IRAN: LIBERTÀ PER AHMADINEJAD! di Campo Antimperialista
[ 8 gennaio 2018 ]
«La ‘”rivoluzione colorata” iraniana – come avevo previsto – non è durata più di tre giorni; i provocatori e i teppisti sono stati identificati e isolati. Di chi si trattava? Dei soliti noti, dall’MKO ai servizi d’intelligence israeliani e sauditi, cellule ‘’dormienti’’ che da anni attentano alla sicurezza nazionale della Republica Islamica».
«Contrariamente alle affermazioni di alcuni leader dei riformisti favorevoli al regime che tali proteste sono “cospirazioni”, crediamo profondamente che la maggior parte della gente della nostra nazione sia delusa e frustrata dagli slogan di coloro i cui unici obiettivi sono apportare lievi modifiche al regime attuale, e ora chiedono cambiamenti fondamentali nella governance del paese».
Ahmadinejad? Forse che Ahmadinejad è diventato nel frattempo un agente di “Cia, Israele e Arabia Saudita”? Ovviamente nessuno crede a questa accusa, nemmeno quelli che lo hanno messo agli arresti.
«Molti piccoli episodi hanno contribuito a determinare la rabbia della popolazione, spingendola poi nelle strade e nelle piazze. Tre finanziarie private, ad esempio – la Samen Alhojaj, la Caspian Financials e la Aman Financial Institution – sono di fatto fallite nelle scorse settimane, e i risparmiatori chiedono oggi la restituzione delle somme investite, accusando il governo di collusione con i vertici delle istituzioni finanziarie. Tutte e tre le finanziarie offrivano ritorni sugli investimenti a dir poco esorbitanti, attraendo in tal modo migliaia di risparmiatori in quella che sembra delinearsi a tutti gli effetti come una truffa sul modello delle ben note “piramidi finanziarie”. Ciononostante, i risparmiatori truffati non accettano accuse di dabbenaggine e chiedono al contrario alle istituzioni pubbliche di far fronte ai debiti accumulati dalle finanziarie.
Nelle aree recentemente colpite dal terremoto la protesta prende invece corpo intorno alle migliaia di persone che hanno perso la propria abitazione in conseguenza del sisma, e che oggi accusano il governo e le società immobiliari che hanno realizzato gli immobili (alcune riconducili alla struttura economico-finanziaria della Sepah-e Pasdaran) non solo di inefficienza nei soccorsi, quanto soprattutto di frode nelle modalità di realizzazione degli immobili, rivelatisi non anti-sismici.
In buona parte delle città settentrionali interessate dalle proteste, invece, la popolazione ha soprattutto accusato il governo Rohani di inefficienza, corruzione e abbandono, dopo anni di promesse che non si sono mai concretizzate. È la disoccupazione il principale motore del malcontento, che soprattutto nelle città di provincia e nelle fasce giovanili raggiunge percentuali elevatissime, ormai difficilmente sostenibili.
A questo si aggiunge il malcontento per la dilagante corruzione, per i numerosi scandali che interessano le èlite politiche ed economiche del paese, attraverso un susseguirsi di scandali che una stampa articolata ed eterogenea non manca di commentare e condannare, nel perenne dualismo tra le forze conservatrici e quelle di ispirazione pragmatico-riformista.
Ultimo, ma non certo meno rilevante, ad alimentare la protesta e il malcontento verso la gestione politica e amministrativa del presidente Rohani [la cui elezione noi non salutammo] possono essere individuati alcuni centri del sistema politico più conservatore. In questo ambito trovano quindi spazio sia figure dell’apparato politico-economico, interessate a screditare le politiche di apertura alla comunità internazionale e soprattutto il JCPOA, sia esponenti del sistema clericale come ad esempio l’Ayatollah Hossein Noori Hamedani, che ha prontamente sostenuto i manifestanti nell’ottica di indebolire il programma politico del presidente.
Attraverso questo meccanismo di propagazione, quindi, la protesta è arrivata ben presto nelle strade della capitale, interessando anche in questo contesto gruppi molto diversi tra loro per estrazione ed approccio ideologico. Le motivazioni che spingono quindi anche un numero non indifferente di abitanti di Tehran alla protesta sono essenzialmente connesse ad una vasta quanto eterogenea radice, genericamente riconducibile al generale malcontento per la crisi economica, la perdurante stasi del JCPOA [Joint Comprehensive Plan of Action, ovvero l’accordo sul nucleare del 2015, NdR] e la contestuale aspettativa sugli investimenti stranieri che non arrivano in Iran, la dilagante corruzione e una generale inquietudine sul piano della politica estera e soprattutto regionale».
patetico di usare l’icona della “eroica” ragazza senza chador, per mettere il loro cappello sul malcontento popolare, facendola insomma passare per una rivolta filo-occidentale. Niente di più lontano dalla realtà.
«Se tutto questo mette alla prova l’Occidente è perché quando nel giugno del 2009 l’Onda verde della protesta iraniana sfidò il regime, contestando i risultati della riconferma alla presidenza di Mahmud Ahmadinejad, gli Stati Uniti e l’Europa si voltarono dall’altra parte. Moltitudini di iraniani credettero che l’Occidente li avrebbe ascoltati e sostenuti. Ricevettero invece solo un tradimento, morale e politico, il cui primo – ma non solo – responsabile fu il presidente americano Barack H. Obama che, anziché sostenere le loro grida di libertà, scrisse in segreto a Khamenei, offrendogli un dialogo che sei anni dopo avrebbe portato all’accordo di Vienna sul programma nucleare iraniano corredato dalla fine delle sanzioni con imbarazzanti dettagli segreti che solo ora iniziano ad affiorare: dalla spedizione con un aereo militare di un miliardo di dollari in contanti ai pasdaran al blocco delle indagini dell’Fbi sui traffici illeciti degli Hezbollah fino all’avvertimento a Teheran che il generale Suleimani rischiava di essere eliminato da Israele. Scegliendo il silenzio davanti alla repressione dell’Onda verde Obama indirizzò l’America, e trascinò l’Europa, verso l’appeasement con lo stesso regime che oggi gli iraniani tornano a contestare a viso aperto, rischiando le proprie vite. Da qui l’importanza della scelta dell’amministrazione Trump di schierarsi subito dalla parte dei manifestanti e l’interrogativo se la Casa Bianca riuscirà a far seguire alle parole i fatti. È un bivio che riguarda anche l’Europa: dopo le prime timide dichiarazioni da Berlino e Bruxelles ha l’occasione per invertire drasticamente la rotta rispetto agli errori compiuti con gli ayatollah negli ultimi otto anni!».
Secondo l'Antidiplomatico la notizia dell'arresto di Ahmadinejad è falsahttp://www.lantidiplomatico.it/dettnews-iran_larresto_di_ahmadinejad__una_fake_news/82_22724/quid veritas?
scusate la mia ignoranza: vorrei conoscere la posizione di "campo imperialista" circa le "primavere" siriana e ucraina. anche lì lecita ribellione popolare non sobillata dall'esterno?grazie in anticipo.
Notizia falsa che Ahmadinejad è agli arresti?Se fosse così, come mai le autorità della Repubblica Islamica dell'Iran non l'hanno ancora smentita?Per quanto concerne le posizioni del Campo Antimperialista non si deve fare altro che andare al loro sito:CAMPO ANTIMPERIALISTA
"come mai le autorità della Repubblica Islamica dell'Iran non l'hanno ancora smentita?"Nel qual caso vorrebbe dire che ha sbagliato l'Antidiplomatico. A me (sono quello delle 10.32) interessa solo la verità.
L'antidiplomatico è un sito osceno e complottista, terrorizzato fino alla morte dall'idea di ogni forma di rivolta. Smisi di leggerlo dopo un servizietto che fece su degli scontri avvenuti a Firenze. Secondo l'antidiplomatico degli infiltrati al soldo di Renzi. Chi era in piazza invece sa bene essere stati fatti dall'area più moderata del movimento, i vecchi disobbedienti, che organizzano gli scontri finti a tavolino. Insomma robba fatta dagli organizzatori del corteo a favor di telecamera, ma certo non fatti da infiltrati esterni al corteo. L'antidiplomatico rappresenta quella borghesia internettara, che è nata ben prima di internet, ma che all'età di 40 anni si è rinchiusa nella cameretta e si vede siti dalla mattina alla sera.Da Firenze a Theran, l'antidiplomatico fa solo una cosa: complottismo contro ogni velata ipotesi di rivolta di piazza.S proprio complottismo dobbiamo fare, ci saebbe da chiedersi: a chi giova la dietrologia dell'antidiplomatico?