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LE SINISTRA E L’EMIGRAZIONE (hops… l’immigrazione)

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[ 16 settembre 2017 ]

«La più gravosa è quella della bassa occupazione giovanile, un «vero tallone d’Achille del sistema economico e sociale italiano». Le cifre sono spietate: i giovani occupati in rapporto alla popolazione di riferimento risultano essere, secondo l’età, tra il 10 e il 17% in meno rispetto alle media dell’area euro. Tradotto significa assistere a tassi di emigrazione crescenti, che generano ormai «un’emorragia» di capitale umano calcolata in 14 miliardi di euro, ossia quasi un punto di Pil all’anno. Sono 51mila gli under 40 emigrati all’estero nel 2015, in continua crescita dai 21mila del 2008». [Corriere della Sera del 15 settembre]


Questa parole chi l’ha pronunciate? La Camusso? Vendola? Cremaschi? 
Macché, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria. La Fondazione Di Vittorio aveva già fornito l’anno scorso dati allarmanti. 
Quindi: 

«La nuova emigrazione italiana ha raggiunto, negli ultimi anni, livelli paragonabili a quelli della seconda parte degli anni ’60» [Fonte]

Si parla che nell’ultimo periodo sono emigrati all’estero ben 800mila residenti, non solo giovani. 

Davanti a questa diaspora che colpisce anzitutto le classi subalterne e impoverisce il Paese le sinistre che fanno? Che dicono? Niente! Organizzano forse i giovani a protestare contro l’emigrazione e per il diritto al lavoro?
Al contrario, si occupano anzitutto degli immigrati che vengono in Italia e in Europa. Un terzomondismo antimperialista? No, un umanitarismo apolitico che fa il verso a quello

della Chiesa cattolica. E quel che è peggio le sinistre (dai piddini ai centri sociali) fanno della “accoglienza” un icona identitaria, e anzi spalleggiano la narrazione ideologica cosmopolitica ed europeista della “Erasmus generation”.


Pensate che in questa trappola suicida c’è cascata purtroppo anche EUROSTOP, che mentre il paese va a picco e il popolo lavoratore fa la fame, considera una priorità aprire l’anno politico con un convegno proprio sull’immigrazione —sotto le mentite spoglie di un convegno contro la repressione (vedi grafica). La distanza con la realtà è oramai siderale.


Sono finiti i tempi in cui le sinistre e i sindacati erano strumenti di emancipazione e di lotta dei proletari. Al posto di una politica di classe hanno messo il pietismo umanitario, nella forma di venerazione del sottoproletariato. 

Altri tempi quelli in cui c’era la sinistra….

Ps
Dovremmo quindi accettare lo slogan di Casa Pound e Lega “Prima gli italiani”? Certo che no. E’ uno slogan ingannevole. I figli di papà, i pupilli delle élite dominanti non emigrano, se lo fanno vanno a fare i dirigenti di qualche multinazionale, o per master nelle università più prestigiose. Ci sono italiani e italiani, quelli che stanno sopra e quelli che stanno sotto. Il nazionalismo era e resta una trappola per fessi.

6 pensieri su “LE SINISTRA E L’EMIGRAZIONE (hops… l’immigrazione)”

  1. Anonimo dice:

    Quello dei migranti è senza dubbio un problema complesso ; c'è il regolamento di Dublino che è un'assurdità , tanti altri problemi etc.etc.etc.. Ma una politica che distingue un lavoratore in base alla nazionalità d'origine non è di sinistra . La forza è lavoro è sempre forza lavoro , e una politica di sinistra dovrebbe battersi per i diritti di queste persona indipendentemente dalle loro origini ; e sempre in un ottica oltre e a-nazionale . Chi mette in dubbio questo principio non è di sinistra . Dovrebbe bastare il ragionamento e la storia del pensiero politico , e le citazioni sono tantissime . Ve ne metto due , e spero che bastino . Vi metto sia Marx che Lenin , i quali spiegano , sull'immigrazione , non solo che la borghesia ha interesse a dividere il proletariato , fomentando tra i lavoratori sentimenti di paura, ostilità e razzismo contro i lavoratori immigrati ; ma anche il carattere progressista dell’abbattimento di barriere alla circolazione delle persone : “Non c'è dubbio che solo l'estrema povertà costringe gli uomini ad abbandonare la patria e che i capitalisti sfruttano nella maniera più disonesta gli operai immigrati. ma solo i reazionari possono chiudere gli occhi sul significato progressivo di questa migrazione moderna dei popoli. la liberazione dall'oppressione del capitale non avviene e non può avvenire senza un ulteriore sviluppo del capitalismo, senza la lotta di classe sul terreno del capitalismo stesso. E proprio a questa lotta il capitalismo trascina le masse lavoratrici di tutto il mondo, spezzando il ristagno e l'arretratezza della vita locale, distruggendo le barriere e i pregiudizi nazionali, unendo gli operai di tutti i paesi nelle più grandi fabbriche e miniere dell'America, della Germania, ecc.La borghesia aizza gli operai di una nazione contro gli operai di un'altra, cercando di dividerli. Gli operai coscienti, comprendendo l'inevitabilità e il carattere progressivo della distruzione di tutte le barriere nazionali operata dal capitalismo, cercano di aiutare a illuminare e a organizzare i loro compagni dei paesi arretrati” (Lenin, Il capitalismo e l'immigrazione operaia, 1913)."Ogni centro industriale e commerciale in Inghilterra possiede ora una classe operaia divisa in due campi ostili, i proletari inglesi e i proletari irlandesi. L'operaio inglese medio odia l'operaio irlandese come un concorrente che abbassa il suo livello di vita. Rispetto al lavoratore irlandese egli si sente un membro della nazione dominante, e così si costituisce in uno strumento degli aristocratici e dei capitalisti del suo paese contro l'Irlanda, rafforzando in questo modo il loro dominio su lui stesso.Si nutre di pregiudizi religiosi, sociale e nazionali contro il lavoratore irlandese. La sua attitudine verso di lui è molto simile a quella dei poveri bianchi verso i neri degli antichi Stati schiavisti degli Stati Uniti d'America. L'Irlandese gli rende la pariglia, e con gli interessi. Egli vede nell'operaio inglese nello stesso tempo il complice e lo strumento stupido del dominio inglese sull'Irlanda.Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell'impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. E' il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere. E questa classe ne è perfettamente cosciente." ( Marx , Lettera a Sigfrid Meyer e August Vogt del 9 aprile 1870 )

  2. Anonimo dice:

    L'immigrazione svolge anche questo ruolo. Dare alle sinistre radicali qualcosa su cui possano convergere per tenerle impegnate ed evitare che possano fare altro.Queste sinistre purtroppo abboccano regolarmente anche perché non hanno un reale progetto alternativo. Neppure si rendono conto che l'agenda delle loro priorità è scritta, ancora una volta, dalle oligarchie. Oligarchie che così riescono a sfruttare a proprio vantaggio quei drammatici effetti collaterali che sono gli esodi dalle guerre che esse stesse scatenano per il mondo per sopravvivere.

  3. Anonimo dice:

    Bisogna rendersi conto,al di là delle rigorose citazioni del primo intervenuto(che ringrazio per il suo richiamo ai classici su un problema così complesso e importante),che il contesto storico è comunque profondamente mutato dai tempi in cui Marx e Lenin ponevano la questione. Diciamo che tale impostazione è ancora sostanzialmente valida fino agli anni Sessanta-Settanta del XX secolo,anche per quanto riguarda i lavoratori italiani emigrati in Europa e in America(episodi di discriminazione,razzismo,diffuso disprezzo sociale e pregiudizi inveterati).Il quadro cambia aspetto e natura,però,dalla realizzazione dell'ordoliberismo europeo di marca Ue,che si sta servendo dell'immigrazione di massa,mentre mantiene l'inflessibile rigidità delle regole di bilancio,per disarticolare il tessuto economico,sociale e civile del Paese (a tutto vantaggio del "Partito tedesco" operante in Italia). Kolja Chitrovic

  4. Guido Parchi dice:

    Il capitale è nato internazionale, il proletariato non lo sarà mai (cit.). E' questo l'errore fatale di tutte le "sinistre" mondialiste che predicano l'uguaglianza dei povery (cit.) senza capire che solo gli Stati nazionali potrebbero difenderli (ed ognuno i suoi, che sarebbe già molto).

  5. Anonimo dice:

    Ma smettiamola con le pappagalesche citazioni dai "testi sacri"e diciamo una volta per tutte che NON È DI SINISTRA chi si affanna a ripetere che l'immigrazione incontrollata non va a braccetto con il capitale multinazionale e che il sovranismo è antistorico.Chi pensa questo non solo NON HA CAPITO NULLA delle dinamiche attuali del capitale ma ne è complice.

  6. Luca Tonelli dice:

    "L affossamento dello ius soli aiuta Chtulu. Se fossi il signore del male sarei molto contento."Michele Serra

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