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O IL PIL O LA VITA di Mauro Pasquinelli

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[ 9 ottobre 2017 ]

La sopravvivenza del sistema capitalistico è legata a doppio filo alla trasformazione delle nostre menti, dei nostri corpi e dei nostri organi interni in cestino della spazzatura dell’industria culturale ed alimentare. 

I nostri corpi non hanno un anima, servono solo a raccogliere spazzatura sotto forma di consumo.

Più siamo insoddisfatti, più consumiamo, più il capitale gioisce. L’infelicità collettiva fa crescere il PIL (prodotto interno lordo) par…ametro con cui tutti i nostri politici misurano il successo delle loro azioni.

Più’ ci ammaliamo di cancro più se la ridono le industrie farmaceutiche. 
Le malattie fanno crescere il PIL…

Più inquiniamo più saltano di gioia le industrie del petrolio e del disinquinamento. 
La devastazione dell’ambiente fa crescere il PIL.

Più facciamo guerre più esultano i fabbricatori di bombe e gli industriali del cemento. 
La guerra fa crescere il PIL…

Più guerre scateniamo più migranti ed affamati danno l’assalto ai nostri paesi concedendosi per un salario di fame. 
I migranti fanno crescere il PIL…

Più tecnologia sviluppiamo più persone gettiamo sul lastrico e nella precarietà. Disoccupazione e precarietà fanno crescere il PIL…

Più ansie ed insicurezze collettive più lavoro per psicologi, per fiction televisive, per i Barbara d’Urso e i venditori di fumo. 
Le ansie fanno crescere il PIL…

Più delinquenti e criminali, più lavoro e profitti per le mafie e le carceri privatizzate, per giudici e avvocati, per xenofobi e politici da strapazzo. 
Le mafie fanno crescere il PIL…

Più siamo soli più ci rifugiamo nella tastiera e nei “social media” alla ricerca di un senso da dare alla nostra breve esistenza. 
La solitudine fa crescere il PIL…

Più le merci hanno breve vita e muoiono alla scadenza dettata da mode ridicole e pubblicità pervasiva, più spazzatura sommergerà il pianeta. 
Moda, pubblicità e rifiuti fanno crescere il PIL.

Potremmo continuare all’infinito. 


Tutto è razionalmente calcolato per fare delle disgrazie individuali e collettive il motore della vita economica. Il malessere sociale è il principium movens che anima il sistema economico in cui viviamo.

Il tempo sta per scadere. L’orologio della natura sta suonando il gong finale. Si avvicina il giorno in cui gli umanoidi dovranno svegliarsi e decidere: o il PIL capitalistico o la vita, o dare un un senso ai nostri giorni o una apocalittica barbarie.

5 pensieri su “O IL PIL O LA VITA di Mauro Pasquinelli”

  1. Anonimo dice:

    Incomincio a pensare che la complessità per gestire un tale disastro sia fuori portata di qualunque raffinata regia cospirativa, che invece è molto peggio e non ci capisce un cazzo nessuno, e che Trump ne è la rappresentazione plastica, l'interfaccia dei dementi che hanno finanziato la sua elezione.Una "mano invisibile" che dopo l'11 settembre sembra giocare sempre più di rimessa, passando dalle guerre preventive alle azioni dei guastatori (false_flags&gatekeeping).Verrebbe voglia di aspettare che crolli tutto, e spostarsi, invece che costruire e dare riferimenti a dei dementi avidi, capaci solo si distruggere.francesco

  2. Anonimo dice:

    errata corrige.Scusate ho scritto di fretta, un "per" fuori posto:"Incomincio a pensare che per complessità gestire un tale disastro sia fuori portata di qualunque raffinata regia cospirativa".francesco

  3. Flavio Bertolotti dice:

    La trasformazione della società parte dalla trasformazione dell'individuo e, alla base di tutto, c'è la presa di coscienza, lo sviluppo di una nuova consapevolezza.Nessun modello, per quanto evoluto, ha mai potuto prescindere, nella sua applicazione, dalla qualità dell'essere umano.Quindi, grazie Moreno.Flavio

  4. Anonimo dice:

    che dire mauro, e' sconfortante ma e' cosi'. Come tu brillantemente lo evidenzi con una chiarezza lapalissiana. Tu ancora hai la voglia di sottoporre all' attenzione delle menti offuscate della massa che proprio perche' offuscate, non hanno la capacita' di recepire, la realta' che ci circonda. Essendo non credente, ma ammiratore del Cristo ed Ernesto Che Guevara, ho smesso da tempo di " regalare perle ai porci ". Pippo

  5. Anonimo dice:

    Il panorama in cui viviamo e' sconfortante. Sembra che una mano diabolica abbia concepito il mondo in cui viviamo fino nei dettagli più minuti per renderci impotenti e schiavi del sistema. Anche la barbarie gli gioca a favore e noi siamo solo delle vox clamantis in deserto, un deserto coltivato e voluto dagli stessi individui trasformati in servi volontari. La migliore dittatura e' quella nella quale non ti accorgi di esserci e hai interiorizzato la convinzione che essa e' la migliore soluzione per teMauro Pasquinelli

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