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BEPPE GRILLO E LO IUS SOLI: CITTADINANZA A STELLE SPENTE

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[ 16 GIUGNO 2017 ]

Gazzarra leghista in Parlamenti contro lo Ius Soli. Fuori a far casino c’erano i fascisti di Casa Pound. E i Cinque Stelle? Pelosa ambiguità…
Che il M5S abbia una posizione, come dire, reazionaria, sulla questione dei diritti di cittadinanza, è cosa nota. Per questo ci pare utile ripubblicare quanto scrivemmo nel maggio 2013 —è da allora che la legge ristagna alle camere. 
Scheda sulla legge in discussione.

Una ne pensa e cento ne dice. Questo ci viene in mente rileggendo la sortita di Beppe Grillo sullo Ius soli. Non si possono tollerare certe uscite su tematiche tanto controverse con il motivo di ottenere il coupe de theatre per portare voti alle liste di M5S nelle imminenti elezioni municipali. La questione è in effetti delicata e scottante, ed è inaccettabile buttarla in caciara, fosse anche solo a causa della montante ondata xenofoba che attraversa le viscere della società italiana. Una forza democratica dovrebbe non solo contrastare la xenofobia e rifuggire dalla facile demagogia, dovrebbe difendere in linea di principio lo Stato di diritto, di cui il diritto di cittadinanza e le vie per accedervi sono elementi di primaria importanza.

Ma vediamo cosa ha scritto testualmente Beppe Grillo il 10 maggio sul suo blog:

«In Europa non è presente, se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate, lo ius soli. Dalle dichiarazioni della sinistra che la trionferà (ma sempre a spese degli italiani) non è chiaro quali siano le condizioni che permetterebbero a chi nasce in Italia di diventare ipso facto cittadino italiano. Lo ius soli se si è nati in Italia da genitori stranieri e si risiede ininterrottamente fino a 18 anni è già un fatto acquisito. Chi vuole al compimento del 18simo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano. Questa regola può naturalmente essere cambiata, ma solo attraverso un referendum nel quale si spiegano gli effetti di uno ius soli dalla nascita. Una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del Paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente. Inoltre, ancor prima del referendum, lo ius soli dovrebbe essere materia di discussione e di concertazione con gli Stati della UE. Chi entra in Italia, infatti, entra in Europa».

Partiamo dalle cose meno importanti. Colpisce l’improvvisa resipiscenza “europeista” di Grillo. Non si possono contestare i proconsoli che invocano l’austerità antipopolare in nome dell’Europa, non si può condannare la loro svendita di sovranità nazionale e poi invocare l’Unione dandogli un diritto di veto proprio sul criterio di come si acquisisce la cittadinanza italiana.

In secondo luogo. Grillo pensa di dare una verniciata di democraticità alla sua uscita che obiettivamente liscia il pelo ai sentimenti xenofobi, proponendo che a decidere sia il popolo col referendum. Che occorra essere prudenti a sottoporre ogni decisione politica a referendum è una specie di chiodo fisso di Cinque Stelle. Vogliamo davvero rimpiazzare la democrazia parlamentare con quella plebiscitaria spacciata per “democrazia diretta”? Vogliamo davvero prendere la Svizzera a modello? Questa è un’altra questione di principio su cui M5S ha una posizione come minimo confusa. 

Il terzo aspetto è sconcertante, mi riferisco, se Grillo contesta in linea di princpio lo Ius soli, all’insensibilità rispetto al problema della tutela di centinaia di miglia di minorenni nati in Italia da coppie di stranieri ( o da coppie miste) che con la normativa attualmente vigente non hanno infatti gli stessi diritti dei loro coetanei. Non è lecito giocare coi principi: fino a quando esisteranno gli stati-nazione con il loro principio della cittadinanza, o lo Stato la concede, in base al principio dell’eguaglianza oppure, si ricorra al principio arcaico del “sangue” o ad altri strategemmi legali, lo si nega. Come di fatto avviene in Italia. Qual’è la normativa vigente nel nostro paese?

“Il testo fondamentale che regola le modalità di acquisizione della cittadinanza è la legge 5 febbraio 1992 n. 91; il quadro normativo è completato dal Decreto del Presidente della Repubblica 12 ottobre 1993, n.572 e dal Decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n.362, che regolamentano le norme attuative dei principi generali normativi.
La L.92/91, che si basa sul principio dello ‘ius sanguinis”, prevede in estrema sintesi tre modalità per l’accesso alla cittadinanza per coloro che sono di origine straniera: per nascita, per naturalizzazione e per matrimonio. In relazione alla prima ipotesi è cittadino per nascita chi è nato da cittadini italiani; se i genitori stranieri sono diventati cittadini italiani, anche il figlio minore convivente diventa cittadino italiano. In base allo stesso principio dello ‘ius sanguinis’, se il minore è nato in Italia ma i genitori non sono cittadini italiani, il figlio non acquista la cittadinanza italiana, e può diventare cittadino italiano solamente dopo il compimento del 18° anno di età e con la dimostrazione di avere risieduto regolarmente ed ininterrottamente sino al compimento della maggior età.
Se sposa un/a cittadino/a italiano/a, lo straniero acquista la cittadinanza, così come previsto dalle modifiche apportate dalla L.94/09, dopo una residenza di due anni. Per quanto concerne la naturalizzazione, la cittadinanza può essere concessa dopo 10 anni di residenza ininterrotta sul territorio nazionale”. [1]

Per capire di cosa stiamo parlando varrà la pena mettere bene a fuoco la dimensione del fenomeno dell’immigrazione in Italia e di quanto pesi in questo quadro quella dei figli di stranieri nati in Italia, circa mezzo milione.

«Attualmente vivono in Italia circa 5 milioni di persone di origine straniera. Molti di loro sono bambini e ragazzi nati o cresciuti nel nostro Paese, che tuttavia possono accedere alla cittadinanza con modalità quanto mai ristrette e dopo un lungo percorso burocratico. Le conseguenze di tale situazione sono disuguaglianze ed ingiustizie che, impedendo una piena integrazione, disattendono il dettato costituzionale che all’articolo 3 stabilisce il fondamentale principio di uguaglianza, ed impegna al contempo lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il suo raggiungimento. La distribuzione demografica della popolazione straniera evidenzia una concentrazione nelle fasce di età più giovani: ha meno di 18 anni il 22% dei cittadini stranieri residenti (contro il 16,9% dell’intera popolazione ); ha una età compresa tra 18 e 39 anni il 47% dei cittadini stranieri mentre gli ultraquarantenni stranieri sono solo il 30,7%, e solo il 2,3% ha una età superiore ai 65 anni.
I cittadini stranieri contribuiscono dunque in maniera determinante allo sviluppo dell’economia italiana e alla sostenibilità del sistema di welfare in misura maggiore di quanto comunemente si pensi. La stabilizzazione delle migrazioni è resa evidente dalla crescita costante delle nascite in Italia di bambini con uno o entrambi i genitori stranieri.
I 21.816 bambini con almeno un genitore straniero nati in Italia nel 1999, sono diventati 72.472 nel 2008 (77.109 nel 2009 secondo gli ultimo dati diffusi dall’ISTAT). Al 1 gennaio 2010 i cittadini stranieri residenti nati in Italia sono ormai 572.720, il 13,5% del totale dei residenti stranieri. Molti di loro non hanno mai conosciuto il paese di origine dei genitori; hanno forme e stili di vita del tutto simili ai coetanei italiani, sono a tutti gli effetti parte integrante della nostra società ma non hanno acquisito la cittadinanza italiana alla nascita in quanto non previsto dalla legislazione vigente». [2]

C’è quindi una questione di principio riguardante il diritto di cittadinanza, e su questo piano lo ius soli è certamente più democratico e preferibile di quello sanguinis, ma come ogni cosa il diavolo può nascondersi nei dettagli e nelle procedure. Come mostra la scheda qui sotto in alcuni paesi dove vige lo ius sanguinis, vedi la Germania e l’Irlanda, l’accesso alla cittadinanza è decisamente più semplice che in Italia, dove le procedure sono pensate per limitarlo in maniera brutale. 


Prima di alzare un gran polverone, col rischio di portare acqua al mulino degli xenofobi, Grillo avrebbe dovuto studiare meglio la questione e attendere che la neo-Ministra Cecile Kyenge entrasse nel merito, indicando, appunto criteri e procedure dell’introduzione dello ius soli. Tanto per dire: la legge avrebbe validità retroattiva o varrebbe solo per i figli di stranieri nati in Italia dopo l’approvazione delle legge? [3]

 SCHEDA: COME SI OTTIENE LA CITTADINANZA IN ALCUNI PAESI OCCIDENTALI

Francia

Lo ius soli esiste dal 1515, con la variante doppio ius soli: è più facile ottenere la cittadinanza per uno straniero nato nel Paese da genitori stranieri a loro volta nati nel Paese.

Germania

Vige invece lo ius sanguinis (diritto di sangue) ma le procedure per ottenere la cittadinanza sono più semplici e rapide che in Italia: dal 2000 basta che uno dei due genitori abbia il permesso di soggiorno permanente da almeno tre anni e viva nel Paese da almeno otto anni per concedere al minore straniero la cittadinanza.

Irlanda

Vale lo ius sanguinis ma se uno dei due genitori risiede regolarmente nel Paese da almeno tre anni prima della nascita del figlio, il minore ottiene la cittadinanza.

Belgio

La cittadinanza si ottiene automaticamente se si è nati sul territorio nazionale, ma quando si compiono 18 anni, o i 12 se i genitori sono residenti da almeno dieci anni.

Spagna

Vige una versione morbida dello ius sanguinis: diventa cittadino spagnolo chi nasce da padre o madre spagnola oppure chi nasce nel Paese da genitori stranieri di cui almeno uno deve essere nato in Spagna.

Portogallo

La cittadinanza è regolata dallo ius sanguinis. Ma la riforma del 2006 introduce la cittadinanza automatica per nascita per la terza generazione cioè per i figli i cui genitori sono nati in Portogallo, e la cittadinanza per acquisizione per la seconda generazione attraverso la semplice dichiarazione che uno dei genitori ha risieduto legalmente in Portogallo per cinque anni. Riconosce un diritto alla naturalizzazione per la prima generazione di immigrati se sanno parlare portoghese e hanno una fedina penale pulita. Naturalizzazione che non richiede più un reddito sufficiente o altre prove di integrazione

Svizzera

Anche nella confederazione elvetica lo ius soli non conferisce il diritto di cittadinanza che si ottiene se si è figli di padre o madre svizzeri, se sposati, o di madre svizzera se non sono sposati.

Gran Bretagna

Acquista la cittadinanza chi nasce in territorio britannico anche da un solo genitore cittadino britannico o che è legalmente residente nel Paese a certe condizioni (si parla di indefinite leave to remain, oppure il right of abode).

Stati Uniti e Canada

In Canada e negli Stati Uniti vige lo ius soli: chi nasce negli Usa è cittadino americano, tranne i figli di diplomatici stranieri. E lo è anche chi non nasce in territorio nazionale ma da genitori americani e almeno uno è stato residente negli Stati Uniti. È sufficiente anche un solo genitore americano se è vissuto almeno cinque anni nel paese prima della nascita, di cui almeno due dopo il quattordicesimo anno d’età. [4]

Note

[1] PROPOSTA DI LEGGE DI MODIFICA DELLA L. 5 FEBBRAIO 1992 N. 91 “NUOVE NORME SULLA CITTADINANZA”. In:Italia sono anch’io
[2] Ibidem
[3] «Quanti sarebbero i nuovi cittadini italiani se si procedesse alla riforma della cittadinanza in direzione dello isu soli? Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2011 sono nati in Italia da genitori stranieri 80mila bambini. Ciò vuol dire che se lo ius soli fosse stato applicato nel 2011, in 80mila sarebbero diventati italiani perché nati sul territorio nazionale. Questa l’indagine svolta dalla Fondazione Leone Moressa, a seguito dell’impegno espresso dalla Ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge di portare avanti la riforma della cittadinanza». Programma integrazione, 6 maggio 2013
[4] Il Sole 24 ore del 14 maggio

5 pensieri su “BEPPE GRILLO E LO IUS SOLI: CITTADINANZA A STELLE SPENTE”

  1. Sandro Arcais dice:

    Come al solito, il pd, per distrarre le persone dalla sottrazione progressiva dei diritti sociali, dai disastri della politica di austerità che loro portano avanti e dalla deriva autoritaria del loro governo-per-decreto, ecco che concentrano la loro attenzione su una questione legata ai diritti civili. Tempo fa è stata la questione dei matrimoni omosessuali. Oggi è la questione dello jus soli. In questa maniera costringono il paese a una artificiosa divisione fascisti/antifascisti, retrogradi/progressisti. Questa è la cifra del governo neoliberista e globalista. Si chiama "divide et impera".Lo jus soli non è la priorità per questo paese. Che cosa sarebbe affrontare la questione migranti al di fuori della gabbia neoliberista? In regime di austerità e di pareggio di bilancio invece tutto ciò che dedichi all'emergenza immigrati sono risorse che automaticamente stai sottraendo a qualche altro servizio: sanità, scuola, pensioni, la pulizia dei bordi delle strade in estate, servizi antincendio, ecc. E' matematico. E se alle persone non dai una prospettiva in cui tutti vincono, si irrigidiscono e gridano: "Prima di tutto gli Italiani". E' naturale che sia così. Non è razzismo. E' una reazione naturale, e del resto prevista e cercata da chi attua politiche che ci affamano tutti. Appunto per distrarci da quelle politiche e dedicare tutte le nostre energie in una lotta in cui l'unico vincitore sarà il grande capitale globalità e neoliberista che si gode lo spettacolo.

  2. Anonimo dice:

    con questi ultimi due articoli avete gettato la maschera. Voi, come il grande capitale, siete a favore dell'immigrazione di massa, che verrà implementata con lo "ius sola" all'italiana.Complimenti.

  3. Redazione SollevAzione dice:

    Non abbiamo accettato ostracismi dai sinistrati quando abbiamo difeso proposte che magari erano state lanciate da destra.Con eguale fermezza respingiamo accuse da destra perché difendiamo proposte che nascono a a sinistra.Anche la sinistra sinistrata può fare proposte ragionevoli, sensate, accettabili.venendo allo Ius Soli…Il solo fatto che il concetto sia espresso in latino vuol dire che ciò ci rimanda alla sfera antica del Diritto.Dietro c'è di mezzo la natura della Nazione e dello Stato, nonché della legalità democratica.E' maldestra demagogia schiacciare la questione al lato dell'immigrazione.Abbiamo detto che lo Ius Soli ha numerose possibili varianti.Respingerle a priori implica accettare lo Ius Sanguinis, ovvero una concenzione völkisch, etno-centrica e razzista della nazione.No, proprio non ci siamo.L'acquisizione del diritto di cittadinanza va regolata da una legge (lo Ius sanguinis semplicemente nega la cittadinanza a chi non sia a sua volta figlio di un cittadino) che consenta, a precise condizioni, di attribuire questo diritto a chi sia nato nel nostro Paese. Come vanno regolati e normati i flussi migratori.

  4. Anonimo dice:

    Non ho capito che problemone sia per un figlio di stranieri nato in italia, aspettare i 18anni e poi andare in comune a farsi italiano.Per quale motivo uno che nasce in italia 1 minuto dopo debba essere italiano. Uno ci può nascere perchè i genitori sono andati a roma per turismo e la mamma partorisce prematuramente. E si ritrova italiano.Ma che bella idea!!!!!Non pensavo che ci fossero dei genialoidi meglio di 3maglia che ha fatto italiani, i figli dei figli dei figli di gente partia dall'italia 100anni fa.Complimenti alla sinistra di governo e alla sinistra che si dice anti-globalizzazione ma poi, nei fatti, non lo è affatto.

  5. Anonimo dice:

    Scusate la provocazione, ma secondo me se si é democratici conseguenti i flussi migratori (quelli decisamente patologici in atto, comprendenti anche quote crescenti sebbene relativamente modestissime di proletari italiani, non l' emigrazione "fisiologica", ovviamente) non vanno né regolati né normati ma impediti all' origine; non servono "cure sintomatiche o palliative" (comprese quelle del buonismo cattolico e dello pseudobuonismo sedicente "di sinistra"), ma l' unica "terapia eziologica efficace": giù le mani imperialistiche dall' Africa, dall' Asia, dall' America Latina e dall' Europa orientale!Manacce imperialistiche le quali, oltre a tante altre gravissime sofferenze per le popolazioni di quei paesi, causano loro anche le gravi sofferenze dell' emigrazione e ai proletari occidentali (soprattutto del nostro paese, a causa delle palesi, vergognose, ipocrite ingiustizie "europeistiche") i relativamente meno gravi problemi e danni ad essa conseguenti.Giulio Bonali

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