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LE BANCHE ITALIANE? TUTTE IN MANO STRANIERA

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[ 29 agosto 2017 ]

«Il processo di privatizzazione delle imprese di proprietà pubblica, avviato in Italia nei primi anni Novanta, è diventato un caso di studio e un riferimento a livello internazionale, per la dimensione delle vendite, nel mondo inferiori solo a quelle del Giappone e del Regno Unito, ma anche per l’efficace sequenza delle vendite e le procedure trasparenti L’avvio delle privatizzazioni fu imposto dal grave deterioramento dei conti delle aziende a partecipazione statale, soprattutto l’IRI e l’EFIM, in una fase in cui anche i conti dello Stato erano in condizioni non più sostenibili, dopo oltre un decennio di elevati disavanzi che avevano fatto lievitare il debito pubblico oltre il 120% del PIL».
Queste apologetiche quanto scandalose parole le troviamo non sul sito della Confindustria, bensì in quello della dalemiana fondazione ITALIANIEUROPEI. Si tratta di un articolo del febbraio 2008 di Stefano Micossi, che consigliamo di leggere tutto, perché ricostruisce il devastante processo di privatizzazione del

sistema bancario italiano dal 1993 al 2005. ne viene fuori che proprio i governi di centro-sinistra (con Rifondazione dentro e Bersani capofila) sono quelli che hanno attuato la più grande ondata di provatizzazioni d’Europa (vedi tabella).


Degno di nota quanto scrive Micossi:

«L’arresto delle privatizzazioni e il ritorno al pubblico.Con l’inizio del nuovo decennio, il processo di privatizzazione ha subito un vistoso rallentamento, che dura tuttora: ciò è stato il riflesso non tanto delle peggiorate condizioni dei mercati di Borsa dopo la fine della «bolla» sui titoli informatici, come sostengono Megginson e Scannapieco, quanto dell’attitudine contraria alle privatizzazioni della maggioranza di centrodestra, finora mantenuta anche in questa legislatura». 

Sì, avete capito bene, i dalemiani (che oggi hanno la faccia tosta di fare l’ala sinistra di Renzi) si lamentavano perché il centro-destra frenò le privatizzazioni delle banche e non solo! Col che si è detto tutto su cos’è stata e cos’ è la cosiddetta “sinistra” italiana, vera testa d’ariete del neoliberismo.


Ma a che punto siamo oggi con le banche? Che i salvataggi, da MpS alle banche venete, hanno dimostrato che quella per cui privatizzare sarebbe stata la soluzione si è invece rivelata un drammatico problema. Anzi, una tragedia nazionale.

L’Ufficio relazioni esterne della banca di Piacenza sono veri i dati riportati da LIBERO il 27 agosto, ovvero che la grande parte delle banche italiane è oramai in mano straniera. 

3 pensieri su “LE BANCHE ITALIANE? TUTTE IN MANO STRANIERA”

  1. Anonimo dice:

    E quando Berlusconi fece la sua promessa elettorale di portare le pensioni minime ad un milione, ed alla fine le portò a qualcosa che era poco meno di quella cifra, dall'altra parte partirono pronte le accuse di populismo perché si rovinavano i con pubblici.Non è sostenibile strillavano, ora sappiamo cosa significa.Lui è liberista, antilaburista, sacerdote della religione degli "tutti imprenditori di sé stessi" e adesso sostenitore del globalismo almeno da quando decise di sostenere Monti.Lui non è certo un amico.Ma loro riescono ad essere addirittura peggiori di lui, per loro far quadrare i conti come fosse una legge di natura è la divinità alla quale avrebbero sacrificato i pensionati al minimo e tutte le altre fasce popolari che da anni bastonano.

  2. Luca Tonelli dice:

    Di italiana è rimasta ormai solo la galassia intesa san paolo e alcune reti di popolari.

  3. Luca Tonelli dice:

    Di italiana è rimasta ormai solo la galassia intesa san paolo e alcune reti di popolari.E questo spiega le decisioni pro padroni (spesso esteri) che la nostra politica prende.Una volta passato di mano il capitale….passa di mano la politica.Che deve rendere conto a un quarto partito degasperiano…tedesco.Per questo vengono prese decisioni come pareggio di bilancio e unione bancaria europea…che danneggiano palesemente gli i interessi del restante capitale in mani italiane

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