[ 10 ottobre 2017 ]

«Un carabiniere che fa il sovversivo è una spia. Dieci sono provocatori. Mille sono un cazzo di problema politico».

Questa mattina, 10 ottobre, alle ore 10:00, in piazza del Popolo a Roma, l’ex-generale dell’Arma, dopo il fallimento della “marcia su Roma” dell’11 settembre, ci riprova. E proprio a chiusura della pagliacciata dell’11 settembre l’ex-generale, capo supremo della setta Movimento di Liberazione Italia annunciò agli esagitati giubilanti: “Tra un mese preciso, il 10 ottobre –  il popolo tornerà qui e non chiederà autorizzazioni. Tra 30 giorni entreremo a Roma”.
Vedremo, vedremo.

Io ve la dico come la penso, mi auguro un fragoroso insuccesso. Perché? perché, in dissenso con chi lo liquida come un pagliaccio, un fanfarone  —e considera la sua setta un fenomeno da baraccone—, questo sicofante è pericoloso. 

Perché è pericoloso? Perché si infiltra in ogni movimento sociale di protesta (prima i Forconi, oggi quello contro i vaccini) e, intossicandoli con le sue farneticazioni, tenta di deviarli verso una china tenebrosa. Quale china? Quella di una neofascismo golpista.
Pericoloso doppiamente perché svolgendo questo suo lavoro — vale la pena ricordare che lo stesso Borghezio denunciò la sua cricca come agenti dei servizi segreti — egli usa i più pittoreschi camuffamenti politici, ovvero usa con diabolica astuzia l’inganno per adescare i tanti squinternati prodotti dallo spappolamento sociale in atto da tempo.
Più lo sfascio sociale cresce più aumentano gli esagitati, carburante per ogni sorta di avventura reazionaria.

Ecco perché non bisogna prendere sottogamba questo sicofante.
Ecco perché, vada come vada l’adunata di oggi, occorre stare in guardia, monitorare, prevenire, sventare l’infiltrazione dei Pappalardo nei movimenti di protesta sociale. A cominciare da quello sui vaccini.