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LA SINISTRA DI SUA MAESTÀ di Piemme

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[ 4 ottobre 2017 ]

Davvero istruttivo il teatrino in atto nel Parlamento riguardo alle votazioni preliminari in vista della Finanziaria (nella neolingua eurista Legge di Stabilità 2018),

L’aula del Senato ha approvato questa mattina con 181 voti favorevoli, quindi con un’ampia maggioranza, lo “scostamento dal pareggio di bilancio per 1,6 punti di Pil.


Non sembri questione di lana caprina. In base al famigerato articolo 81 della Cosituzione [1] approvata alla bulgara da centro-sinistra-destra nell’agosto 2012 e che impone allo Stato il pareggio di bilancio, ogni scostamento dal pareggio deve essere approvato dalla “maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera”. Una norma capestro che rafforza il nodo scorsoio dell’Unione europea sull’Italia

Ergo: i voti dei deputati e dei senatori di Articolo 1- Mdp erano indispensabili. E infatti, “per senso di responsabilità verso il Paese” (leggi: verso l’Unione europea), il voto favorevole di d’alemiani e pisapianisti non è mancato.

Assicurata l’obbedienza sul principio fondamentale Articolo 1- Mdp si è invece smarcata al momento di votare la cosiddetta “nota di aggiornamento” perché, dice Roberto Speranza in perfetto politichese: “C’è un giudizio negativo nel merito delle questioni poste”.

Cosa mai avrebbero chiesto quelli di Mdp? L’abolizione del superticket sanitario, che avrebbe chiesto risorse per circa 600 milioni.

Sbagliata la richiesta di Mdp? E ci mancherebbe altro che lo fosse!  Ha ragione da vendere D’Alema a dire che un governo che ha regalato decine di miliardi alle aziende (pochi finiti in investimenti e molti nelle prese di profitto) poteva pur trovare 600 milioni per una sanità più equa. Ci sarebbe da aggiungere le decine di miliardi per salvare le banche, o i circa 70 miliardi che lo Stato sborserà quest’anno solo per pagare gli interessi sul debito.

Ma, appunto, vorremmo dire al D’Alema che il suo è proprio uno spot elettorale. Si ubbidisce ad un principio, quello eurista del pareggio di bilancio, e poi si sbraita per le quisquiglie. Uno spot elettorale, anzi un misero spottino se si guarda allo spottone che si sta facendo il governo piddino con la Finanziaria, composta da misure che vanno tutte a vantaggio del capitale e qualche briciola per la sua base elettorale. Il tutto, ovviamente, con l’avallo degli eurocrati, che così sperano che le prossime elezioni italiane non facciano tremare la traballante Unione europea.
Vedremo…..

NOTE

[1] “Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.
Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.
Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.
L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale.

2 pensieri su “LA SINISTRA DI SUA MAESTÀ di Piemme”

  1. Anonimo dice:

    Tranquilli,la base elettorale ex Pci/Pds/Pd non tradisce mai,anche quando la bastonano,vorrete mica far vincere quei "barbari"dei populisti?E allora, come si diceva un tempo nei salotti buoni:"avanti così contro gli opposti estremismi!"La Chiesa Madre ha sempre ragione e i suoi fedeli la devono seguire,SEMPRE.Luciano

  2. Anonimo dice:

    Ed ormai hanno perso anche il senso della vergogna. Al telegiornale dicono che Delrio annuncia lo sciopero della fame "a staffetta". Ma che cos'è? Il pranzo lo salti tu e la cena la salto io? Ovviamente per lo ius soli, no comment.Chissà cosa si inventano la prossima volta, magari lo esternalizzano ad una ditta che offre scioperanti delle fame come servizio professionale di protesta e tanto di catalogo con ampio assortimento di etnie. Li recluta fra i disoccupati retribuendoli con una opportunità di visibilità che i più intraprendenti potranno mettere frutto.

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