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A PERUGIA NEL 70° DELLA COSTITUZIONE di Luciano Barra Caracciolo

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[ 15 gennaio 2018 ]A Perugia, il 19 gennaio, alle ore 15.30, presso l’Aula 1 del Dipartimento di Scienze politiche, via A. Pascoli, n.20, si svolgerà un incontro sul 70° della Costituzione.

Noi ci saremo.





1. Come avevamo anticipato in questo post (p.1), tenteremo, pur con le nostre forze limitate, di dare un adeguato risalto alla celebrazione dei 70 anni dell’entrata in vigore nella Costituzione democratica. 

La prima iniziativa al riguardo, organizzata con la massima tempestività possibile, cioè in vicinanza con la (ricorrenza della) data stessa della promulgazione, sarà un convegno presso l’Università di Perugia, la cui locandina trovate sopra riprodotta. E’ stato grazie all’entusiasmo del prof.Ponti, ed alla pronta adesione alla sua proposta del direttore del Dipartimento, che è stato possibile calendarizzare un convegno che, per le tematiche che propone, sottolinea la vitalità e l’attualità della Costituzione del 1948, evitando di indulgere in una diffusa retorica della “commemorazione di un caro estinto”; o, al più, nella raffigurazione di un anziano e nobile pro-genitore, al quale si augura, con falso pietismo e incoerente “modernismo”, un pronta e serena fine.


2. L’appuntamento, aperto a tutti coloro che sono seriamente interessati al tema della democrazia costituzionale come “soluzione” vitale e immediata, è dunque a Perugia, il 19 gennaio 2018, ore 15.30, presso l’Aula 1 del Dipartimento di Scienze politiche, via A. Pascoli, 20.

Mi pare peraltro interessante darvi un’anticipazione, —almeno per quanto “ci” riguarda (e mi riferisco al gruppo di ricercatori che, in vari modi, si è aggregato intorno al lavoro scientifico di questo blog—, del punto di vista e delle tematiche che cercheremo di affrontare.

3. E proprio dalla matrice costituita dai contenuti di questo blog, estraiamo un commento di Bazaar che, con la consueta ricchezza di spunti che caratterizza i suoi appassionati e rigorosi interventi, sintetizza felicemente quel necessario connubio tra temi storico-economici, macroeconomici e giuridico-istituzionali, (spaziando nella filosofia e nella storia del pensiero politico-economico), che dovrebbe guidare l’argomento della “attualità” della nostra Costituzione.
Il commento (arricchito da links che consentono di approfondire i vari passaggi), non a caso, è tratto da questo post: IL RISPARMIO SECONDO L’€UROPA E LA VIOLAZIONE DELL’ART.47 COST (secondo i Costituenti). Possiamo dire non a caso, in considerazione della centralità che rischia di assumere il tema (costituzionale!) del risparmio, nel corso del 2018, a seguito delle nuove regolazioni che varie istituzioni Ue si accingono ad introdurre a complemento dell’Unione bancaria:
Bazaar 11 febbraio 2016 11:58
“…In linea di principio nessun trattato di libero scambio – con annessa deregolamentazione dei fattori della produzione – potrebbe passare “per la cruna” dell’art.11 Cost. (v.qui, pag.131, cit. di M. Luciani) poiché la teoria dei “vantaggi comparati” comporta una disparità intrinseca, che è quella del fattore tecnologico.

A parità del fattore tecnologico, ci sarebbe comunque il problema della differenza tra tassi di inflazione e differente remunerazione del capitale: qualsiasi disomonegeità porterebbe a far esplodere le differenze, in quanto le dinamiche socio-economiche deregolamentate portano cumulativamente a circoli viziosi.

O meglio: simmetricamente, viziosi per il Paese con minore potere economico e militare, e virtuosi per il capitale del Paese più forte.

Il liberalismo è il cancro della modernità.

I sistemi complessi, come quelli biologici, formano un’unità di ordine superiorearmonizzando le eterogeneità tramite la regolazione degli scambi tra unità di ordine inferiore: l’unione avviene tramite membrane, dogane o frontiere. Non con la loro soppressione; è logica elementare.

Le gerarchie naturali esistono e non hanno nulla a che fare con quelle sociali a cui, appunto, vorrebbero sostituirsi.

Ciò che è politico non è naturale per definizione, con buona pace dei tecnosofi. E viceversa.

L’internazionalismo della nostra Carta passa dal sovranismo democratico che pone in rapporto ordinamenti statuali fondati effettivamente sul lavoro.

Poiché la struttura economica può essere rivoluzionata solo tramite la coscienza politica, la sovranità popolare che si esprime tramite le istituzioni democratiche dello Stato-nazionenecessita un progressivo rafforzamento dell’ordine westfalico.

La sinistra liberale e cosmopolita è anti-laburista per motivi strutturali, prima che etico-ideologici: è quindi di fatto anti-democratica e anti-umana. Ovvero, stante la morale manifestata, il relativismo etico di questo gruppo sociale deve estrinsecarsi in un “relativismo giuridico”, così come espresso da giuristi che dimostrano capacità ermeneutiche al pari di un Benigni qualsiasi.

Un Benigni che vinse l’Oscar facendo liberare Auschwitz dagli americani”.


* Fonte: orizzonte48

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