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LA GRECIA SPROFONDA… GRAZIE TSIPRAS!

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[ 16 marzo ]


Nella Grecia della crisi economica aumentano i genitori costretti a lasciare i propri figli all’interno di una casa famiglia perché non sono in grado di provvedere a loro esigenze.

Grecia, nelle case famiglia dove vivono i figli della crisi

di ALESSANDRA DEL ZOTTO

La casa famiglia di Kallithea, comune di 100mila anime alle porte di Atene, è stata fondata circa un secolo fa per accogliere gli orfani di guerra. Oggi la struttura è diventata, suo malgrado, un simbolo dello sgretolamento del tessuto sociale provocato dalla crisi economica in Grecia. “Sono sempre di più i genitori che ci chiedono di occuparci dei loro figli durante la settimana, perché non sono in grado di provvedere ai loro bisogni primari”, afferma Iro Zervaki, direttore della casa famiglia.

Stando ai dati diffusi dall’Onu, ad oggi in Grecia un quarto della forza lavoro è disoccupata ed è cresciuto il numero dei bambini che versano i condizioni di povertà. Molti genitori sono costretti a fare affidamento sulle pensioni dei nonni per poter arrivare a fine mese ma oramai anche queste hanno subito numerosi tagli, condizionando fortemente il ménage familiare.

È dunque aumentato il numero di chi, incapace di assicurare cibo e un tetto sopra la testa ai propri figli, è stato costretto ad affidare i bambini alla casa famiglia durante la settimana. I piccoli alloggiano nella struttura dal lunedì al venerdì e tornano con i genitori il week-end. “Ci sono però dei casi più gravi – spiega l’assistente sociale Anthoula Zarmakoupi – Alcuni hanno perso la casa e non possono riprendersi i figli nemmeno il fine settimana”.

Al momento sono circa 40 i bambini in lista d’attesa per entrare nella casa famiglia – che dispone di soli 25 posti letto – un numero quattro volte superiore rispetto agli anni precedenti. E, assicura Zervaki, se le cose nel Paese non migliorano velocemente potrebbe venire a mancare anche questo servizio. La struttura si trova sotto organico e il taglio dei finanziamenti da parte dello Stato mette in dubbio la sua sopravvivenza per il prossimo anno. “Ora riesco a pagare solo la metà dello stipendio ai dipendenti”, afferma il direttore.

All’interno della casa famiglia le coperte blu coprono i pochi letti addossati ai muri delle camere spoglie. Fuori, nel cortile chiassoso, una bambina tira la manica dell’assistente sociale. “Quando viene a prendermi la mamma?”, chiede. “Abbiamo avuto qualche problema – spiega Zervaki – Alcuni bambini hanno cercato di fuggire per raggiungere i propri genitori, correndogli dietro. La situazione non si risolverà certo dall’oggi al domani, ma speriamo non ci voglia ancora molto”.


4 pensieri su “LA GRECIA SPROFONDA… GRAZIE TSIPRAS!”

  1. Anonimo dice:

    E come mai i greci non si inkazzano?Ragazzi o il popolo si solleva o piano piano la "crisi" attuale diventerà una "normalità".

  2. Anonimo dice:

    I greci si incazzano, semplicemente non se ne parla più. C'è in parte, una dinamica tipo inizi anni '80 in Italia. Terrorismo, soprattuto gli anarchici, di cui i nostri tg oscurano tutto, persino quando ci sono vittime, e riflusso. Ma questo è vero solo in parte: ci sono manifestazioni di decine di migliaia di persone, ci sono scontri e ci sono scioperi. C'è una grossa censura su quello che succede davvero in Grecia.

  3. Anonimo dice:

    Si sono già incazzati, ed è proprio sull'onda di questa incazzatura fatta di mobiltazioni durate tre anni che Tsipras è andato a al governo, e andato al potere guarda che ha combinato…

  4. Anonimo dice:

    Proprio ieri ho parlato con una donna greca che conosco e che vive in Grecia. Mi ha detto che la situazione sociale è desolante, che la disoccupazione è elevatissima e che le tasse sono insopportabili. Le ho chiesto se l'elettorato che ha votato Tsipras lo percepisce adesso come un traditore. Mi ha risposto di sì, ma che il popolo è totalmente sfiduciato e non sa che cosa pensare né fare. Non mi pare proprio che in Grecia sia in atto una ribellione contro i provvedimenti degli eurocrati. Ci avevano provato con Tsipras e ora si ritrovano delusi, amareggiati, senza prospettiva per l'avvenire. Non c'è alternativa politica, questa è la verità. Nascerà questa alternativa in futuro? Speriamo, ma per ora la situazione è davvero desolante. (Le azioni violente degli anarchici come pure dei black blocks nel resto d'Europa sono proprio il segno della sconfitta e dell'assenza di ogni vera alternativa politica.)

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