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PERCHÉ ALLEARSI ORA (in risposta a Stefano D’Andrea) di Ernesto Pertini

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[ 30 giugno 2017 ]

Ieri Stefano D’Andrea (FSI) ha detto la sua sulla questione dell’unità dei gruppi politici della cosiddetta “area sovranista” anti-Ue. Per il D’Andrea l’eventuale alleanza può solo assumere la forma di un cartello elettorale, e comunque non adesso, ma solo in vista delle elezioni del 2023. Posizione quantomeno singolare. Gli risponde Ernesto Pertini, del Quarto Polo

Abbiamo letto con interesse l’articolo di Stefano D’Andrea che sostiene non sia necessaria, al momento, un’alleanza delle forze sovraniste. La sua prospettiva é quella di candidarsi non alle prossime elezioni, ma a quelle del 2022 o 2023.
Dissentiamo profondamente da questa strategia.
Non é il momento di aspettare.
Il nemico é forte, é vero, ma é stato indebolito dalla Brexit, dall’elezione di Trump e dalla vittoria del No al Referendum Costituzionale. É tuttavia abbastanza forte da schiacciare sul nascere i nostri tentativi. Siamo sicuri che nel 2022 ci sarà ancora la libertà attuale di parlare e diffondere le proprie idee sui Social Network? Siamo sicuri che non ci saranno un esercito e una polizia europee pronti a stroncare le idee dissidenti? Basterebbe fare qualche attentato o atto vandalico a nome dei “sovranisti” per demonizzarli e renderli fuorilegge. Siamo sicuri che esisterà ancora un articolo 50 per uscire dalla UE? Siamo sicuri che l’Italia non avrà richiesto l’arrivo del MES, legandosi ancora di più mani e piedi sotto il gioco della UE? Siamo sicuri che, nel frattempo, non scoppierá una vera e propria Terza Guerra Mondiale, di cui si vedono già le avvisaglie?
D’Andrea si propone di ricostruire sulle macerie, ma siamo sicuri che avremo un’Italia da ricostruire e non un piccolo stato federato all’interno dei nuovi Stati Uniti d’Europa?


I pericoli sono tanti, come si vede, e la guerra é già qui e va combattuta. E la si combatte meglio uniti che sparsi ognuno sulle proprie montagne e bunker. Hanno forse aspettato l’arrivo degli USA i nostri partigiani? No, hanno unito le forze a disposizione e coordinato da subito i piccoli gruppi in un Comitato di Liberazione Nazionale. E l’hanno fatto subito dopo l’armistizio, non dopo aver visto quanta forza avevano i singoli gruppi. Perché uniti si ha piú forza e combattendo separati si viene piú facilmente annientati (non per per niente si ripete continuamente il motto divide et impera).


E d’altra parte proprio FSI ha dimostrato di saper dialogare con le altre associazioni, con i vari incontri citati anche nell’articolo di Stefano D’Andrea. Perché non proseguire per dialogo e farne un’alleanza e un coordinamento? Perché rinunciare fin da subito a presentarsi alle prossime politiche?

L’aumento abnorme delle astensioni e la crescita della percentuale di “altri” nei sondaggi dimostrano che c’é una domanda di alternativa politica. C’é un vuoto politico e i vuoti politici, la storia insegna, vengono rapidamente riempiti. Vogliamo che li riempia un nuovo fascismo di cui giá si vedono le prime avvisaglie?

Cosa farà FSI se non otterrà i risultati sperati alle Regionali? Cosa farà se le elezioni, dopo il 2018, non saranno ne 2022 ma ben prima, magari giá nel 2020 o anche prima? Aspetterà il 2050?
Non é vero nemmeno che il coordinamento si puó fare solo in vista delle elezioni: ci si puó ad esempio dare una mano per avere visibilità, come giá lo si fa invitandosi reciprocamente ai convegni, ma lo si fa meglio se si marcia uniti con un’unico simbolo. D’Andrea parte dalla prospettiva di tenere separati i vari gruppi, ma nulla vieta di affiancare al simbolo del singolo gruppo quello di un’alleanza che mostri che ci sono collegamenti con altri gruppi. La visibilità che si ottiene é maggiore come maggiore é la visibilità della forza percepita.

D’Andrea ne fa anche una questione di merito: vuole vedere quali formazioni riescono ad ottenere risutati per scegliere, tra queste, quelle che devono realizzare il coordinamento. Ma é proprio ora che le forze sono piccole, prese singolarmente, che ha più senso ed é più facile il coordinamento, perché nessuna puó dirsi egemone o indispensabile. Come detto prima, la guerra é già in corso e per combatterla al meglio occorre un coordinamento, altrimenti si rischia di pestarsi i piedi a vicenda. Unendosi si possono unire le reti territoriali, coprendo così l’Italia in un modo che le singole associazioni non potrebbero fare. Avrebbe invece senso farsi concorrenza sui territori dove ci sono associazioni già forti, solo per portare prestigio alla propria?

Non pretendiamo di essere noi i capi del coordinamento, quello che stiamo facendo é tentare di far dialogare i vari gruppi, al di là dei singoli incontri sporadici e cercare di dare un metodo di lavoro attraverso la Confederazione per la Sovranità Popolare, che non é soggetto politico e non lo vuole diventare. Vuole essere un soggetto terzo che faccia il lavoro culturale e sociale di cui c’é comunque bisogno e che si fa meglio tenendo separata l’attività politica. Si propone di elaborare soluzioni e processi di selezione dei candidati in maniera indipendente per offrirli alle forze politiche.

Col quarto polo intendiamo invece promuovere una coalizione politica tra le forze Sovraniste, di Sinistra, di Centro ed ex-M5S con cui siamo in contatto. Pensiamo che mettendo insieme queste forze pur diverse sull’esempio del Comitato di Liberazione Nazionale e della Costituente si possa raggiungere l’obbiettivo comune di liberare l’Italia dai poteri forti e salvarla dal declino a cui questi la stanno destinando. Pensiamo di farlo partendo dal punto comune dell’attuazione della Costituzione, che é migliorabile ma che contiene in sé i valori ed il progetto che hanno già fatto ripartire l’Italia nel dopoguerra. Non pretendiamo di avere tutte le risposte, né promettiamo facili vittorie. Possiamo promettere solo, come Churchill, sangue, fatica sudore e lacrime. Ma riteniamo che questi siano spesi meglio combattendo insieme, con un coordinamento, e non sottraendoci alle battaglie per paura che le nostre singole forze non siano sufficienti, ma unendo le forze e cercando di aumentarle insieme fino a che saranno sufficienti.
Possiamo e dobbiamo combattere insieme, possiamo e dobbiamo dare un’alternativa ai milioni di Italiani che non vanno a votare o che votano turandosi il naso. In caso contrario cosa proporremo a chi ci vota a livello locale? Il non voto? I problemi locali derivano dai problemi nazionali e mondiali, non possiamo pretendere di risolverli lavorando solo a livello locale.

Non pretendiamo di dire “venite con noi”, diciamo invece “uniamoci”, costruiamo insieme le regole e il programma di questa alleanza.
Alcuni di noi vengono dall’esperienza del M5S e sanno bene come ci voglia tempo per far crescere una nuova forza politica. Sanno cosa vuol dire partire dal 3% in qualche comune, senza soldi e senza visibilitá (e anche Grillo all’inizio ne dava una relativa, visto che era spesso boicottato dai giornali). Ma sappiamo che con la strategia giusta, le giuste mosse e gli exploit dati dal lavoro e dalla fortuna si possono raggiungere buoni risultati. Sappiamo anche che stavolta dobbiamo agire senza un capo carismatico già famoso che ci dà la visibilità, ma sappiamo che abbiamo la nostra esperienza alle spalle e che stavolta potremo fare alleanze.

Le esperienze di altri Stati ci confortano. Guardiamo a Farage che é riuscito a raggiungere la Brexit senza avere nemmeno la maggioranza in Parlamento. A Trump che ha perseguito la sua strategia, senza cedere di fronte ai sondaggi che lo davano perdente, ma credendo nella sottile possibilità che, se i vari se si fossero avverati, avrebbe vinto. Ed ha vinto. Guardiamo inoltre a Podemos, che riuscì ad ottenere un exploit alle Europee in breve tempo e ricordiamo che le europee sono nel 2019 e che anche in Italia ci sono stati in passato exploit, ad esempio di Italia dei Valori e dei Radicali. Guardiamo a Mélenchon che é riuscito ad ottenere buoni risultati in Francia aumentando in poco tempo i suoi consensi, pur venendo da un lavoro di anni (ma non viene da un lavoro di anni anche FSI come anche altri gruppi?). Guardiamo a Corbyn che ha sovvertito, con una buona campagna elettorale, i sondaggi che lo davano per spacciato.

Come si vede tutti questi esempi dimostrano che mai come ora l’elettorato é fluido. Come scive Tonguessy a commento di questo articolo siamo in una fase non lineare della politica, dove il giusto battito d’ali puó cambiare radicalmente la situazione. Il tempo per unirsi e tentare di ottenere il consenso é dunque questo, perché non possiamo sapere come si evolverà la situazione nei prossimi anni e, rimanendo ai margini, potremmo essere schiacciati o tagliati fuori dagli eventi. Insieme possiamo avere la forza, la visibilità e la credibilità che da soli non potremmo avere. Abbiamo il dovere di provarci.

12 pensieri su “PERCHÉ ALLEARSI ORA (in risposta a Stefano D’Andrea) di Ernesto Pertini”

  1. Luca Massimo Climati dice:

    Ritengo il commento dell'Ernesto Pertini, un equilibrato,ragionevole ed incisivo contributo, che va nella giusta direzione, alla quale avremmo onore aderissero anche FSI ed altre importanti formazioni.

  2. Anonimo dice:

    Però , senza togliere nulla a nessun altro , e senza che nessun altro si offenda ( non c'è motivo di offendersi perché non voglio dire né che gli altri non abbiano fatto nulla né che quella intrapresa dall'FSI sia la strada più efficace ) … credo si possa ammettere che quelli dell' FSI abbiano dimostrato una notevole capacità organizzativa ; hanno dimostrato di darsi delle regole ( che vuole dire democrazia interna ) ; hanno dimostrato di avere centinaia di iscritti ; in sintesi hanno dimostrato di avere decine di attivisti sul territorio grazie a disciplina , passione , realismo e impegno .Secondo me ( ma credo anche secondo la logica ) l'FSI butterebbe via tutto questo lavoro se ora si unisse con chi non ne condivide l'organizzazione . Questo è il primo punto . Il secondo interrogativo , ma altrettanto importante : è moralmente giusto chiedere all'FSI di portare in dote i suoi tanti iscritti e attivisti a chi , per ora , non ha dimostrato altrettanto ? Ripeto : non è una critica agli altri , e non è detto che quella intrapresa dall'FSI sia la strada più efficace . Ma queste due domande bisogna chiedersele .Non sono iscritto all'FSI ma penso che ( se non ti chiami Berlusconi o Grillo , cioè se non sei un personaggio mediatico/nazional popolare già dal giorno prima di entrare in politica e senza avere alle spalle esperti della comunicazione e del marketing come Publitalia x Berlusconi e la CasaleggioAssociati x Grillo ) qualsiasi movimento politico abbia bisogno di organizzazione e disciplina come ha dimostrato di avere l'FSI . Per aumentare iscritti e attivisti , e per votare i programmi in uno statuto ( che poi vuol dire democrazia interna ) .Saluti a tuttiF. da Mantova

  3. Anonimo dice:

    @ F da MantovaD'Andrea diceva fino ad un anno e mezzo fa ( poi ha iniziato a cambiare strategia comunicativa ) che i sovranisti si sarebbero presentati alle elezioni del 2018 . Diceva che quella era la meta . E lo diceva anche con tono perentorio e , mi si permetta dire , anche arrogante .Perché ora fare finta di niente ( come se gli altri non si ricordino ) e cambiare idea ? Forse xché ti sei accorto che il tuo partito si e no raggiunge 1/4 degli iscritti che annunciavi , e che non ha le capacità per ottenere consenso ( si intende un consenso che almeno possa dire a qualsiasi agenzia di sondaggi che esisti , almeno ) ?Allora non sarebbe meglio provare altre strade … provare ad unire tutti i sovranisti ? O e' più importante la tua personale , carismatica , organizzazioncina , perche' e' la tua creatura e ne sei il presidente ?Per me e' più importante unire i sovranisti … Per me.. poi sono ovviamente aperto ad altri punti di vista .

  4. Anonimo dice:

    Dice cose giuste il Pertini, l'autore del post.Però poi leggo sul loro sito "QUARTO POLO" che vogliono andare coi sinistrati del Brancaccio…Boh… non capisco proprio….

  5. Anonimo dice:

    Quanto all'allearsi ora, copio e incollo ciò che ho risposto a Ernesto Pertini su Appello al Popolo: "Ernesto Pertini noi non crediamo possibile costituire un’alleanza per le elezioni del 2018. Tuttavia, se riunite 4400 militanti a Roma per organizzare delle primarie, noi veniamo e mettiamo a disposizione i 600 che mancano. Non mettiamo parola su programma e organizzazione: siccome non partecipiamo all’azione di aggregazione di queste 4400 persone (che però vogliamo vedere fisicamente venire a Roma per dare il proprio nome, cognome, territorio di militanza e indicazione della frazione alla quale appartengono: disprezziamo partiti e alleanze e attivisti e militanti solo virtuali), non mettiamo becco sul programma, e sulla strategia organizzativa e di azione. Ci limitiamo a mettere a disposizione i nostri 600 militanti e a pretendere un nono dei candidati (meno della percentuale dei militanti). Insomma noi esistiamo, non ci crediamo, ma se create ciò che manca ci stiamo e non rompiamo le scatole. Fateci vedere ciò che sapete fare. Siccome però non veniamo in seicento a roma correndo il rischio di essere 1000 in tutto, fate dichiarare pubblicamente sulla rete almeno a 12.000 persone che verranno alle primarie romane (poi ne verranno solo 5000). Buon lavoro."Per l'alleanza del 2020-2023 si vedrà ma resta il principio irrinunciabile che chi non ha dimostrato di saper costruire una frazione che è durata nel tempo, che non ha subito scissioni o le ha superate agevolmente senza danni, che si è radicata in varie città e regioni, che è cresciuta continuamente di iscritti e militanti non deve avere la pretesa di partecipare alla organizzazione e alla direzione dell'alleanza. Avrà diritto come tutti a un numero di candidati proporzionale ai militanti (reali, non tastieristi, ossia che alzino il sedere e vengano a Roma a dichiarare la disponibilità e l'appartenenza, spendendo anche 100 euro: è il minimo che si deve chiedere) e a partecipare, sempre con voto proporzionale ai militanti, alla stesura del programma, ma deve stare rigorosamente fuori dalla organizzazione e dalla gestione. Infatti o non avrà dimostrato di saper fare o addirittura avrà dimostrato di non saper fare. Questo deve essere il principio organizzativo sommo che corrisponde all'interesse comune e anzi di tutti. Mi fa molto piacere che F da Mantova, pur non essendo un nostro iscritto, ponga l'accento su questo punto decisivo, anzi direi fondamentale.All'anonimo delle 14,56 chiedo, con sincerità e senza sarcasmo, di segnalarmi quando avrei dichiarato, nell'ultimo anno e mezzo, che i sovranisti si sarebbero candidati nel 2018. Parlando tra noi, sono almeno 3 anni che abbiamo considerato le regionali abruzzesi 2019 come la prima vera prova elettorale significativa per il livello nazionale. Forse avrò detto che l'occasione era il 2018 quando ingenuamente alcuni credevano che la data fosse il 2013. Comunque, mi fa piacere se 'anonimo mi segnala un link.Quanto a unire tutti… certamente. Fermo che io parlo del 2023, resteranno dei buchi, ossia dei collegi nei quali le frazioni coinvolte non avranno nessuno. In quel caso si offriranno candidature anche a qualche gruppetto o a singoli. L'importante è evitare di candidare mattacchioni, macchiette, narcisi disprezzati dai conoscenti e furbastri (nei gruppetti e tra i singoli ce ne sono molti). Il problema è la sequenza con la quale si crea l'alleanza.SD'A

  6. Luca Massimo Climati dice:

    Mi perdoni, spettabile Anonimo, ove si evince che il 4 polo , nella esposizione descritta , si prefigga alleanze sinistrate "brancaccine" ? Il citare Farage mi sembra apparire come uno spettro per tali personaggi decotti del Brancaccio, proni al partito carolingio ….indirettamente ed innalzanti le cortine fumogene della superstizione post-moderna . Se poi ci riferiamo alle vittime inconsapevoli di tale gioco di prestigio arcobaleno 3.0 , ed un loro aggancio sociale e politico su forti ed incisive parole d'ordine, che abbiamo soltanto da articolare, allora il discorso cambia.

  7. Luca Massimo Climati dice:

    Ho fatto bene a controllare.Capita, a chi promuova azioni e radicamento sul territorio di dovere scrivere, ideare, mediare correggere tante cose …..e rimane poco tempo per "annoiarsi in rete". Spesso si sogna il divano, un bicchiere di vino ed un film divertente. Se noi, gentile Anonimo (io mi firmo) , dovessimo prendere i centimetri di distanza a tutti i gruppi che si avvicinano o sono nella nostra orbita, potremmo saggiamente recedere da un necessario intento.Ho controllato il sito di 4 Polo ( affettivamente la voglio da eretico impenitente chiamare 4 dimensione …mi affascina di più, come uno stargate politico), ma l'accenno al Brancaccio di Montanari E' ALQUANTO CONDIZIONATO A QUELLE CHE SARANNO LE SCELTE DEL BRANCACCIO. Io ritengo EVIDENTI ale scelte: altri potrebbero aspettarsi "conferme " . Vedremo ……Questo post elimina ilmio precedente, avendo letto 4 Polo di cui all'oggetto. Saluti

  8. Anonimo dice:

    @SD’A Sono l’anonimo delle 14.56Non ho detto “nell’ultimo anno e mezzo” , ma “fino ad un anno e mezzo fa” .Ora non ho voglia a mettermi a cercare link . Ma me lo ricordo bene , e lo sai anche tu .

  9. Anonimo dice:

    @ SD'ASono sempre l'anonimo delle 14.56Comunque sia , 1) per me le persone intelligenti possono cambiare idea . E siccome la mia tesi è che voi da soli non valete un c…o , che nessuna formazione sovranista da sola può fare qualcosa , che nel 2020 la somma di microformazioni sovraniste disunite darà come risultato perfino una sottrazione , che secondo me bisogna unire tutti i sovranisti non liberisti , quindi tutti , che siano di destra centro sinistra o ne destra ne sinistra , ma escluso Salvini ( che è liberista ) … se cambi idea per me dimostri intelligenza . 2) bisogna provarci il prima possibile , non aspettare il 2023 .3) voi non potete dire di aver ottenuto risultati rispetto agli altri sovranisti , perché 600 iscritti non vuol dire nulla . Se anche Sollevazione , Bagnai o Fiorenzo Fraioli dicessero ai loro lettori di "iscriversi" alla nuova associazione di Sollevazione di Bagnai o di Fraioli , anche loro farebbero presto a sbandierare "600 iscritti" .Quindi , raccomando umiltà , unità … e cambiare idea che non fa male..

  10. Anonimo dice:

    Sei un cazzaro.Prenditi il tempo che vuoi, anche due anni.Solo uno scemo può pensare dire o scrivere che ci si canditi così facilmente alle nazionali.Io non sono scemo. Forse lo sei tu, visto che lo hai appena scritto.Non esiste nessuna mia affermazione del genere, salvo risalire al 2013-2014, quando forse qualche "speranza" la espressi.Chiunque vuole candidarsi a febbraio non sa di cosa parla. Persino l'irrazionale Fraioli, che sosteneva la tua tesi fino a due mesi fa, l'ha abbandonata.Per me è più facile che io in 5 mesi riesca a saltare 2,30 nel salto in alto, che il 4° polo riesca a creare una aggregazione apena dignitosa. Quindi nessun impegno. Se riescono, come ho detto sopra, mi tolgo il cappello e li aiutiamo senza pretese. Più unità di così è impossibile: accettiamo tutto quello che decidono. Ma siccome crediamo che sia ridicolo e segno di ingenuità (Pertini) o stupidità (altri casi) credere di creare qualcosa di serio in pochi mesi, senza essere invasi da opportunisti, squinternati, persone dal dubbio passato, narcisi, megalomani, fanatici delle monete complementari, indipendentisti, teorici della democrazia diretta, e ciarlatani di ogni tipo, diciamo: fate. Nella certezza che nulla sarà fatto.Saranno in tanti ad agitarsi. Noi siamo stati già cercati da tre gruppi e siamo solo all'inizio. Accadde anche nel 2012. Mi sa che per non avere fastidi, dobbiamo fare un comunicato.SD'A

  11. Redazione SollevAzione dice:

    REPRIMENDAove si continuasse con insulti e improperi —tipo l'ultimo commento: "Sei un cazzaro…Solo uno scemo"— la redazione si vedrà costretta a non far passare post con questi toni offensivi.Chi ritiene sia davvero importante il tema dell'unità possibile delle forze no-euro e patriottiche si attenga ad un linguaggio decoroso e rispettoso degli altrui punti di vista.la Redazione

  12. Anonimo dice:

    comunque questo e quello che diceva SD'A nel maggio del 2014"Dobbiamo dimostrare di essere un po' più bravi di Grillo Casaleggio Bossi e Maroni e ottenere il successo elettorale nelle elezioni del 2018. 7 (sette) anni, anziché 8 (otto). Credo fermamente che ce la possiamo fare."il link:http://appelloalpopolo.it/?p=11312

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