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IO NON STO SU FACEBOOK, MA NON DITE CAZZATE! di Piemme

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[ 23 marzo 2018 ]

IO NON STO SU FACEBOOK, MA NON DITE CAZZATE! 
Le anime belle liberali piangono lacrime di coccodrillo per lo scandalo che sta travolgendo Facebook e il suo padrone Mark Zuckerberg a causa del furto di dati operato dalla Cambridge Analytica.

Scoprono, pensate un po’, che con le nuove tecnologie sarebbe in gioco “il bene assoluto della libertà individuale”. Uno di questi rispettabili liberali scopre che come cittadini 

«Siamo nudi dinanzi al mondo, in un angolo del quale c’è qualcuno che in realtà sa tutto di noi. E il paradosso è che forniamo noi stessi, più o meno volontariamente, le informazioni essenziali, anche personalissime, che opportunamente assemblate ci stanno trasformando da utenti o fruitori di un servizio in merce: dati raffinati da mettere in vendita». [Alessandro Campi, il messagero del 22 marzo]

Saremo pedanti ma vorremmo ricordare al nostro compunto liberale che scopre l’acqua calda, e che gli uomini sono merce da un bel pezzo, almeno da quando esiste il capitalismo. Lo sono anzitutto i lavoratori salariati che sul mercato sono appunto la merce più preziosa in quanto producendo valore nel processo di produzione aggiungono valore al capitale. La mercificazione degli uomini come cose, fenomeno che Marx chiamava reificazione. E con la mercificazione la libertà può solo essere formale e non sostanziale, privilegio dei dominanti.
Per cui Facebook non ha fatto altro che portare questo processo di mercificazione e reificazione fuori dal processo produttivo, trasferendolo nella sfera delle relazioni sociali, che oggi, come sappiamo, vivono anzitutto nel mondo della virtualità. Spingendo quindi al massimo grado l’alienazione di Sé.


Il liberale esprime dunque la sua angoscia perché è

«innaturale che un’oligarchia non sottoposta ad alcun controllo possieda e gestisca, secondo criteri di puro tornaconto commerciale e sulla base di procedure che rappresentano un segreto inaccessibile a qualunque autorità pubblica, miliardi di dati personali accumulati all’insaputa dei diretti interessati. Ancora più grave è che costoro non siano in grado di tenere riservati questi dati, o che siano rubati…». 

En passant: il Nostro piagnucola ma si guarda bene dal trarne la conclusione, che è una sola come scrisse Sandokan su questo blog, che certi mostri internettari andrebbero espropriati e posti sotto controllo pubblico.

Innaturale?!?  E’ forse “naturale” che il sistema mediatico, televisivo, della carta stampata e anche del web, sia controllato da gruppi non meno oligarchici (liberali)? E non è forse vero che questi gruppi oligarchici agiscono, anche loro, per tornaconto commerciale, ovvero agiscano in nome del profitto quasi sempre a spese della verità? 

Il liberale spara quindi l’ultima cazzata. Lo scandalo facebook sarebbe

«Utilizzando i profili psico-sociali degli utenti… si sarebbero indirizzati a milioni di elettori  messaggi personalizzati, costruiti ad arte per orientarne il voto finale in una precisa direzione. Una truffa a danno della democrazia, una manipolazione, un’alterazione delle volontà popolare». 

Oddio! Il Nostro precipita dal pero. E che c’era bisogno che nascesse Facebook per scoprire che il mondo dell’informazione, monopolio delle élite capitalistiche, private e pubbliche, lavora ogni giorno a pieno regime per “manipolare” l’opinione pubblica e quindi “orientare il voto finale” del cittadini?

Sorge dunque il sospetto che la ragione di tanto disappunto per questa vicenda non sia la vicenda in quanto tale, ma per il fatto che in questa occasione la manipolazione abbia favorito, non le élite liberali, ma quelle populiste (Brexit,Trump). Noterete che infatti viene fatta circolare ad arte l’indiscrezione che qualche diavolo (Steve Bannon, Putin…) abbiano interferito sulle elezioni italiane per far vincere M5S e Lega.

Qui il Nostro ha uno slancio di ragionevolezza, dal momento che dice ai suoi sodali che le ragioni della loro sconfitta sono profonde e non si possono spiegare coi complotti e le cospirazioni. 

Per concludere. E’ singolare che oggi le élite ricorrano, per giustificare la loro débâcle, alla teoria del complotto, cosa per cui han sempre deriso i complottisti. Hanno preso dei tali ceffoni, la loro egemonia è talmente traballante, che gli gira la testa e non sanno a che santo votarsi. E’ infine sintomatico: le teorie complottiste sono sempre tipiche di minoranze marginali, che tentano di giustificare la loro debolezza con spiegazioni diaboliche e non razionali. 

Si può addirittura azzardare una legge: il complottismo riconcilia gli sconfitti con il loro senso di impotenza davanti ai potenti processi sociali





5 pensieri su “IO NON STO SU FACEBOOK, MA NON DITE CAZZATE! di Piemme”

  1. Legge Mancino n°205 dice:

    certi mostri internettari andrebbero espropriati e posti sotto controllo pubblico? ma è già così……solo un ingenuo pensa che zuckermerd possieda fessbuc, cioè una azienda che ha perso 2 miliardi di dollari nei primi 10 anni di vita…..chi ha pagato per una azienda il cui business non stava in piedi? FBI, unico vero proprietario di fesbuc.

  2. Anonimo dice:

    Complottismo o meno.. non crederete davvero che la versione ufficiale dell' 11/09 stia in piedi così come il mainstream la propaganda?

  3. trentunenne dice:

    Ho trentuno anni e da un anno non sto più su facebook. Naturalmente il controllo e la pubblicità sono stati un elemento importante, ma la vera svolta è stata molto meno politica e molto più sociologica, per così dire. Facebook ormai…è da sfigati!Tutti i miei amici erano più vecchi di me, tutti i miei coetanei stanno uscendo o ormai non pubblicano più di due volte l'anno e lo tengono giusto per chattare con la morosa in erasmus a Londra. I miei amici di facebook ormai erano tutti cinquantenni e non facevano altro che imitare i commentatori e gli opinionisti dei giornali, ognuno con la sua verità sulla politica, il calcio, la fica. Ognuno brillante editorialista, ognuno che legge solo ste stesso e non viene letto da nessuno. Una tristezza infinita.Fra i miei amici c'erano anche lettori di questo blog. Appunto cinquantenni.Vi invito a riflette su questi dati. Orami c'è una società tecnologica giovanile, dei ragazzi diventati maggiorenni dopo il Duemila, che usano le tecnologie con funzionalità: stanno a cena e mettono come sottofondo una playlist da yt, c'è la festa di compleanno e fanno un gruppo su wp, ecc.Poi ci sono quelli che hanno conosciuto la tecnologia da vecchi e non la sanno usare che con un elemento di fissazione, paradossalmente molto più millenarista di chi ci è nato, abbagliato dalla rivoluzione che per noi è solo normalità (e noia): è la generazione di Grillo e di molti vostri lettori e autori. Pensano di fare politica davvero coi blog e con fb. Questa non è modernità, è decadenza senile. Io la politica la faccio alla riunione del giovedì, mica su blogspot. Che poi anche li ci sarebbero blog meno schiavi delle multinazionali: autistici, noblogs, ecc.Si può uscire da facebook, non da rivoluzionari, ma alla ricerca di uno strumento nuovo quando quello vecchio puzza di sfiga.Io su facebook non ci sto, e non dico cazzate 😉

  4. chiunque scriva ciò che vuole dice:

    Fake-news contro Facebook. Che cosa si nasconde dietro la finta campagna contro Facebook . Il ridicolo regolamento UE per la tutela dei dati personali ? Deliberatamente i governanti cercano di indirizzare l’attenzione sui fantomatici pericoli che deriverebbero per i cittadini dalla raccolta ed utilizzazione di dati personali da parte di “Facebook” o simili piattaforme, che soltanto con un’infantile ingenuità si possono credere “non commerciali”. Se chiunque può liberamente utilizzare questi servizi significa forse che Zuckerberg è come Babbo Natale e il suo impero miliardario è un’opera di beneficenza ? Chiaramente, ogni volta che si accende un computer collegato ad internet bisogna immaginare di essere in una vetrina aperta a tutti, non soltanto ai passanti locali ma a tutto il mondo. Eppure si sa che miliardi di cittadini in tutto il mondo mettono i loro dati volontariamente a disposizione di Facebook e quindi di tutti coloro che a pagamento possono acquisirli e farne l’uso che vogliono. Dov'è il problema ? Facit: l'attacco contro Facebook è una burla pensata unicamente per preparare il colpo grosso, cioè la censura delle testate giornalistiche dissidenti dalle narrative governative. Già ora Facebook cancella scrupolosamente i "post" indesiderati dal potere, cioè ciò su cui per ordini superiori (di cui il pubblico non sa nulla) non si deve diffondere notizia. l prossimo passo è già in preparazione, verrà ovviamente presentato come regolamento per la tutela della "corretta informazione ma sará in realtá la tutela delle … "verità di Stato" tramite cancellazione della dissidenza spacciata per "fake news". Cosí è "highlylikely" se vi pare.

  5. Redazione SollevAzione dice:

    Caro "trentunenne",ben aperti ad ascoltare, ed imparare dalla tua lezione, che Fb è già anticaglia…Solo per precisare però, che chi lavora a questo blog (una bella fatica!) non solo non sta su facebook, ma appartiene alla comunità politica di P101, ci vediamo in riunioni regolari, facciamo comunità, facciamo lavoro e iniziative pubbliche.Così, tanto pre precisare.

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