appunto. Almeno per quanto riguarda i sindacati, quando loro fanno mobilitazioni serie, per la loro natura sociale, la portano eccome la gente. Nell'autobus dei Cobas sono scese a Roma tante volte mia mamma e le sue amiche (per dire). Questa non è gente? Quando l'USB fa la campagna di autobus gratis su ci sale dal tipo che riceve l'invito su facebook al lavoratore che ha visto la locandina in bacheca che pubblicizza l'autobus per Roma. Quella non è gente? Insomma io eviterei, almeno sul livello sindacale, di radicalizzare oltre quanto non sia già drammaticamente vero, la dicotomia fra militanti e gente. Il problema è capire il perché queste sigle (i cobas non hanno aderito affatto, l'USB non si è mossa se non nei militanti con la doppia tessera USB-rete dei comunisti) non hanno saputo o forse voluto fare una mobilitazione più ampia.E su questo non concordo con l'idea che più si annacqua la propria radicalità più gente viene. Al contrario, io temo che una mobilitazione maggiore non ci sia stata perché gli organizzatori temevano che venisse chiunque e che quindi la situazione, già di per sé tesissima, sarebbe degenerata. Io temo che non vogliono la gente perché oggi la gente è più incazzata, anche se in maniera impolitica. Poi c'è stato il discorso che la piattaforma non era ne carne ne pesce. Gli anarchici non sono venuti (altre 3mila persone? ci metto dentro anche l'autonomia più radicale di roma, viterbo, napoli… praticamente altrettanti di quelli che erano in piazza) perché gli organizzatori gli hanno fatto capire che non volevano incidenti. Ma i cittadini per bene non sono venuti lo stesso, per paura degli anarchici. Idem sul piano comunista: Il PCL di Ferrando non è venuto perché la piattaforma era troppo "stalinista" (ho afferrato l'inciso critico e so che non condividete, ma per me socialismo in un solo paese, sovranità, lotta fra gli stati paragonata alla lotta di classe è stalinismo) ma gli stalinisti doc di Rizzo hanno fatto una contromanifestazione perché troppo movimentista (e per tenere i propri giovani – che non sono pochi a Roma – lontani dagli scontri, anche se non ci sono stati). Insomma se non sei ne carne ne pesce perdi tutti: l'anarchico e la "gente", il trotkista e lo stalinista. Ma noi vogliamo essere carne o pesce?

  10. Anonimo dice:

    anonimo delle 13:08Ma "radicale" che vuol dire?Di classe?Ecco, se è quello si tratta precisamente del motivo per il quale la gente non segue più i movimenti di sinistra.Quella classe alla quale vorreste fare riferimento NON ESISTE PIU' sia dal punto di vista scientifico del sociologo che analizza la società sia come autopercesione dei soggetti stessi i quali NON SI SENTONO PROLETARIATO ne' una classe sociale omogenea come si auspicava Marx.L'errore hegeliano di Marx è stato quello di trasporre pari pari la contrapposizione binaria fra tesi e antitesi ai rapporti fra i gruppi che compongono la comunità.Non esiste "borghesia vs proletariato" ma esiste invece una interazione molto più complessa che nella più semplificata delle rappresentazioni comprende tre classi e non due (e oltretutto sono più di tre).Quindi certo che bisogna essere radicali ed estremi nella critica sociale, politica ed economica ma non in senso di classe bensì interclassista.L'alternativa? Lasciare TOTALMENTE (to-tal-men-te) campo libero al M5S.A quel punto cari compagni tanto vale entrarci nel M5S e lottare da dentro alla forza politica più forte d'Italia…che sarebbe la soluzione di gran lunga più intelligente…ossia, spiace dirlo, una soluzione un po' troppo complessa per la gente della vecchia sinistra rigida e schematica.

  11. Lorenzo dice:

    Prendete in corteo gli "occupanti delle case" e poi pensate di costruire un fronte coi proletari italiani che dopo 40 anni di sacrifici per comprarsi l'appartamento non possono farsi ricoverare in ospedale per paura di trovarsi quei 70 metri quadri espropriati dai marocchini o dai siriani? E poi vi meravigliate se gli operai votano Salvini e Le Pen.

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