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PRIMO: BATTERE IL PD di Alberto Bagnai

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[29 luglio 2017]


«Questa roba deve scomparire per consentire l’affermazione in Italia di una vera sinistra patriottica e popolare, e quindi di una vera destra patriottica e borghese. Ho detto patriottico? Sì, e non me ne vergogno, perché, sorprendentemente, ha cominciato lui…»


Guest post di Charlie Brown:


Non vi è nulla di particolarmente francese nella STX , una multinazionale delle costruzioni navali di matrice norvegese. Ciò nonostante il Re Sole repubblicano ne ha nazionalizzato l’unità francese adducendo a motivazione interessi strategici nazionali.

In Italia, due banche fondamentali per la salute della seconda area industriale del Paese sono state cedute nummo uno ad una banca privata più grande, la quale ha pure preteso ed ottenuto una cospicua dote pubblica . Una colossale distorsione della concorrenza avvenuta sul filo di lana e dopo un lunghissimo, dannosissimo stallo tra le autorità regolamentari de Leuropa . Il tutto per evitare in Italia il tabù della nazionalizzazione, che invece sarebbe stata la soluzione più logica e meno distorsiva della concorrenza (né si dica che nazionalizzare sarebbe stato come stappare il vaso di Pandora: governo ed analisti dicono in coro che l’operazione veneta è stato“l’happy end per le banche italiane”).

Un siparietto, quello di STX, che ha irritato l’orgoglio fascistoide degli italici euristi, ma che a mio avviso ha implicazioni ben più profonde.

Ammettiamo per ipotesi l’esistenza di un interesse strategico gallico per quei cantieri, tale da legittimarne la nazionalizzazione. È evidente che nel caso delle banche italiane vi era un interesse strategico di entità quanto meno pari. Non parliamo poi di Telecom (ex) Italia.

Ne conseguono almeno un paio di dilemmi per gli euristi (italici e non):

Primo dilemma (in fatto):

I) o il PD non è in grado di tutelare gli interessi nazionali (se lo fosse stato, avrebbe nazionalizzato le banche venete)

II) o Leuropa non è in grado di tutelare i propri fondamentali presupposti (il rispetto delle “regole” sovranazionali, e in particolare il divieto di aiuti di stato) e quindi è inutile per piddini invocare “più Europa”

Secondo dilemma (in diritto):

I bis) o gli interessi nazionali strategici superano le regole europee, nel qual caso:
a) si delegittima tutta la filosofia politica del “vincolo esterno” sulla quale si basa il potere delle attuali élite politiche italiane (Cazzaro incluso);
b) il PD è stato di una imperizia criminale nella gestione delle crisi bancaria italiana ed è quindi indegno di gestire tecnicamente l’economia italiana.

II bis) o gli interessi nazionali fondamentali cedono di fronte alle regole europee, nel qual caso il PD si dimostra incapace di garantire – in nome di quelle regole – una parità di trattamento all’Italia all’interno del consesso europeo. E quindi si rivela indegno di esercitare leadership in una Italia parte integrante de Leuropa.

Ancora una volta si dimostra che l’impianto federalista “rules based” de Leuropa è una colossale balla, in quanto Leuropa si regge su una regola sola: la legge del più forte.


Alzi la mano chi ci crede davvero.


(…nell’attesa fiduciosa del primo incauto che “professore, complimenti per il suo post”, desidero svolgere una breve considerazione. Certo, in Europa vige la legge del più forte, come ovunque nel mondo. La dabbenaggine piddina, esemplificata da personaggi à la Furfaro, è quella di aver creduto, in base a non si sa quale ragionamento, che il progetto europeo avrebbe fatto di questo lembo di terra emersa una felice eccezione a quelle dinamiche di classe che ovunque nel mondo governano i corpi sociali. Se una simile dimensione irenica e palingenetica fosse stata proposta, che so, da uno scrittore cristiano del quinto secolo, la si sarebbe anche potuta trovare accettabile. Ma che venga proposta da pretesi, o meglio, supposti, eredi di Marx, ecco, questa è cosa che sinceramente fa onco.

Ciò detto, non vorrei che l’ovvia considerazione che nel mondo i ricchi e potenti comandano e i poveri e deboli obbediscono venisse interpretata in termini di una fatalistica accettazione di un nostro destino, più o meno rispondente a un disegno provvidenziale che ci farebbe scontare nostre ipotetiche colpe ataviche. Noi non siamo deboli perché tarati geneticamente o socialmente. Siamo deboli perché siamo stati traditi da una classe politica che ha fatto la scelta ben precisa di adottare il vincolo esterno come strumento di risoluzione dei suoi porci problemi interni. Se Leuropa fosse stata moralizzatrice, Craxi, Andreotti e Forlani le si sarebbero messi di traverso seriamente – cioè prima di essere defenestrati. Non sono gli italiani a essere tarati: è il PD a esserlo, e lo sono tutte quelle parti politiche che accettano l’idea che il popolo italiano non possa e non debba autodeterminarsi. Il primo segno e il primo strumento di questa subalternità è l’euro. Semplicemente svincolandoci da quella gabbia noi potremmo riprendere un percorso di crescita più ordinato, e quindi trattare senza difficoltà da pari a pari coi nostri fratelli europei, avendo recuperato la dimensione corretta per la tutela degli interessi nazionali: quella nazionale. Dimensione che è preclusa se i governi nazionali vengono svuotati dei loro margini di manovra in ambito economico.

Quindi: legge del più forte sia, ma ricordando che i più forti saremmo noi, se la nostra classe dirigente ci mettesse in condizione di esprimere il nostro potenziale: cosa che non sta facendo, nelle grandi come nelle piccole cose, proponendoci ovunque – nella scuola, nelle libere professioni, nella gestione macroeconomica, nei diritti civili – modelli di importazione, alieni alla nostra cultura e quindi ostacolo alle nostre capacità. Il punto è solo e sempre uno: PD DELENDVM EST, e questo non perché ciò sia risolutivo, ma perché sia di esempio. Colpirne – e spazzarne via – uno per educarne uno. Secondo me, poi, bisognerà spazzarne via almeno altri due prima che gli italiani possano essere decentemente rappresentati. Ma aprire troppi fronti è un errore che è sempre costato caro a chi lo ha fatto: oggi il nemico politico è costituito dal monopolio PD con le sue simpatiche segmentazioni del mercato: articolo uno, campo progressista, sinistra italiana, ecc. Questa roba deve scomparire per consentire l’affermazione in Italia di una vera sinistra patriottica e popolare, e quindi di una vera destra patriottica e borghese. Ho detto patriottico? Sì, e non me ne vergogno, perché, sorprendentemente, ha cominciato lui:


Sintesi: #facciamocome l’Angola: cacciamo i colonizzatori e i loro ascari – inclusi i presenti!…)

* Fonte: Goofynomics

6 pensieri su “PRIMO: BATTERE IL PD di Alberto Bagnai”

  1. Anonimo dice:

    E allora spiegate al rpofessorino che la deve far finita di criticare il M5S dicendo che è un gatkeeper e di non criticare la Lega ma non aderendovi esplicitamente.prendi posizione professore…di' per chi voterai tu…altrimenti sei un chiacchierone e quindi un gatekeeper…Mi serve solo una dichiarazione ESPLICITA DI VOTO…poi se la fai sono disposto a votare per te…MA LA GENTE HA BISOGNO DI INOUT EMESSI DA UNA PERSONA DI RIFERIMENTO…ti nel tuo piccolo lo sei quindi se non stai qui solo per fare lo spettacolino autopromozionale PRENDI POSZIONE!!!Io voto M5S

  2. Anonimo dice:

    Sarò sempre grato a Bagnai per aver minato le basi della mia appartenenza partitica (Pci, Pds, Ds, Pd) fondata sull'ingenua aspettativa che prima o dopo avrebbero detto e fatto qualcosa di sx, ignorando come l'ex Cavaliere sia stato il primo alleato e beneficiario del potere Piddino (TINA, su base nazionale, lo schema del bipolarismo).Grato anche per aver smesso di comprare La Repubblica…well, almost…da disoccupato avrei smesso comunque.Se non sapessi che la persona che parla nel video poi avrebbe fatto e promosso le cose che sappiamo direi che il suo è un discorso alto, Politico.Invece, alla luce di come ha saputo spregiudicatamente assolvere al ruolo di svuotamento della nostra sovranità a vantaggio di un internazionalismo per niente umanitario e solidale, l'esatto contrario di quello che, non solo qui, diceva in quegli anni, mi appare niente più che un avvocaticchio di provincia…ovviamente mi prendo la mia parte di responsabilità per averli votati, abboccando alla retorica piddina dei tanti, troppi, avvocati che lavorano nel e per il PD (meno elle).Ma venendo al nostro caro (a volte detestato) Alberto, da quanto ho letto a me sembra che ci sia ancora la speranza che torni a stare di nuovo e di più in mezzo a noi, sovranisti, patrioti, popolari, dabassisti, di sinistra.francesco

  3. Fiorenzo Fraioli dice:

    Poi dice che Illo se 'ncazza! Er poste è di Charlie Brown, che non è Illo, ma è lui, per lo stesso motivo per il quale lui non è Illo, che poi sarebbe, se volete, riconducibile al fatto che Illo non è lui.Il quale Illo dice una cosa interessante, sulla quale discutere pacatamente e intelligentemente: Colpirne – e spazzarne via – uno per educarne uno. Secondo me, poi, bisognerà spazzarne via almeno altri due prima che gli italiani possano essere decentemente rappresentati. Ma aprire troppi fronti è un errore che è sempre costato caro a chi lo ha fatto.Credo abbia in mente Berluska e Lega Nord. Perloméno, ciò è quanto sostiene l'esegesi maggiormente accreditata degli illologi di più chiara fama; tra i quali mi iscrivo per anzianità di servizio e studi illometrici effettuati sul campo. Perché l'illometria è una scienza.

  4. Anonimo dice:

    Fraioli non è"Credo che abbia in mente"Deve dichiarare un voto altrimenti è fuffa, chiaro?Ma possibile che non ci arriviate?Non puoi chiacchierare di una sinistra patriottica se questa sinistra patriottica non esiste minimamente.IL VOTO È NEL 2018 non fra dieci anni…devi proporre un voto che ritieni valido PER UNO DI QUELLI CHE C'È ADESSO non per qualcosa che non c'è e non ci sarà mai dato che a sx litigano su tutto.

  5. Anonimo dice:

    Carissimi,anzitutto ammetto di non aver letto tutto il pezzo, pur insolitamente breve, del Luminare di Pescara (o dei Parioli, fate voi). Pochi giorni fa m'ero riaffacciato, dopo lungo tempo, sulle pagine virtuali del suo blog. Mi sono costretto ad andare fino in fondo alla homepage, poi ho detto basta. Ma basta nel senso di basta per il resto del ventunesimo secolo. Ormai, il Vostro – non è un refuso, è proprio una V di Venezia – si è ritagliato un ruolo da Sgarbi del dibattito politico-economico. Ma sarebbe meglio dire di una nicchia di tale dibattito, visto che, nonostante gli strombazzati numeroni, la sua figura resta nota ed ascoltata soltanto presso una relativa minoranza della cosiddetta opinione pubblica. I suoi vari tentativi di crearsi agganci per darsi "agibilità" politica (volgarmente: 'na poltrona) finora non sono andati a buon fine. E, amici miei, questo le ha provate tutte! Da figure della vecchia "borghesia di stato" (Rinaldi, Savona), passando per dare a intendere la possibilità di un flirt coi pentastellati, fino ad un tour dei più incredibili cunicoli delle catacombe della destra italiana (in totale decomposizione, come si conviene a chi nelle catacombe risiede) con "pomiciate" in pubblico con monarchici, Allam, Alemanno, per poi dare a intendere la possibilità di "scalare" l'odiato Piddì, ma per svoltare di nuovo a destra con un lungo tira e molla con la Lega, alternato a una nuova sbandata a sinistra con ripetuti ammiccamenti a Fassina… Nel frattempo, si conciliavano spazi internettari e giornalistici sul Fatto Quotidiano, sul Tempo, sul Giornale, su TGcom 24 e spero non me ne sfugga alcuno, dove per l'audience di sinistra si dice che l'euro è fascista e per l'audience di destra si dice che l'euro è comunista.A mio parere, quello che attraversa tutti i recenti scritti del Luminare di Pescara-Parioli è proprio quello scadente e frusto sciovinismo italiota che non ha nulla a che fare con un Movimento di Liberazione Nazionale. Egli cita l'Angola, ma dovrebbe sciacquarsi la bocca per una settimana intera prima di aver il permesso di pronunciare la sola "emme" di MPLA… Una lotta di liberazione vera, mica il suo aumma-aumma continuo al peggio del peggio della "prima repubblica" del disgraziato Stivale.E a questo punto mi avvalgo dell'opzione nucleare: se il terreno giusto è quello nazionale, allora si liberino le vere nazioni della penisola italiana. Se l'Ue è destinata al fallimento, o comunque ad un lentissimo ed inarrestabile declino, dopo appena un quarto di secolo di integrazione "spinta", allora un secolo e mezzo fra il Brennero e Lampedusa non ha solo fallito, ma strafallito su scala intergalattica.Dunque, attrezziamoci ad uno scenario "cecoslovacco" di "dissoluzione controllata" dell'Area-Italia, prima che qualcuno evochi quello "yugoslavo", molto meno simpatico.E ho detto anche troppo.CordialmenteBarbaro D'UrsoP.S.: Prof. Fraioli, spesso non concordo con Lei, ma altrettanto spesso me fa tajà! Suggerisco che, se l'Economia è la "scienza triste", l'Illogia è la "scienza tristissima"!

  6. Redazione SollevAzione dice:

    Già…sarà in campo la sinistra patriottica per le prossime elezioni legislative?E' quello che la CLN tenterà di fare.La proposta è quella di dare voce all'ITALIA RIBELLE E SOVRANA.Di questa "follia" si discuterà alla II. ASSEMBLEA DELLA CLN che si svolgerà a Chianciano Terme dal 1 al 3 settembre prossimi.I perditempo e i maneggioni stiano alla larga.Aperta a chi non si sente né leghista né pentastellato ma odia i rottami politici della sinistra in ogni sua variante globalista e cosmo-internazionalista.

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