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C’È UN BARLUME A SINISTRA

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[ 21 maggio 2018 ]


Sabato scorso a Foligno, con un’ottima partecipazione di pubblico, si è svolto l’incontro con Domenico Moro, autore del libro “La Gabbia dell’Euro, perché uscirne è internazionalista e di sinistra” organizzato da Programma 101 in collaborazione con Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. 


Ha introdotto i lavori Claudia Castangia di P101 che ha sottolineato i principali punti di convergenza tra l’analisi del movimento ed il saggio di Domenico Moro, a partire dal carattere irriformabile dell’Unione Europea. Come dimostrato dai fatti, in tutti questi anni

nonostante la devastazione sociale, l’aumento delle disparità tra i paesi dell’unione ed all’interno dei singoli paesi la disparità tra le classi, non ci sia stata la benché minima

Claudia Castangia

volontà di cambiare direzione; si veda il caso greco. Inoltre, i trattati sui quali si fonda l’UE sono volutamente intrisi dell’ideologia ordoliberista e modificabili esclusivamente con il consenso unanime di tutti gli stati membri. L’uscita dall’unione europea e dall’euro è quindi una condizione necessaria ma non sufficiente per superare la crisi drammatica che stiamo vivendo. Insieme ad essa si dovrebbero applicare una serie di misure volte a recuperare l’effettiva sovranità democratica costituzionale e nazionale.

Castangia ha ricordato come le argomentazioni del libro smontino la convinzione che l’uscita dall’euro sarebbe “politicamente e storicamente regressiva”, e quindi reazionaria, perché rappresenterebbe il “ritorno alla nazione”. La risposta leninista dell’autore è che la questione vada affrontata partendo “dall’analisi concreta della situazione concreta”, dalla valutazione di classe di ciascun movimento popolare che si batte per la sovranità nazionale.


Successivamente è intervenuto il rappresentante regionale di Rifondazione Comunista Cristian Napolitano, il quale constatando che le elezioni politiche del 4 marzo hanno
A sinistra Christian Napolitano

fatto tabula rasa di quello che è stata la sinistra storica italiana, ha evidenziato come questo triste risultato sia il frutto di una linea politica ambigua che ha portato le forze di sinistra ad essere totalmente subalterne se non funzionali agli interessi del blocco sociale dominante.
Napolitano ha inoltre affermato che la democrazia, per ragioni culturali, storiche, linguistiche e sociali, ha avuto storicamente il suo ambito di espressione e di piena realizzazione nella dimensione nazionale, quindi le cessioni di sovranità dei diversi paesi all’Unione europea hanno determinato misure antipopolari, a danno delle classi sociali subalterne. In base alla sua esperienza di ex amministratore locale ha spiegato quindi come i vincoli europei creino problemi nella gestione degli enti locali nei territori.


Ha quindi preso la parola Domenico Moro che ha concordato con gli interventi precedenti nella critica netta all’Unione europea ed all’euro; portato diversi dati economici e statistici a dimostrazione dell’insostenibilità della moneta unica. E’ passato poi ad affrontare la questione nazionale e la tematica della sovranità.


Questo a nostro avviso è il principale pregio del libro di Moro ed il punto di maggiore interesse della sua relazione: le ragioni storiche, politiche ed ideologiche per le quali molti, soprattutto a sinistra, associano automaticamente il concetto di nazione a quello di nazionalismo.
Ha ricordato come il concetto moderno di nazione —poi contestato dall’universalismo cosmopolita degli illuministi, Voltaire anzitutto — nasce con Rousseau. Il concetto rousseauiano di nazione come volontà popolare trova applicazione durante la rivoluzione francese da parte dei giacobini. 

Per quanto riguarda l’Italia, Moro ha citato la concezione di nazione risorgimentale richiamata anche nella lotta di liberazione dal nazifascismo dalle formazioni partigiane, anche comuniste, ad esempio le brigate Garibaldi. Non a caso tuttora l’organo dell’A.N.P.I. si chiama Patria Indipendente.
a destra Domenico Moro


Venendo all’attualità Moro, ha sostenuto che attualmente l’ideologia maggiormente coerente con il capitalismo e con l’imperialismo non è più quella nazionalistica, ma quella cosmopolita-globalista. Nel nostro continente questa tendenza ha assunto la forma dell’europeismo.
Tuttavia in questa fase lo stato nazionale non si eclissa ma si trasforma. La conseguenza principale dell’unione economica e valutaria europea, accanto alle cessioni di sovranità statuali, è stata la modifica dei rapporti di forza tra le classi a favore dello strato di vertice e internazionalizzato del capitale. Anche in Italia la frazione dominante del capitalismo ha infatti guadagnato dall’introduzione della moneta unica e questo spiega perché ci sia una resistenza così accanita contro ogni ipotesi di uscita dalla gabbia eurista.

Per Moro quindi è più opportuno parlare di recupero della sovranità democratica e popolare.

Successivamente c’è stato un articolato dibattito con numerosi interventi, in cui tra diverse accenti e sfumature è emersa la comune necessità di prepararsi alle prossime sfide che le oligarchie euriste metteranno in atto contro il nostro popolo.

2 pensieri su “C’È UN BARLUME A SINISTRA”

  1. Anonimo dice:

    "constatando che le elezioni politiche del 4 marzo hanno fatto tabula rasa di quello che è stata la sinistra storica italiana" P101 collaborando con Rifondazione Comunista accende un barlume.Stasera faccio una cosa radical chic, vado a cena con Monti e Fornero e accendo un cubano, potrò fognare come mi pare?!francesco

  2. Anonimo dice:

    La Lega terrà in scacco le oligarchie finanziarie e nel vaccum di controllo la sinistra risorgeràMa la prima fase è interclassista, è necessario appoggiare i governo Lega-M5S perchè qeusta fase si deve compiere interamente

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