[ 21 giugno 2017 ]
Ben volentieri pubblichiamo questo contributo di Arcais. Polemizza con certa sinistra per cui, siccome “siamo tutti cittadini del mondo” [vedi foto a sinistra ], il solo parlare che allo Stato spetti il diritto-dovere di stabilire come assegnare la cittadinanza, è una cosa… reazionaria.
Tante volte abbiamo criticato questa sciocchezza cosmopolitica. Il mondo? Per adesso è ancora solo un’espressione geografica. Quando un giorno esistesse un’umanità affratellata, politicamente unita sotto una sola bandiera, allora sì, saremmo tutti… cittadini del mondo”.
Tuttavia quanto diciamo non vuole minimamente giustificare il criterio dello Ius Sanguinis, dietro al quale si cela una concezione etnica e razzista della nazione. Su questo abbiamo scritto. E scriveremo, andando nel dettaglio, su quanto prevede la nuova normativa sul diritto di cittadinanza la quale era ferma in Parlamento da anni.
Viviamo in tempi di perenne emergenza. Il clima, il terrorismo, l’immigrazione, il morbillo, igor il russo. Mi dimentico di qualcosa? Ah sì, lavoro, sicurezza, benessere, servizi. Ma questi, in un mondo neoliberista, non sono diritti, ma roba che ti devi conquistare nella lotta per la vita. Se perdi, significa per definizione che non te li meriti, e quindi impegnati di più oppure crepa.
Ma in effetti, mi dimentico qualcosa di importante e indifferibile, per cui è lecito il noto FATE PRESTO! del megafono della razza padrona nostrana: dare la cittadinanza ai minori figli di stranieri arrivati in Italia successivamente alla loro nascita. Magari il loro padre sarà sfruttato nella logistica o chissà dove, magari verrà messo sotto da un camion durante un picchetto, magari dovrà accontentarsi di servizi sempre più magri, magari dovrà abitare in quartieri degradati. Ma dai, vuoi mettere essere figlio di un padre sfruttato da cittadino italiano piuttosto che no?
Lo so, lo so a cosa state pensando, anime mie buone di sinistra mosse da meravigliosi e celestiali sentimenti di fratellanza universale: “ma una cosa non esclude l’altra”. Sarà così in teoria, ma nella realtà del pensiero unico neoliberista e neospenceriano, una è ricevibile, l’altra no. E finché non aprite gli occhi di fronte a questa realtà, finché non emergete almeno solo un filino dalla brodaglia ideologica in cui siamo immersi da almeno trent’anni, capisco la vostra difficoltà a capire questo: torcere l’economia e metterla al servizio dei diritti sociali e del benessere del popolo, questa è l’unica priorità per cui bisognerebbe fare presto.
Una legge sul diritto di cittadinanza in Italia c’è già.
Dal 1991, infatti, lo straniero nato in Italia può diventare cittadino italiano al compimento dei diciotto anni, ed entro il 19esimo anno di età. La legge 91/1992, all’art. 4, comma 2, prevede che: “Lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore eta’, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data”. (qui)
È una legge perfettibile? Può essere. Tutto è perfettibile e ogni legge deve seguire e regolare le mutate condizioni della società. Se ne può discutere. Discutiamone. Ma senza fretta, isterismi, secondi obiettivi, accuse e anatemi reciproci. Perché se ci concentrassimo sulle cause di tutta questa isteria, animosità e faziosità potremmo scoprire che
molti problemi cosiddetti dell’immigrazione colpiscono in modi diversi tanto i rappresentanti de «la xenofobia populista» quanto il «migrante». Sicché nel denunciarne le radici si potrebbe almeno tentare di unire i fronti in una battaglia comune invece di tifare per l’una o l’altra vittima, di dividere il mondo in buoni e cattivi. (Il Pedante)
Solo coloro che non sono toccati dai problemi cosiddetti dell’immigrazione possono permettersi il lusso di lanciare con leggerezza dalle loro eteree altezze di cittadini del mondo le accuse di razzismo, fascismo e xenofobia a chi sulla questione porta argomenti, visioni e punti di vista che partono dall’esperienza di quelli che non possono evitare tali problemi semplicemente spostandosi da un’altra parte o elevandosi dal duro mondo di quaggiù. Si tratta di quel 20-30% che hanno tratto e traggono vantaggio dal mondo e dall’economia globalizzata e dal mondo liquido baumaniano. E per chi non può vivere senza un’emergenza, ecco la vera emergenza: spezzare il monopolio culturale e narrativo di questo 20-30%.
Lo ius soli è una fregatura. Il disegno è chiaro: aumentare di milioni e milioni il numero dei disoccupati disposti a tutto per creare una popolazione di pezzenti di ogni risma.I poteri forti ci stanno riuscendo benissimo. Qualche altro milioni di clandestini fatti diventare italiani e saremo pronti per la soluzione finale voluta dal grande capitale.
Concordo interamente con l'articolo e con il primo commento pubblicato. Il cosmopolitismo è una concezione utopica senza alcun significato concreto se non quello che di volta in volta assume come copertura ideologica di certi fatti in contesti sociali e storici determinati. Nella nostra fattispecie è diventata la giustificazione ideologica di una finta sinistra umanitaria che accetta l'immigrazione selvaggia funzionale alla logica globalista del capitalismo attuale: libera circolazione – senza restrizione alcuna e senza alcun controllo politico – di merci, capitali e forza lavoro. Invece di lottare politicamente per trasferire ai paesi asiatici e africani i diritti acquisiti dai nostri lavoratori negli anni Settanta e Ottanta, si sceglie in maniera suicida di distruggere la base sociale ed economica che permetteva di difendere quei diritti nelle nostre società occidentali, permettendo l'ingresso di milioni di disperati che costituiscono quello che Marx chiamava l'esercito industriale di riserva, quella massa di disoccupati o sotto-occupati che permette al capitale di precarizzare il lavoro salariato e di modulare il livello del salario secondo le necessità del profitto. La pseudo-sinistra cosmopolitica è purtroppo del tutto priva degli strumenti di analisi della realtà sociale ed economica che, dall'Ottocento in poi, costituivano il riferimento intellettuale essenziale delle forze che hanno combattuto per la democrazia sociale e per l'emancipazione dei lavoratori. La pseudo-sinistra cosmopolitica è nient'altro che radicalismo borghese, libertarismo anarchico pienamente funzionale al sistema capitalistico.
Concordo pienamente coi commenti precedenti ed aggiungo che sulla base della legge attuale l'acquisizione della cittadinanza dopo il 18esimo anno d'età ha anche il senso di un percorso consapevole e non un automatismo giuridico funzionale soltanto agli interessi del capitalismo globale e della sua serva sciocca e petulante rappresentata dalla sinistra sistemica.Kolja Chitrovic
Awesome post.