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S’INGROSSA IL “FRONTE ROSSOBRUNO”… (Carlo Freccero e Claudio Magris)

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[ 7 giugno 2018 ]

Eppur si muove..


Sì, c’è anche chi, nel campo dell’élite di sinistra comincia ad usare la testa. Un fatto importante che “intellettuali di rango” inizino a rompere il muro del politicamente corretto e del buonismo pietista. 
Due casi su tutti. Quello di Claudio Magris sul Corriere della Sera del 5 giugno, quindi quello di Carlo Freccero [nella foto sopra] su il manifesto di ieri.
Cosa dirà il sinistrato tipo, che si allarga… il “fronte rossobruno”?
Siate seri e leggete i due gli interventi.
*  *  *
Per cosa scende in piazza la sinistra?

di Claudio Magris


Correggere le recenti leggi sui diritti civili potrebbe anche essere un’abile mossa che porterà al governo consensi e voti. Con la sinistra che finirà per concentrarsi su questi temi, trascurando i problemi sociali, le elementari esigenze di vita e di lavoro e la difesa dell’occupazione


L’ intenzione di alcuni esponenti della maggioranza di correggere le recenti leggi riguardanti le coppie gay e altri diritti civili potrebbe anche essere un’abile mossa che porterà al Governo consensi e voti, soprattutto per la probabile cecità della sinistra, che si concentrerà totalmente su questi temi, con proteste ora sacrosante ora discutibili, come è accaduto spesso, trascurando i problemi sociali, le elementari esigenze di vita e di lavoro e quella difesa dell’occupazione dei dipendenti e salariati, quando non disoccupati, che è il suo compito fondamentale. Se molti elettori hanno abbandonato la sinistra e in particolare il Pd è proprio perché si sono sentiti delusi nella tutela e nella rappresentanza delle proprie esigenze. È probabile – e per me è triste e preoccupante – che la sinistra e il Pd, non più comunisti o socialisti ma partito radicale di massa (massa che si sta assottigliando), cadranno in questo tranello e subiranno ulteriori emorragie. Speriamo che Cinque Stelle si ricordi di essere il primo partito. 

 *  * *
La sinistra ridotta a pensiero unico delle élites 

Populismo. Sono stupefatto di vedere che il buonismo di sinistra si limita all’accoglienza 
ma non si pone mai il problema delle cause. Perché ci sono oggi tanti migranti? 
Perché siriani e libici che fino all’intervento dell’Occidente godevano di un tenore di 
vita elevato, sono oggi profughi in terra straniera?

di Carlo Freccero

La sinistra è oggi in crisi e si chiede come potrebbe parlare ai nuovi populismi per ricondurli nei binari di una democrazia elitaria che assomiglia più ad un’oligarchia che ad una democrazia in senso proprio. 


Viceversa, anche quando dice di voler ascoltare il malessere di cui i populismi sono espressione, la sinistra si trincera nei luoghi comuni del politicamente corretto. Mentre, secondo me, basterebbe un’autoanalisi oggettiva per capire le cose da un’altra angolazione. La domanda è cos’è oggi la sinistra e cos’era una volta la sinistra? Perché c’è stato un così radicale cambiamento? So già la risposta. Ci sbagliavamo. E se ci sbagliassimo adesso? 


In ogni caso riflettere su cosa sia stata la sinistra alle sue origini, contiene già la risposta al problema del populismo oggi. 

Prima il populismo di destra non c’era perché molte delle istanze del populismo di oggi erano a sinistra. E la crescita dei diritti del popolo non era considerata reazionaria, ma progressista. 
La grande frattura a sinistra inizia con la cosiddetta terza via e la resa completa dai progressisti nei confronti del neoliberismo. Da allora siamo immersi nel pensiero unico tanto da aver perso la memoria di noi stessi. 
Nel 1968 avevo vent’anni ed ero di sinistra. Cosa significava allora essere di sinistra? Credere nella lotta di classe e nella coscienza di classe. Nessuno pensava allora che nel popolo ci fosse qualcosa di sbagliato che le élites dovevano “raddrizzare” per il bene del popolo stesso. Era il popolo che, assumendo coscienza, poteva e doveva guidare la società. E questo concetto, prima che di sinistra, è democratico. 
Cos’è oggi essere di sinistra? 
Essere politicamente corretti. Accettare il pensiero unico in maniera acritica e credere, presuntuosamente che, in quanto detentrici del pensiero unico, le élites devono guidare un popolo ignorante e rozzo, irritante per la sua mancanza di educazione. 
È vero, questo popolo, il popolo che si raccoglie sotto l’etichetta di “populismo” non ha nulla a che fare con il concetto di “coscienza di classe” sulla base della quale, invece il proletariato marxista era considerato in grado di fare le scelte migliori per la società tutta. Ma è comunque un popolo che esprime un malessere, che coglie delle contraddizioni che sono reali e drammatiche, nella narrazione idilliaca del pensiero unico che vede nel neoliberismo e nei suoi diktat “il migliore dei mondi possibili”. 
In quanto poi all’educazione al “politicamente corretto” che distingue le élites del popolo e che dovrebbe costituire la ragione della loro superiorità rispetto al popolo, siamo sicuri che sia “vera” e non sia piuttosto frutto di propaganda? 
Da quando studio la propaganda non credo più al politicamente corretto. I diritti umani a cui abbiamo sacrificato i diritti sociali, mi sembrano usciti direttamente dalla Finestra di Overton, una metodologia per condizionare l’opinione pubblica con un graduale e progressivo lavaggio del cervello. 
Cosa resta di sinistra a sinistra? 
L’apparente solidarietà per gli ultimi. Oggi l’attenzione che ieri si tributava al proletariato, viene tributata ai migranti. È evidente che usare un linguaggio come quello della Lega e negare ogni forma di solidarietà è disturbante, scandaloso. 
Ma almeno attrae l’attenzione su un fenomeno su cui, come altri considerati “naturali” dal pensiero unico, non ci poniamo alcun interrogativo. Per le élites i migranti non costituiscono problema perché risiedono in altri quartieri e insidiano posti di lavoro e salari che sono appannaggio delle classi più impreparate alla competizione neoliberista. Ma proprio ponendoci dal lato dei migranti e dei loro diritti, quale maggior diritto dovremmo riconoscere loro, se non il diritto a non emigrare, a non rischiare la vita su barconi improvvisati, a non subire violenze ed abusi, a non conoscere il disprezzo e il razzismo delle società che non vorrebbero accoglierli? 
Sono stupefatto di vedere che il buonismo di sinistra si limita all’accoglienza ma non si pone mai il problema delle cause. Perché ci sono oggi tanti migranti? Perché siriani e libici che fino all’intervento dell’Occidente godevano di un tenore di vita elevato, sono oggi profughi in terra straniera? Non sono forse vittime di quel “politicamente corretto” che ci obbliga, come occidentali a continue missioni di pace e di solidarietà per restituire la democrazia ai paesi ancora al di fuori delle regole del neoliberismo? Non si tratta di “aiutarli a casa loro” ma di lasciarli in pace a casa loro. 
L’ottusa opposizione populista all’immigrazione, segnala comunque un problema che alle sinistre tradizionali sfugge, perché, nell’ordine del discorso del pensiero unico dove tutto è “naturale”, e tutto è “irriformabile” e l’unica risposta possibile non è la coscienza, ma la carità. 
Ma essere di sinistra non può ridursi ad un atteggiamento caritatevole, richiede piuttosto una visione diversa della società, rispetto all’ordine vigente.

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2 pensieri su “S’INGROSSA IL “FRONTE ROSSOBRUNO”… (Carlo Freccero e Claudio Magris)”

  1. amaryllide dice:

    Freccero sovranista è uno di quegli acquisti che i sovranisti di sinistra dovrebbero rifuggire, altro che citare. E' la quintessenza dell'uomo di potere disposto a dire tutto e il suo contrario per mantenere la poltrona. Chissà perchè per 5 anni che è stato nel CDA Rai in quota grillina di sovranità non ha mai parlato. Adesso che presunti sovranisti sono al governo, ne ha fatto la sua bandiera.Io i sovranisti del dopo voto li schifo ancora più degli europeisti, perchè so benissimo che saranno loro a dare la coltellata alla schiena per conto della Merkel quando i giochi si faranno duri.

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