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NÉ MESSIA NÉ GURU di Tonguessy

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Friedrich Wilhelm Nietzsche

[ 26 luglio 2017 ]


Il 17 luglio pubblicavamo il breve saggio filosofico di Eos dal titolo DAVANTI AL NICHILISMO TECNO-MONDIALISTA.
Il saggio riceveva l’encomio di Giada Boncompagni —Nichilismo e idolatria della tecnica.
Di diverso avviso l’amico Tonguessy che ci ha inviato queste rilessioni.

Ho trovato lo scritto “DAVANTI AL NICHILISMO TECNO-MONDIALISTA“ di Eos semplicemente irritante. Analizza solo una parte del pensiero filosofico per arrivare a tesi costruite ad hoc grazie ad assiomi palesemente di parte e ad appigli inconsistenti. 


L’articolo parte con una premessa chiara: “Solo il discorso di Cristo si può opporre al nichilismo biologico dello scientismo”.

PREGO? 

Si tratterebbe quindi di scegliere tra l’immondo feudalesimo culturale e materiale della chiesa (quella di S. Pietro e relative indulgenze che portarono alla Riforma, poi Controriforma e Inquisizione) e la Nuova Chiesa della Scienza che ha ormai cauterizzato ogni possibile dissenso (vedi la questione omeopatia, metodo Hamer etc) all’interno di prassi consolidate dalla Nuova Chiesa medesima? La scelta possibile quindi è Torquemada oppure Piero Angela? E tutta la ricerca non solo filosofica ma anche antropologica su modelli totalmente distanti dove la buttiamo? Prendiamo l’animismo, per citare la prima cosa che mi viene in mente. Secondo questo modello non esiste un Cristo, ovvero un disgraziato che si fa crocifiggere (così dice la vulgata) per salvare l’umanità. Piuttosto esistono tanti volontari che si prefiggono la salvezza della tribù. La Sundance è un bell’esempio di ciò che intendo: l’energia della “piccola crocifissione” degli Sioux (si tratta di conficcarsi dei paletti sui pettorali e collegarli attraverso strisce di cuoio ad un palo, poi il volontario si allontana mentre fissa il sole) serve come esperienza purificatrice per tutta la tribù. C’è sofferenza ma alla fine c’è sopravvivenza, ben diversamente dalla crocifissione a cui fa seguito la sepoltura. Tralascio le interpretazioni secondo cui la resurrezione faceva parte di una prassi Essena, sepoltura compresa.

Sono fortemente contrario a qualsiasi centralismo narrativo. Cristo fa indubbiamente parte di una narrazione che vuole l’umanità inane, ottusa ed incapace di reazione mentre esistono dei salvatori che si prendono in carico (ma che glielo ha mai chiesto?) di redimere l’umanità stessa. Credo sia arrivato il momento di salutare definitivamente i guru che da sempre affliggono l’umanità con le loro narrazioni (per quanto affascinanti rimangono le LORO narrazioni) e cominciare ad interessarci alle masse e a ciò che i popoli possono fare. Questo da marxista mi sento di dire.

Ma andiamo oltre: “Chi non conquista è conquistato: è una massima storica e spirituale.”

Ma chi avrebbe mai detto una castroneria simile? Voglio dire che esiste anche il Tao, lo Yin e lo Yang ed il Wu Wei, l’agire non agendo, giusto per citare una delle filosofie che non vuole né conquistare né essere conquistate. Dove e come il buddismo Zen vorrebbe espletare velleità di conquista? Non mi si venga qui a dire che si stava considerando solo la filosofia occidentale, dato che l’assioma qui sopra è fin troppo chiaro: parla di “massima spirituale”. Cioè della storia del pensiero metafisico umano.

Parlando del quale urge una precisazione. Secondo Onfray la causa prima del monoteismo va fatta risalire a Platone, che ha messo definitivamente a tappeto (non sempre con modi “spirituali”, diciamo, vedi la questione con i sofisti) i particolari, gettando le basi per gli universali. Ora si legge: “nichilismo: il mondialismo dispiegato che si fa astrattamente, propagandisticamente difensore dei diritti umani, dell’ “umanità”.”

Questa frase contiene almeno due errori. Il primo, come ho appena spiegato, è non collegare la filosofia platonica degli universali alla deriva dirittumanista sia essa di stampo propagandistico oppure di qualsiasi altro genere. Il secondo, altrettanto grave, è di non avere saputo leggere Nietzsche con gli occhiali corretti. Nihil è ben diverso da mondialismo, ovvero dalla forza che vuole imporre una uguaglianza parolaia mentre nasconde dei piani di neocolonialismo che si stanno realizzando anche nel primo mondo (in questo l’uguaglianza funziona: stiamo diventando terzo mondo!). Il nichilista ha occhi disincantati perché sa vedere ben oltre le promesse, siano esse di redenzione piuttosto che di universalismi globalizzanti. Ecco come Galimberti, citando Nietzsche, descrive questo pensiero: Nichilismo: manca il fine; manca la risposta al “perché?”. Che cosa significa nichilismo? – che i valori supremi perdono ogni valore.

Purtroppo l’errore di confondere il nichilismo con le faccende mondane che stanno devastando le nostre vite non si ferma qui. Eos cita il “sapere ipotetico-deduttivo scientifico, che proclama dall’illuminismo a oggi tramite la mediazione neo-scientista nicciana il principio della “morte di Dio”.

Ora vorrei capire in che modo Nietzsche si sia mai reso responsabile di cotanta infamia. Nietzsche neo-scientista? Parlando di Kathècon, Nietzsche affermava: “Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro.” Afferma cioè l’esatto contrario di ciò di cui viene accusato.

Ma non solo: “La metafisica, la morale, la religione, la scienza vengono prese in considerazione in questo libro soltanto come altrettante forme di menzogna: con il loro aiuto si crede nella vita. “ Con questa ultima frase Nietzsche dichiara tutta la potenza del pensiero nichilista. Se “la fede cristiana è fin da principio sacrificio: sacrificio di ogni libertà, di ogni orgoglio, di ogni autocoscienza dello spirito, e al tempo stesso asservimento e dileggio di se stessi, automutilazione” e la scienza è una forma identica di menzogna, ne consegue che anche la scienza è foriera di inutili sacrifici. Altro che “mediazione neo-scientista nicciana”!

E così mentre Eos denuncia“l’estrema definitiva rivincita del razionalismo fanatico, laicista, scientista, estremista e nichilista che vuole definitivamente cancellare l’Uomo platonico, l’Uomo “originario” della Tradizione Occidentale” (che poi coincide con l’umanità che vuole/deve essere guidata da un Salvatore, incapace com’è di discernere le ombre dalle figure all’interno della caverna in cui si trova), Nietzsche formula una frase assolutamente perentoria: nessun compromesso né con il cristianesimo né con la scienza dato che “l’elemento criminale nell’essere cristiani aumenta nella misura in cui ci si avvicina alla scienza. Il criminale dei criminali è perciò il filosofo.”

Ecco fatto. Gli farà eco, un secolo più tardi, un altro filosofo: Hans Jonas. Esperto di vangeli gnostici (ma com’è diversa la Genesi vista da quel punto di vista!), ha lasciato un libro-testamento nel quale si allinea in qualche modo a Nietzsche quando afferma che la filosofia se deve servire per disquisire su questioni marginali o inutili è meglio che sparisca per sempre. Se vuole tornare ad avere un senso occorre, viceversa, che si impegni ad orientare i discorsi verso orizzonti di pubblica utilità. Cioè i filosofi devono essere impegnati anche in politica, sperando non siano tutti come Cacciari.

Infine Eos commette un ultimo, irreparabile errore: dice che le oligarchie sono “avversarie radicali della Tradizione Platonica e cristiana”. Falso. Ci sono oligarchie made in USA che sono assolutamente nazionaliste e cristiane e si battono contro il globalismo né né che, secondo questi think tank, è “apolide e di sinistra”. Peccato che non sia ancora stato pubblicato il mio articolo che analizza proprio questo aspetto della politica USA così sottovalutato che ha portato Trump alla Casa Bianca.

Ovviamente non sono minimamente d’accordo sulla salvezza messianica che rimane il nucleo argomentativo dell’articolo di Eos. Come ho già scritto detesto i guru e chi decide cosa sia bene dell’umanità, salvezza compresa. La Storia del secolo scorso e dell’ultimo periodo ci ha già dato ampiamente dimostrazione che sotto la presunta salvezza (da una crisi, ma anche dalla carenza di un posto al sole) si cela un piano che vuole sottomettere i popoli ai propri deliranti voleri. Io vorrei che fossero i popoli a decidere autonomamente cosa vogliono fare. Draghi fa di nome Salvatore?


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3 pensieri su “NÉ MESSIA NÉ GURU di Tonguessy”

  1. Anonimo dice:

    Se è vero quanto leggo su wikipedia:"Con Nietzsche si determina il significato non episodico, ma centrale del nichilismo, inteso come la base del pensiero contemporaneo[1]. L'emancipazione da ogni fede metafisica, da ogni fondamento e senso tradizionalmente acquisiti, viene espressa da Nietzsche nel detto «Dio è morto». Al culmine della metafisica occidentale, tutta volta a sollevare il velo dell'apparenza, l'impulso alla verità e all'affinamento della coscienza si trasformano nell'amaro riconoscimento dell'assenza di ogni verità, nel tramonto di Dio.[1] Se Dio muore non ci sono più termini di paragone esterni all'esistenza per giudicare di essa. Di fronte a questo crollo valoriale è possibile reagire in due maniere profondamente differenti: in modo passivo e in modo attivo. Si subisce il nichilismo passivamente se si abbandonano le cose al loro corso, un po' adeguandosi al crollo dei valori, un po' lamentandosi di questo crollo.[19] Il nichilismo passivo si configura quindi come chiusura nei confronti della creatività, in quanto il nichilista passivo semplicemente si aggrappa a qualche lembo di valore ormai decrepito che ancora riesce ad acciuffare nel marasma generale."…Allora non si possono mettere sullo stesso piano un Messia (Unto dal Signore), con il suo stuolo di nichilisti passivi, e un Guru (Colui che dissolve l'oscurità) come Nietzsche con i suoi discepoli iniziati al nichilismo attivo, partecipi cioè, con assertività, alla creazione dell'Uomo nuovo.francesco

  2. EOS dice:

    Rispondendo brevemente all’articolo “Né Messia né guru”, anzitutto occorre notare che non si è riflettuto abbastanza sufficientemente sul concetto schmittiano di Katekhon, del quale si è intesa sottolineare nel precedente pezzo, non a caso, la valenza intimamente immanentistica. Sfugge all’autore della suddetta disamina, che Schmitt non intese opporsi al materialismo tecnologico proponendo un nuovo medioevalismo, come si vuole far credere; a tal punto che egli indicò il Katechov negli Anni Trenta inverarsi nell’azione dello statista italiano Mussolini, nel dopoguerra invece ipotizzò la possibilità redentrice contro i due imperialismi nel “partigianesimo”maoista o fochista guevarista. Questo giusto per dare un cenno di quanto sia complessa la concezione del Kathekov perché la si riduca a tal livello. Anche la questione Nietzsche è assai più complessa di come vogliono far credere due citazioni estrapolate; all’autore del suddetto articolo, forse sfugge che la visione dell’essente quale pura volontà di potenza rappresenta il lato destro del grande attacco sovvertitore alla tradizione platonica occidentale; il sansimonismo – che grande influenza avrà infatti su Marx – in quel contesto era il lato sinistro del medesimo fronte che convergeva al medesimo fine: negare la trascendenza dell’immanenza. Riguardo l’essenza social darwinista – dunque antiplatonica e antisoreliana, nonostante le distinzioni che sono d’obbligo considerare in tali casi– della visione del mondo del Nietzsche sono ormai talmente importanti gli studi di Alexander Tille che pare inutile tornarci sopra. I riferimenti “orientalistici” non colgono minimamente il punto. E stupiscono realmente se vengono da chi si dice marxista! Feuerbach nel suo iniziale attacco all’Hegelismo, che determinava l’iniziale coagulazione della Sinistra Hegeliana, rilevava che mentre la tradizione filosofica schellinghiana era una speculazione di sostanza orientale, la caratteristica dell’Hegelismo era invece intimamente occidentale poiché si basava sul principio della distinzione. Feuerbach chiariva dunque che la logica del concetto, come Autocoscienza, ossia come consapevolezza dell’esperienza dell’Io nel concetto, era di essenza platonica. Ora che per certi versi lo Hegelismo porti a compimento un germe immanentistico presente nello spirito del Mahayana – ma rimasto qui allo stato potenziale –non fa che confermare tale visione. E ciò ben intuì Nishida Kitaro che ai propri discepoli Zen consigliava in primo luogo la meditazione della Fenomenologia e della Logica, dato che avrebbero a suo parere purificato il pensiero da ogni scoria decadente più di qualsivoglia testo orientale. Che commetta questi scivoloni chi viene qui a dichiararsi marxista lascia basiti. (continua)

  3. EOS dice:

    Allo stesso modo confondere la sostanza trascendente e spirituale degli “universali” platonici, la cui visione peraltro ha un nesso sostanziale con la filosofia politica platonica fondata sul Bene, con la “furia del dileguare” caratterizzante la logica del dirittismo nichilistico contemporaneo (i cosiddetti “diritti senza confini”), significa spostare del tutto illecitamente l’orizzonte centrale del platonismo anzitutto, confondere dunque la successiva visione “realista” sugli universali con quella più estremisticamente “nominalistica” in seconda battuta.Quanto al fatto che elite culturali “cristiane” e nazionalpopuliste americane abbiano sostenuto Trump, non vedo perché debba far gridare allo scandalo; quando si parlava di “oligarchie mondialiste” e nichiliste ci si riferiva chiaramente a tendenze e frazioni strategiche che hanno in Soros, radicalmente antiplatonico per sua stessa ammissione, il loro punto convergente. A meno che si voglia negare che Soros, Alinstky, Jeremy Rifkin, e perché no Toni Negri?, siano la più compiuta espressione teorica e politico-operativa di tale visione strategica nichilista e mondiali sta. Infine, il tasto dolente. Il “chi non conquista è conquistato” quale massima spirituale e storica risulta essere una castroneria priva di senso. Ma poi, non si riesce a trovare di meglio, per contestare tale castroneria, che portare l’esempio dello Zen nipponico. Dunque, di quella asciutta pratica operativa che ha peraltro informato della sua spiritualità il Bushido, ovvero lo via del guerriero giapponese che ha meravigliato il mondo intero! Esempio che non fa altro che confermare la massima quando la vorrebbe negare a livello di castroneria. Il concetto taoista dell’ “Agire senza Agire” viene egualmente equivocato, con la classica presunzione occidentalista. In realtà, esso intende indicare il principio dell’agire senza guardare i frutti dell’azione allorché si voglia combattere contro il nemico più pericoloso, il nemico interno. Dunque tutto tranne l’astratto quietismo pacifistico. Ma visto l’amore per l’Oriente che sembra emergere in questo marxismo atipico, non si può allora che rimandare alla Bhagavad Gita, in cui il valore della suddetta massima emergerà in modo trasparente e radicale.

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