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CON I CONTADINI IN RIVOLTA

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[ 6 giugno 2018 ]


Giorni addietro davamo conto della giornata di protesta degli “agricoltori indignati” che si sarebbe svolta a Perugia il 5 giugno, segnalando quindi le loro sacrosante ragioni. Ebbene, quella di ieri è stata una bella, combattiva ed emozionante manifestazione.
Esageriamo?

«Un impatto maestoso forse mai visto prima. Gli agricoltori indignati assediano le istituzioni» [Corriere dell’Umbria di oggi 6 giugno]
«Centinaia e centinaia di contadini indignati in piazza: “Siamo noi i veri custodi dell’Umbria»
[La Nazione di oggi 6 giugno]

Prima della partenza del corteo

Non si discostano da questi giudizi le decine di siti web regionali. Diversi i motivi che spiegano l’importanza e l’impatto della manifestazione di ieri. Quello che spicca su tutti è che questa protesta è nata indipendente, promossa da un gruppo di agricoltori che si sono autorganizzati, fuori e contro le tradizionali associazioni di categoria (Coldiretti e compagnia) denunciate come colluse con un sistema politico neoliberista che favorisce le grandi aziende e uccide le piccole e medie imprese agricole. 

Associazioni di categoria che davanti alla montante protesta hanno deciso, in combutta con l’assessorato e la giunta regionale  (piddina), di rispondere,  col boicottaggio aperto. Quando lorisignori (che le antenne le hanno lunghe) han capito che la marea non si poteva fermare, e sempre allo scopo di far fallire la protesta autorganizzata, son giunti addirittura ad organizzare il giorno prima (4 giugno) una manifestazione di protesta. Ma l’opera sfrontata di depistaggio è fallita, e quella autorganizzata è stata un grande successo.

Merito, appunto, di quel pugno di coraggiosi che con tenacia, pazienza e intelligenza politica hanno saputo non solo evitare l’accerchiamento ma costruire attorno a loro

consenso, solidarietà a partecipazione. Tra essi spicca Giovanni Cenci [nella foto sotto], portavoce degli “AGRICOLTORI INDIGNATI viticoltore di qualità, cuore e testa della protesta. Lo ricordiamo Giovanni, per anni principale portavoce del movimento studentesco, esponente di spicco della sinistra perugina, quella al contempo eretica e popolare, sempre in prima fila nelle mobilitazioni, da quelle contro lo sfascio della scuola pubblica, a quelle di solidarietà con le resistenze dei popoli oppressi.

Giovanni Cenci

Giovanni, che più umbro non si può, francescano combattente, impasto tra asceta e indomabile soldato della guerra santa contro le ingiustizie.

Di acqua e melma ne è passata sotto i ponti… 

Ecco, se c’è una lezione da trarre è questa: dove c’è memoria, dove c’è coerenza e senso storico, quando non si rompono le connessioni con i semplici, non si può asciugare la sorgente da cui sgorga lo spirito che da forza e speranza al popolo lavoratore. I rivoluzionari hanno questo in comune con i contadini oltre all’amore per Madre Terra: che essi sanno che non basta seminare, che per il raccolto, oltre a tanti sacrifici ed al lavoro, occorre che le stagioni facciano il loro corso.

Una stagione, quella più buia, volge al tramonto. Una nuova si staglia all’orizzonte, la stagione del riscatto e della dignità. Dopo il 4 marzo, che pur per vie discutibili ha portato all’emersione una grande voglia di cambiamento, nulla sarà come prima.

Torneremo sulla giornata di ieri.

Sotto il Palazzo della regione



Intanto rivolgiamo un appello ai nostri lettori, anzitutto agli agricoltori (che sappiamo essere numerosi) a dare una mano agli INDIGNATI, a prendere contatto con loro, ad organizzarsi.

Anzitutto a firmare la loro PETIZIONE
La Petizione su change.org


Questa la loro PAGINA FACEBOOK, con i filmati della giornata di ieri.

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5 pensieri su “CON I CONTADINI IN RIVOLTA”

  1. Anonimo dice:

    Bene. Molto bene. A parte il necrologio di Giovanni Cenci…..

  2. Anonimo dice:

    Chiedo alla redazione: c'è secondo voi qualche similitudine con i forconi siciliani? A me pare di sì, e non solo perché si tira in ballo la difesa delle piccole e medie aziende agricole penalizzate dalle normative Ue che favoriscono grande industria agro-alimentare e grande distribuzione.Poi chiedo: che pensano questi indignati del biologico e del Kmzero?Infine: anche in Umbria in campagna c'è molta forza lavoro immigrata? E che ne pensano gli indignati?Massimiliano—- All'anonimo sopra: "necrologio"? Mi pare, ben al contrario, che sia un bell'elogio.

  3. Anonimo dice:

    Amici comuni mi hanno segnalato questa bella iniziativa ed il vostro blog.Lavoro anch'io nella terra, qui in Liguria, e provo via facebook a mettermi in contatto con quel di Perugia.Ma qui da me la vedo dura a metter su una cosa simile.Ernesto

  4. Anonimo dice:

    Che ne pensano gli agricoltori proprietari degli altri agricoltori proprietari che hanno sfruttato, sfruttano e continueranmo a sgruttare la manodopera immigrata per far quadrare i conti dell'azienda agricola non più sovenzionata dalla UE come pochi anni fa?

  5. Anonimo dice:

    Quindi siccome esiste il caporalato e anche le agromafie, e siccome esiste anche una crisi senza precedenti, la lotta di classe contadina va repressa? Vanno eliminati i contadini paragonati qua su a grandi capitalisti? Esistevano i compagni un tempo, l'anonimo qua su tale vuol apparire, ma è solo idiota.Grande solidarietà con gli Agricoltori Indignati!Non fermatevi!

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