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MIGRANTI: OLTRE LA PIETAS di Piemme

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[ 24 maggio 2017 ]

Leggiamo sul Corriere della Sera di oggi, 24 maggio:

«Soltanto ieri pomeriggio nel Mediterraneo centrale ne sono stati salvati mille, accalcati su sei gommoni e due barchini intercettati dalla nostra Guardia Costiera. Migranti. Sempre più numerosi e sempre più disperati.
I numeri raccontano che, esclusi i mille di queste ultime ore, fino a ieri mattina ne sono approdati sulle nostre coste 50.039, il 46 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando gli arrivi ammontavano a 34.236.
Siamo al record assoluto. In testa alle nazionalità degli stranieri sbarcati ci sono i nigeriani (6.516), seguiti dai bengalesi (5.650), guineani (4.712), e ivoriani (4.474).
I bambini o i ragazzini senza famiglia che rispondono alla definizione di “minori non accompagnati” sono saliti a 6.242 mentre i ricollocamenti di profughi verso altri stati europei sono stati finora 5.715 negli ultimi due anni, a fronte di un accordo che ne prevedeva almeno 40mila».

Davanti a questo dramma il primo sentimento che ci viene è quello della pietas, di un’empatica vicinanza verso questi esseri umani vittime di quella che non può essere diversamente chiamata che “nuova tratta degli schiavi”.

La modernità borghese fece dell’abolizione del commercio degli schiavi, anche allora africani, fra il XVI e il XIX secolo, una sua bandiera di civiltà.
Oggi questo commercio, miracoli dell’ipocrita ideologia cosmopolitica e umanitaria, viene definita “migrazione”. La deportazione viene chiamata “diritto al futuro”.

La sostanza è tuttavia la medesima: la mercificazione dell’essere umano, che questa economia porta alle sue estreme, più brutali conseguenze. Ieri gli schiavi venivano deportati in catene per portarli a lavorare nelle piantagioni dei colonialisti. Oggi i migranti si auto-deportano per venire a fare gli schiavi nelle metropoli occidentali.

Davanti a questo esodo biblico, epocale, la pietas rischia di diventare la foglia di fico dell’imperialismo umanitario, di una economia capitalistica che usa i migranti come merce, come strumento supplementare delle politiche neoliberiste di pauperizzazione generale e di distruzione dei demos e delle comunità nazionali.

La pietas deve lasciare il posto alla politica, e politica, se non è demagogia (di qualunque marca essa sia, xenofoba o umanitaristica) implica una visione del mondo, della società, dello Stato.

Nella nostra visione socialista non c’è posto alcuno per la barbarie globalista.


Ps
Sul tema dell’immigrazione vedi questi contributi:

IMMIGRAZIONE: ANTICRITICA , 28 settembre 2015
IMMIGRAZIONE DI MASSA E SUICIDIO A SINISTRA, 4 maggio 2016

Un pensiero su “MIGRANTI: OLTRE LA PIETAS di Piemme”

  1. Anonimo dice:

    molti non sannoche alla loro testa marcia il nemico.La voce che li comandaè la voce del loro nemico…E chi parla del nemico è lui stesso il nemicoB.Brecht100mila al corteo proposto dall'assessoreMajorino, associazioni del terzo settore e dal sindaco Sala.Renzi in città, non partecipa, manda il vice segretario Martina, il sindaco Sala: "chissà se Renzi mi farà i complimenti" ; nel frattempo, via tweeter, arrivano i ringraziamenti del presidente del Consiglio Gentiloni.C'era anche Bersani & c. insomma la ditta-PD nelle sue diverse articolazioni, la stessa che ha inventato i moderni lager per i profughi. Turco – Napolitano, remember?la stessa che ha sostenuto la guerra in Libia, in Siria, in Jugoslavia, finanziata quella in Afganistan e Iraq, ora si fapromotrice di un movimeto di sussidiarietà all'imperialismo guerrafondaio e schiavista"Il movimento milanese" per riempire il senso diinadeguaezza per non aver impedito le guerre; milioni di persone, "la più grande superpotenzapacifista" nel mondo non ha impedito l'invasione dell' Iraq, ora si accuccia seppur riottosamente, nella sussidiarietà e fa eco alla gloalzzzione capitalista nel"abbattere i muri" delle nazioni che si erano formati nel2'dopoguerra.E con grande generosita' offre ai profughi delle "nostre guerre", agli emigrati dalla rapina delle "nostre multinazionali" , un posto nelle varie caserme , la marginalità delle periferie.Persone approdate nelle coste italiane, dopo aver sconfitto la morte divenire schiavi a basso costo per i padroni dei servizi, dell' agricoltura e dell'industria,Approdo diverso dallo schiavismo colonialista dei secoli scorsi che inviava galeoni ed eserciti, per deportarli in catene in occidente.Oggi FMI e NATO tra rivoluzioni colorate, golpe e guerre a palle di fuoco per ridisegnari nuovi interessi geopolitici, mercati di sbocco e rapina di materie prime, costringe milioni di persone ad abbandonare i loro paesi spogliandolidella “meglio gioventù”30 milioni di nuovi immigrati una necessità dell' Europa per avere uno sviluppo decente”, ebbe a dire D'Alema nel2015 ((https://www.youtube.com/watch?v=rmA4u4lTPyw)“COMBATTERE IL NEMICO IN CASA:-Ritiro da tutte le missioni militari-Fuori dalla NATO

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