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ELEZIONI: LE LISTE DI SINISTRA E L’EURO

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[ 1 gennaio 2018 ]
Quindi il prossimo 4 marzo gli italiani saranno chiamati a votare. Sarà bene monitorare profili e programmi delle liste in lizza —ammesso che tutte riescano effettivamente a presentarsi. 
Lo faremo mettendo a confronto quanto dicono sull’Unione europea e sull’euro poiché, come chi abbia sale in zucca sa, questi due punti, tra gli altri, sono di grandissima importanza, e quindi dicono molte cose sulla natura delle proposte in campo.

Oggi iniziamo osservando quanto si dice sul fianco sinistro del variegato campo politico.

Cominciamo da LIBERI E UGUALI CON PIETRO GRASSO.

Il loro programma è in costruzione, ma è facile immaginare che per gente come Bersani, che affermò… “No, non e’ colpa dell’euro. Se non ci fosse l’euro gli italiani sarebbero in mezzo al

Mediterraneo con della carta straccia in tasca”, un politicante che ha sostenuto il governo Monti, che ha votato tutto, dal pareggio di bilancio fino al Jobs act, essi si attesterànno su una posizione europeista, salvo dire, per salvarsi la faccia, che i Trattati andrebbero cambiati —le posizioni più avanzate di Fassina e D’Attorre sono infatti ultra minoritarie. Una posizione di comodo, quella della modifica dei Trattati, che di fatto unisce tutti, dall’estrema sinistra all’estrema destra, passando per renziani, berlusconidi e salviniani vari. 


Come si spiega che pressoché tutte le liste si presenteranno come euro-critiche? Si spiega col fatto che passata la sbornia europeista la grande maggioranza degli italiani, se non è contro l’euro è di sicuro “euro-scettica”. Quindi, se vuoi prendere i voti, quantomeno, devi far finta di essere eurocritico o addirittura simil-sovranista.

Veniamo al MOVIMENTO CINQUE STELLE.
I grillini, dopo aver fatto fuoco e fiamme contro l’euro, sentendo profumo di governo, camaleonticamente hanno adottato una posizione che più ambigua non si può. 
L’incarnazione perfetta di questa doppiezza è il Di Maio. Ricordiamo quanto ha recentemente affermato:

«Non abbiamo mai detto che vogliamo lasciare l’Europa…vogliamo restare ma cambiare alcune regole. Ad esempio possiamo superare il parametro del 3% come hanno già fatto Germania e Francia, e poi bisogna rivedere alcuni trattati che stanno danneggiando la nostra agricoltura”…
“L’idea originale dell’Ue era buona e per quanto mi riguarda va separato il tema Ue dal tema Euro. Il referendum sulla moneta unica per noi è una extrema ratio. Vogliamo sederci ai tavoli europei e parlare fra adulti con gli altri leader Ue, con lo scopo di rinegoziare i trattati che stanno bloccando la crescita italiana. Spero che le istituzioni europee siano disposte a negoziare un’altra Unione”».

In un posizionamento di prossimità coi Cinque Stelle troviamo la LISTA DEL POPOLO.

promossa da Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia. Mentre Ingroia lasciatosi alle spalle la tragicomica esperienza di Rivoluzione Civile, pur se solo di recente ha espresso posizioni alquanto nette a favore dell’abbandono dell’eurozona, il primo (Chiesa) non ha mai fatto mistero del suo europeismo in versione eurasista. 
Il combinato disposto vorrebbe essere una sintesi delle due posizioni, prevale tuttavia, anche in questo caso una improbabile variante di altreuropeismo. Dopo avare adombrato alla necessità del

recupero della sovranità nazionale leggiamo al punto 7) del  programma:

«Non siamo anti-europei. Al contrario vogliamo che l’Italia contribuisca a creare una entità europea capace di svolgere un ruolo cruciale in un mondo multipolare in difesa della pace. Se isolati, gli attuali stati europei saranno travolti dall’azione dei giganti mondiali, senza poter opporre resistenza. Vogliamo un’Europa democratica dei Popoli. Ogni limitazione della sovranità nazionale dovrà essere subordinata alla assoluta ed effettiva parità di tutti i contraenti e in nessun caso dovrà essere realizzata a spese delle garanzie democratiche previste dalla Costituzione. Occorre una nuova Costituzioneeuropea da sottoporre mediante referendum popolari all’approvazione dei cittadini, liberi nel pieno esercizio delle prerogative costituzionali e della propria sovranità nazionale».

Passando in rassegna la lista che raccoglie i rimasugli della sinistra radicale che fu ci imbattiamo in POTERE AL POPOLO.
Riguardo all’Unione europea leggiamo nel programma elettorale:

«Rompere l’Unione Europea dei trattati; costruire un’altra Europa fondata sulla solidarietà tra lavoratrici e lavoratori, sui diritti sociali, che promuova pace e politiche condivise con i popoli della sponda sud del Mediterraneo; rifiutare l’ossessione della “governabilità”, lo svuotamento di potere del Parlamento, il rafforzamento degli esecutivi, l’imposizione di decisioni dall’alto perché “ce lo chiede l’Europa”».

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Abbiamo la riproposizione dell’altreuropeismo, in una versione solo più urlata di quella dell’Altra Europa con Tsipras, per la precisione nella versione paracula di Rifondazione comunista (che è a tutti gli effetti il dominus della lista in questione). L’innesto di Eurostop sembra servito a ben poco visto che della moneta unica, sembrerà assurdo, non si fa menzione. Lo stesso riferimento a “politiche condivise con i popoli della sponda Sud del Mediterraneo”, visto l’orizzonte alla “altra Europa” è solo fuffa demagogica. 

Ovviamente guai a rivendicare la “sovranità nazionale” che per i promotori di questa lista sarebbe una parola d’ordine “nazionalista”, se non addirittura fascistoide.

Si attesta su una linea del tutto simile la lista PER UNA SINISTRA RIVOLUZIONARIA, messa su dai trotskysti, ovvero la coalizione elettorale tra Partito comunista dei lavoratori e Sinistra classe e rivoluzione (ex-Falce e martello).
Leggiamo nel programma elettorale della lista in questione:

«Abolizione del pareggio di bilancio nella Costituzione.
Rifiuto del pagamento del debito, tranne che ai piccoli risparmiatori. Rottura unilaterale dei trattati europei, NO all’Unione europea capitalista».

Una formulazione sciatta e telegrafica  —anche in questo caso, del regime della moneta unica nessuna menzione—, a dimostrazione, oltre che dell’imperdonabile ritardo con cui certa sinistra estrema ha compreso la centralità strategica della questione della rottura con l’Unione, di una imperdonabile superficialità. Ma, come dire, meglio tardi che mai. Come per i loro cugini di cui sopra, vige il tabù della sovranità nazionale.
La sola voce fuori dal coro, l’unica lista che rivendichi l’uscita dalla Ue e dall’euro è quella dello staliniano PARTITO COMUNISTA di Marco Rizzo. Leggiamo da un loro manifesto:

«Fuori dalla UE, dall’euro e dalla Nato è la parola d’ordine che i comunisti pronunciano, senza chiudersi in nessuna visione nazionalistica, senza prospettare un semplice ritorno al passato. Insieme a noi lottano in questa direzione i comunisti di tutta Europa, per la liberazione comune delle classi lavoratrici dei nostri Paesi dallo sfruttamento capitalistico, dal potere dei grandi monopoli».

Solo che, in maniera del tutto simile ai fratelli-coltelli trotskysti, la rottura dell’Unione e l’uscita dall’euro è spostata nell’orizzonte lontano del socialismo. Il che implica, siccome

non ci si deve chiudere “.. in nessuna visione nazionalistica”, e si rifiuta ogni “ritorno al passato”, che senza rivoluzione socialista tanto vale restare nella gabbia eurocratica. Che è come dire: “Caro dottore, sapesse quanto piango bene in questa valle di lacrime…”

C’è chi ricorda che Marco Rizzo, in quanto dirigente di Rifondazione stava coi governi Prodi che ci portarono nell’euro, e poi, esponente di punta del cossuttiano Partito dei comunisti italiani era addirittura nel governo D’Alema che bombardava la Iugoslavia.
Di acqua ne è passata sotto i ponti…

5 pensieri su “ELEZIONI: LE LISTE DI SINISTRA E L’EURO”

  1. Anonimo dice:

    Cari compagni di Sollevazione, mi spiace ma sul Partito Comunista di Rizzo mi pare abbiate espresso un giudizio troppo severo e un pò troppo fazioso. 1)Ricordate gli errori (gravi, sia chiaro) di Marco Rizzo che risalgono a 20 anni fa, ma da allora tante cose sono cambiate e omettete che ha coraggiosamente fatto pubblica ammenda già diversi anni fa. Vorrei ricordare che se guardiamo agli schieramneti passati allora si potrebbe scrivere che pure Melenchon nel 1999 era nel Partito Socialista Francese, mentre Corbyn è rimasto inamovibile nel Labour Party nonostante i governi Blair…2)Sostenete che la posizione del PC su euro e UE sia simile a quella dei trotskysti, e qui prendete un abbaglio mostruoso. Il PC scrive chiaro e tondo che bisogna uscire da euro e UE, i trotskysti no. Il PC ha fatto anche conferenze con Bagnai su questo, per i trozkos bagnai (come tutti i no-euro) è fascista. Rizzo sulla questione ha scritto un libro, pubblicato nel 2012 da Baldini e Castoldi, intitolato "Il Golpe Europeo", nell'ultimo capitolo viene delineato il "programma dei comunisti", vi si può leggere: "Uscita dell'Italia dall'Unione Europea e dalla unione monetaria europea (sistema dell'euro), ripristino della sovranità politica e economica (commerciale e monetaria) al fine di sviluppare tutte le potenzialità del nostro paese." (p. 179) Trovatemi affermazioni simili provenienti da Ferrando o da Falcemartello. Impossibile. Comunque il programma ufficiale del PC per le prossime politiche ancora non è stato pubblicato, si potrà dare un giudizio compiuto solo dopo averlo letto. 3)C'è poi un'altra questione che in questo articolo non avete analizzato ed è la questione immigrazione. Ebbene basta che chiunque faccia una ricerca su youtube per trovare alcuni di stralci di trasmissioni televisive in cui Marco Rizzo assume una posizione assai critica sulla politica migratoria delle attuali classi dominanti, una posizione unica nel mondo della sinistra italiana, che lo differenzia in maniera netta dai no borders e lo avvicina parecchio alle posizioni spesso sostenute su questo blog. Insomma, credo che le posizioni di Sollevazione e del PC siano sì diverse (voi sovranisti costituzionali, loro comunisti) ma molto meno distanti di quanto appaia dalle ultime righe di questo articolo.

  2. Redazione SollevAzione dice:

    In risposta all'anonimo di cui sopra:nel presentare la posizione del PC scriviamo: "La sola voce fuori dal coro, l'unica lista che rivendichi l'uscita dalla Ue e dall'euro è quella dello staliniano PARTITO COMUNISTA di Marco Rizzo."Cioè riconosciamo bene la distanza tra il PC e il resto delle sinistra.Il fatto è che questa giusta posizione è invalidata dall'approccio antisovranista, del tutto simile a quello dei trotskysti. Due varianti dello stesso astratto internazionalismo, ovvero il vincolare l'uscita dall'euro alla… rivoluzione socialista… quando saremo tutti morti….

  3. Anonimo dice:

    Se i partiti della sinistra italiana non escono dall'euro e dall'Europa e non tornano alla moneta sovrana ed alla difesa del proprio paese e dei suoi lavoratori, allora vuol dire si deve cambiare le proprie idee ed ammettere il fallimento.

  4. RobertoG dice:

    Premesso che non faccio parte di alcun raggruppamento e quindi tantomeno del Pcl, vorrei osservare che dando una rapida scorsa al loro programma elettorale si legge tra le tante cose:rottura unilaterale dei trattati europei, nazionalizzazione del sistema bancario, con creazione di un’unica grande banca pubblica nazionale, esproprio di tutte le aziende che chiudono, licenziano e delocalizzano, nazionalizzazione di aziende privatizzate, grandi gruppi industriali, reti di trasporti, telecomunicazioni, energia, industria farmaceutica ecc. ponendoli sotto il controllo dei lavoratori, uscita dalla Nato e chiusura basi Usa. Mi fermo qui perchè non è mia intenzione fare spot elettorali, ma ci sono parecchie altre voci dello stesso tenore.E' chiaro che con una roba del genere sei fuori e lontano alcune centinaia di anni luce dall'unione europea, dalle sue regole e meccanismi e che per recuperare tutte queste risorse devi per forza avere il controllo sulla moneta. Che poi questa si chiami euro, lira o piripacchio ha ben poca importanza. Per cui stare a cavillare se sul programma c'è scritto esplicitamente o no se vuoi uscire dall'euro mi sembra una questione del tutto irrilevante. Piuttosto diciamo che nell'ipotesi fantasy che si andasse al governo in Italia con un programma del genere mancherebbe una voce fondamentale:dotarsi di armamenti di dissuasione anche nucleare e servizi di sicurezza super efficienti, dato che cinque minuti dopo si verrebbe immediatamente aggrediti dall'imperialismo secondo le svariate e ben note tecniche che tutti conosciamo da sempre.

  5. Marco C. dice:

    "Il PC scrive chiaro e tondo che bisogna uscire da euro e UE, i trotskysti no. Il PC ha fatto anche conferenze con Bagnai su questo, per i trozkos bagnai (come tutti i no-euro) è fascista."Mostrando un tempismo non da poco chiederei al supporter del PC di Rizzo come interpretare queste frasi dopo che il "compagno" Bagnai ha deciso di candidarsi con la Lega.

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