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VERSO LE ELEZIONI, SCHEDA 4: POTERE AL POPOLO

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[ 25 gennaio 2018 ]

Oggi ci occupiamo di Potere al Popolo —coalizione elettorale di cui abbiamo già scritto QUI e QUI — per vedere cosa dice sull’Unione europea e l’euro.


Ricordiamo le schede precedenti: 
SCHEDA 3: L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS
*  *  * 

Recita il programma elettorale di Potere al Popolo dal titolo, appunto UNIONE EUROPEA.

«Negli ultimi 25 anni e oltre, l’Unione Europea è diventata sempre più protagonista delle nostre vite. (…) I ricchi, i padroni delle grandi multinazionali, delle grandi industrie, delle banche, le classi dominanti del continente approfittano di questo ”nuovo” strumento di governo che, unito al “vecchio” stato nazionale, impoverisce e opprime sempre più chi lavora. L’Unione Europea è uno strumento delle classi dominanti che favorisce l’applicazione delle famigerate e impopolari “riforme strutturali” senza nessuna verifica democratica. (…)  Noi ci sentiamo naturalmente vicini ai tanti popoli che vivono nel nostro stesso continente, con i quali la nostra storia si è intrecciata e si intreccia tuttora e che soffrono come noi a causa di decenni di politiche neoliberiste; insieme a tutti costoro vogliamo ricostruire il protagonismo delle classi popolari nello spazio europeo. 

Per questo lottiamo per:

– rompere l’Unione Europea dei trattati;
– costruire un’altra Europa fondata sulla solidarietà tra lavoratrici e lavoratori, sui diritti sociali, che promuova pace e politiche condivise con i popoli della sponda sud del Mediterraneo;
– rifiutare l’ossessione della “governabilità”, lo svuotamento di potere del Parlamento, il rafforzamento degli esecutivi, l’imposizione di decisioni dall’alto perché “ce lo chiede l’Europa”;
– il diritto dei popoli ad essere chiamati ad esprimersi su tutte le decisioni prese sulle loro teste a qualunque livello– comunale, regionale, statale, europeo – pregresse o future, con il ricorso al referendum».

Salta agli occhi: neanche una parola, che fosse una, sulla moneta unica, nemmeno un pur fugace accenno all’euro. La qual  cosa è come minimo surreale, visto che l’euro non è un orpello ma il vero e proprio pilastro dell’Unione e del mercato unico. E quindi è francamente ridicolo che nel programma si chieda la “nazionalizzazione della Banca d’Italia”. Ci viene in mente quella stramba figura dell’ippocervo: una Banca centrale “nazionalizzata” che non dispone di sovranità monetaria e resta entro il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) è una totale assurdità.

Ma perché questa reticenza su un punto tanto dirimente com’è l’euro? Semplice: perché tra i contraenti del patto elettorale non c’è accordo. Je so’ pazzo, il centro sociale napoletano che per primo ha lanciato l’iniziativa della lista napoletana, ha la medesima posizione di Rifondazione comunista, che difende la moneta unica —leggere per credere con quali peregrini argomenti. Eurostop ha quindi dovuto ingoiare un boccone molto amaro. Le Rete dei Comunisti, che di Eurostop è il perno, deve arrampicarsi sugli specchi per giustificare il cedimento su un punto di tale importanza.

Potere al Popolo dice che bisogna «rompere l’Unione europea dei trattati». Togliete il verbo (furbetto) “rompere” e avrete in buona sostanza —checché ne dica Giorgio Cremaschi—, la medesima posizione della gran parte delle liste elettorali concorrenti, comprese quelle di regime come Partito democratico e Forza Italia, le quali rivendicano il superamento dei vincoli scritti nei Trattati, e tutte sperano, in nome di un “europeismo inclusivo” e non tecnocratico, nella “riforma” dell’Unione.

Certo, non siamo ai tempi de L’Altra Europa con Tsipras  (e come si potrebbe dopo la vergognosa capitolazione di SYRIZA?) ma gratta gratta Potere al Popolo ci rifila la minestra riscaldata dell’ altreuropeismo. Questo e null’altro è il significato di questa frasetta-mantra: 

«costruire un’altra Europa fondata sulla solidarietà tra lavoratrici e lavoratori, sui diritti sociali». 

Anche qui un’altra enorme concessione di Eurostop.

A questo punto il lettore potrebbe pensare che Potere al Popolo è, al pari delle altre liste elettorali, un’accozzaglia senza né capo né coda. Non è vero, o è vero solo in parte.
C’è infatti un punto teorico e programmatico, un collante ideologico su cui si regge l’alleanza elettorale. E’ il categorico rifiuto della sovranità nazionale, considerata come una “cosa di destra” in quanto “nazionalistica”. Siamo in presenza di un vero e proprio elemento distintivo, anzi identitario, che accomuna tutta la sinistra radicale. 
Che abbiamo allora, alla fine dei conti? Che la “rottura con l’Unione dei Trattati”, privata dello sbocco politico e logico della conquista di una piena sovranità e indipendenza nazionale, è una finta rottura, un inganno.

9 pensieri su “VERSO LE ELEZIONI, SCHEDA 4: POTERE AL POPOLO”

  1. Anonimo dice:

    OT ma non troppo.Nel frattempo pare che il PD stia dando il ben servito al sedicente "simbolo dei diritti lavoratori" (maddeché) che però votò a favore del jobs act. Il Boccuzzi che fu candidato da Veltroni.https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/01/25/elezioni-a-torino-il-pd-fa-fuori-il-deputato-boccuzzi-ex-operaio-thyssen-e-simbolo-dei-diritti-dei-lavoratori/4115128/Per tornare in topic, oggi PaP ci propone come simbolo la ricercatrice precaria. Che dite la storia si ripeterà? Avremo un jobs act nella ricerca, magari chiamato in altro modo, che costei in qualche modo sosterrà? Vedremo, anche se le possibilità che entri in parlamento sono abbastanza risicate.

  2. Anonimo dice:

    Qui la cosa si fa un po' piu' complicata, ma andiamo per gradi:Rifondazione Comunista e' stata ed e' l'ostacolo maggiore per costruire una nuova forza anticapitalista in Italia. Quanto prima si scioglie o finisce per consuzione tanto meglio sara' per organizare un'opposizione sociale in questo paese. Lungo il suo percorso dal 91 in poi ha lasciato solo macerie e causato danni politici incalcolabili al movimento operaio vecchio e nuovo. Il ricostituito pci erede dei "comunisti italiani" di Diliberto e Cossutta e' un'accozzaglia di nostalgici ex governisti e tardo stalinisti che hanno sempre fatto prevalere la tattica elettorale sulla strategia politicaPotere al popolo nasce con un peccato originale perche' i suoi promotori si sono ritrovati solo dopo il fallimento del Brancaccio che propendeva nelle intenzioni iniziali ad un apparentamento a destra con sinistra italiana per poi contrattarsi l'accordo elettorale con lo Mdp di Bersani e D'Alema. D'altronde ci vedo lo zampino di Demagistris europeista convinto. Riguardo la rete dei comunisti/eurostop ritengo che abbiano opportunisticamente voluto ritagliarsi uno spazio centrista tra l'area di cui sopra e i negriani.Perche' ho sostenuto la partecipazione ad eurostop, perche' sul piano soprattutto locale, avrebbe potuto rappresentare un cuneo contro l'omologazione europeista della sinistra di alternativa. L'agone politico in cui sostenere senza se e senza ma, cosa che si sarebbe riverberata anche nelle assemblee di potere al popolo, la lotta contro l'euro e per rivendicare l'indipendenza nazionale dal capitalismo europeista a trazione franco tedeca. L'uscita unilaterale dall'eurozona rappresenta il cardine della battaglia per il socialismo del 21 secoloper un nuovo socialismo del 21 secolo.

  3. Anonimo dice:

    Una domanda.Dove e scritto che potere al popolo è contrario alla sovranità nazionale?Non ho trovato nulla salvo un articolo di risorgimento socialista che però dice che la so ranità nazionale è il fulcro della lotta di classe, cioè il contrario.Forse avranno cambiato idea ma vorrei sapere se esiste un documento da consultare.

  4. Redazione SollevAzione dice:

    Confermiamo quanto scritto,Non c'è traccia nel programma elettorale di Potere al Popolo di concetti come nazione o sovranità nazionale.L'orizzonte è sempre quello sinistrato di una "Europa dei Popoli".Puoi controllare leggendo il loro programma elettorale:https://poterealpopolo.org/potere-al-popolo/programma/

  5. rosso di sera dice:

    Ragazzi, non si può commentare un programma elettorale SOLO da un punto di vista, quello delle posizioni sull'euro. Il programma dice che l'ue è un nuovo agglomerato che, come in passato e come in parte continua a fare lo stato nazionale, opera contro i lavoratori. Su questo sono molto più di sinistra di voi, perché tengono ancora il punto sulla posizione, chiamiamola così bakuninista-leninista (su questo Lenin è poco marxista, come su altre cosa: il cospirazionismo rivoluzionario tipico dei nichilisti e anarchici russi), ovvero che lo Stato è la struttura repressiva che i padroni hanno organizzato per opprimere i proletari. Ora in un'epoca ad economia nazionale, questa forma è lo stato-nazione. In un'epoca a borghesia trasnazionale, questo stato dei padroni è il super stato europeo. Forse avevano visto lontano le br quando parlavano di stato imperialista delle multinazionali.Torniamo a potere al pop. A me questa esperienza NON piace per la moderazione generale. Io li chiamo potere al pop, per la banalità di alcune posizioni. Tutto ciò premesso, vi ricordo che voi avete sostenuto il m5s non perle posizioni in sè, ma per il movimento di crisi che a vostro dire avrebbe aperto all'interno dello scenario politico. Dopo 5 anni di pace sociale, dalla scomparsa di quei movimenti riottisti nelle metropoli fomentati da studenti e rimasugli di sindacalismo radicale, fino ai luoghi lontani come la vlsusa pacificata, m5s si è dimostrato molto più come il moderno pci, struttura che incanala e smorza la rabbia. Dopo 5 anni di pace sociale, la prima cosa che dovreste dire è: noi avevamo torto, chi sosteneva che i 5s avrebbero rappresentato un tappo alla rivolta avevano ragione. A volte una autocritica è segno di maturità.Per le stesse ragioni per cui VOI (non certo io) avete sostenuto i 5s, dovreste quanto meno essere meno severi verso pap. In pap ritrovo molte facce e lo stesso odore che sentivo nei primi meet up di Beppe, l'ala sinistra ed ecologista dei 5s. Vivo in un paese in cui l'intero gruppo degli amici di Beppe di 10 anni fa, nato per contrastare una multinazionale predatoria, oggi sta con potere al pop. Vivo in una provincia italiana dove questi nel giro di un mese e nel silenzio dei media, hanno fatto assemblee prima di 100, poi di 130, infine di 230 persone. Un numero che forse noi raggruppiamo in un evento nazionale a Chianciano, loro lo hanno in una provincia di 300 mila abitanti… Di questi prc+pci erano circa una cinquantina, gli altri tutti ex grillini, membri dei comitati di disoccupati, membri di comitati ecologisti, gente normaloide attratta dall'invito su fb, ultrasinistri che non hanno mai votato in vita loro…Io credo che potere l pop ha il 50% di possibilità di non arrivare nemmeno all'1% e altrettante possibilità di arrivare al 3%. Vi sembrerà folle, ma secondo me è così e tutto dipende dal PD. Il Pd sta perdendo uno 0,3 a settimana! Se non inverte la rotta rischia di schiantarsi questa volta. Ora se il PD crolla io non credo che i cocci li raccoglierà Grasso: la politica non è come Il Dalemone, il gioco di ruolo che inventò una geniale Guzzanti. Chi è deluso dal PD, poi quando sbrocca magari si astiene, magari va da Grillo, magari da Salvini! eh già, e magari a pap. Non sceglie un altro PD…gli umori elettorali sono molto più elastici, camminano come il cavallo non come un pedone… Ecco se il pd crolla tutto allora può succedere, pure che questi sfondano

  6. rosso di sera dice:

    Dimenticavo un punto per ovvie ragioni nascosto, ma molto interessante di pap: l'abolizione del 41 bis e un'amnistia per reati sociali e politici. Attenzione che viviamo in un paese dove ci sono mille famiglie che hanno dei parenti rinchiusi nei lager del 41 bis e altre 15 mila persone ci hanno vissuto in passato. Questo non è il garantismo perbene dei radicali, queste sono proposte che, se passano di bocca in bocca (non ne parleranno mai in tv) nelle cene coi parenti nella profonda italia del sud-ovest valgono voti di una nicchia non tanto piccola. Ricordo che nella fine degli anni '90 a Napoli la Lista Trupiano-No al 41 bis, esperimento rosso-azzurro di ex aree combattentistiche ed ex forza italia, in un periodo dove anche c'era della ideologizzazione e questi esperimenti non andavano…beh prendeva il 5%. Invece Ingroia, che voi per un istante avete pure pensato di votare, sul 41 bis ha delle posizioni ultra sbirresche. Insomma occhio: non esiste solo l'euro, ci sono linee non parallele e nemmeno euclidee dove può correre la polarizzazione populista. Chi vede solo l'euro finisce in compagnia di Salvini o delle fighette dell'antimafia che non hanno mai avuto alcun appeal populista nemmeno nei loro sogni erotici

  7. Anonimo dice:

    Devo ammetterlo, la definizione "Potere al pop" del commentatore qui sopra è bellissima. Gli calza a pennello.

  8. Redazione SollevAzione dice:

    caro Rosso di seracerto che la questione dell'euro non è l'alfa e l'omega ma…ma appunto è tipico dei sinistrati far finta (FARE FINTA) che non sia la questione delle questioni.Abbiamo detto, sin dalla prima scheda, che avremmo analizzato i programmi di ogni lista focalizzando sull'euro e la Ue.Sul resto sai, ognuno promette mari e monti, ovvero prende per il culo i cittadini….PsChiedi a Potere al pop come pensano di strappare tutti quei diritti senza uscire dalla Ue e senza sovranità statuale e nazionale?Non ti risponderanno, perché per essi che sia lo Stato nazionale che sia quello imperiale eurocratico… differenza non fa….

  9. Anonimo dice:

    Basta anche guardare l'immagine che vogliono dare di sé stessi, un'altra gioiosa macchina da guerra. Come se non avesse già fatto abbastanza danni la prima, quella di Occhetto.

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