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[ 27 aprile ]
In vista del ballottaggio delle Presidenziali francesi, su Jean-Luc Melenchon e sulla sua France Insoumise sta montando una forte campagna mediatica, volta da un lato a mettere pressione sul candidato della sinistra perchè si unisca alla lunga lista di chi salta sul carro di Macron, dall’altro a delegittimarlo preventivamente, come “rossobruno”, qualora decida di non correre in soccorso del candidato del centro liberista.
Con grande coerenza, Melenchon ha dichiarato che, se da un lato “non un solo voto” dovrà andare a Marine Le Pen, Macron non può sperare di ottenere voti al ballottaggio con un appello vuoto al fronte dei progressisti, solo per portare avanti le stesse politiche .
Il candidato Presidente della France Insoumise ha quindi convocato i suoi 450.000 iscritti per un voto online, che decida se indicare al ballottaggio di votare Macron, astenersi o votare scheda bianca: quello che fa la differenza è il rispetto del vincolo di rappresentanza con gli elettori.
Sul tema, abbiamo raccolto le dichiarazioni di Franco Bartolomei, nostro coordinatore nazionale, e di Alberto Benzoni, già vice-sindaco di Roma, intellettuale storico dell’area socialista.
IL VERO PROBLEMA
di Franco Bartolomei
«Cari Compagni, possiamo dire una volta per tutte che la questione “Fascismo / Antifascismo” non e’ più storicamente e politicamente “reale” all’interno di un modello sociale ed economico di una societa’ di mercato, costruito attorno alla egemonia assoluta del capitale finanziario, e retto da un sistema di centri decisionali di natura tecnocratica che hanno sede esterna e sovraordinata alle realta’ statuali nazionali.
Le ragioni strutturali che furono alla base del vecchio “fascismo” sono oggi risolte pienamente dal modello tecnocratico-finanziario: quello e’ il vero “Tallone di Ferro” di cui narrava profeticamente il “grande vecchio” Jack London.
Quello e’ il nostro nemico: il Fascismo e’ stata una “forma” politica e sociale propria di uno stadio dello sviluppo sociale capitalistico che non esiste più.
Il Fascismo come lo conosciamo è una forma totalitaria ed illiberale propria della vecchia concezione, della politica di potenza degli stati nazionali prebellici. Nella fase attuale, un nuovo Fascismo dovrebbe realizzarsi contro quelle stesse classi dirigenti, che ha sempre cercato di mettere in salvo nei loro rapporti di potere sociale dal pericolo rosso, e che ora sono unificate ed omogeneizzate su interessi sistemici sovranazionali.
Il punto non e’ quello della scelta antifascista, che è codificata nel nostro DNA: la nostra identità culturale e politica è tutta nella nostra Costituzione, che ora dopo 60 ani dal 1947 e’divenuta per la prima volta patrimonio degli italiani e non solo delle forze progressiste, grazie al voto del 4 Dicembre.
Il nostro vero ed attuale problema e’ la dittatura tecnocratica del capitale finanziario, che è piu’ solida e pervasiva del Fascismo classico. Ragiono su questo dai fatti di Genova 2001 in poi, quando fu proprio il capitale finanziario a volere e organizzare la repressione brutale, e mi sembra fondamentale sottolineare questo concetto oggi, per evitare assolutamente che su questo ballottaggio incastrino il nostro compagno Melenchon, che stavolta ha azzeccato tutto».
L’Unica scelta sensata: astensione
di Alberto Benzoni
«Ricordo che il fascismo, quello vero, si identifica con l’odio di classe e con la distruzione delle istituzioni costruite dal movimento operaio nel corso di decenni. Una roba che non ha niente a che fare con il populismo di oggi e nemmeno con quello di destra.
Quindi considero che l’appello all’Unione sacra in Francia in nome dell‘antifascismo sia una truffa volgare. Qui non c’è nessun pericolo fascista. C’è, semmai, un pericolo autoritario: che nasce dalla crescente insofferenza per la democrazia del capitalismo globalizzante e finanziarizzato, di cui Macron è un prodotto fatto e finito, e delle èlites per il suffragio universale.
La Le Pen e ancor più il suo modello, Trump offrono una risposta del tutto inaccettabile e pericolosa; Mèlenchon risponde in nome dello sviluppo e della difesa delle istituzioni democratiche; e, così facendo ha contribuito, più di ogni altro, a contrastare politicamente e a limitare elettoralmente l’ “appeal” del populismo reazionario. Mentre la France Insoumise offre, oggi e per il futuro, un punto di riferimento credibile per chi voglia contestare l’Europa di oggi ma in uno spirito internazionalista per costruirne una diversa e migliore.
In questa prospettiva l’unica scelta sensata per il ballottaggio era quella dell’astensione: non si partecipa ad una gara dall’esito scontato, non si deve riconoscere a Macron il ruolo di salvatore della patria.
Non si può smentire il proprio passato e pregiudicare il proprio futuro in nome di un momentaneo richiamo all’ordine magari condito dall’”antifascismo”
«Ricordo che il fascismo, quello vero, si identifica con l’odio di classe e con la distruzione delle istituzioni costruite dal movimento operaio nel corso di decenni. Una roba che non ha niente a che fare con il populismo di oggi e nemmeno con quello di destra.Giustissimo,ma allora va detto che il più fascista dei due è certamente Macron
Leggere Lelio Basso in proposito.Il fascismo non fu altro che la reazione a crisi economica del capitalismo liberale.I nostri uomini della resistenza lo sapevano bene. Tant è che la Costituzione è un manifesto anti liberista forse più che antifascista.Contate quanti articoli si esprimono chiaramente contro il liberalismo economico.L antifascismo in assenza di fascismo è la trappola con cui il liberismo ci sta sviando da anni.Non c è alcun dubbio che, programmi alla mano (sempre che i programmi elettorali contino ancora qualcosa) Macron sarà decisamente più rovinoso per le classi povere e medie francesi.Dunque? Perché la consultazione online prevede il voto a macron e non quello a le pen???
Non è vero. Si deve votare Le Pen e basta.Poi al parlamento si fa una lotta democratica contro chi non la pensa come noi ma questa destra è comunque meglio della tecnocrazia delle élite.Diciamolo sennò il popolo non ce la perdonerà.
La tecnocrazia del capitale globalizzato ormai da molto tempo ottiene il consenso ammantandosi di ideologie di 'sinistra'; l'antifascismo come puro richiamo ideologico può essere non solo accolto, ma sbandierato dalla tecnocrazia e dalla eurocrazia al servizio del capitale globalizzato, al quale serve la massima libertà di movimento, di espansione, di sfruttamento e di diffusione e per attuarla ogni regime statalistico autoritario sarebbe dannoso. Se restiamo prigionieri delle contrapposizioni ideologiche del Novecento non comprendiamo nulla di quanto sta avvenendo oggi. Le ideologie in se stesse sono deformazioni mistificanti: questo è l'insegnamento del marxismo classico. Il marxismo non era ideologia, era smascheramento delle ideologie in nome di una possibile scienza della storia, dell'economia e della condizione antropologica. Ciò che conta è l'analisi strutturale e da questo punto di vista è innegabile che Macron è il candidato della eurocrazia asservita al globalismo capitalistico.
È solo la speranza che l'attendismo tattico serva a costruire domani ciò che non possiamo fare oggi. Ma è un copione che si ripete da troppo tempo ormai e che puntualmente si rivela un illusione.Domani ci spiegheranno quale altra posizione attendista assumere rinviando la speranza al dopodomani. Due parole: attendismo e speranza. La prima, attendismo, è accettabile solo da chi "coi piedi caldi se ne sta", la seconda, speranza, invece è la solita trappola.