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SE QUESTI SONO ECONOMISTI di Leonardo Mazzei

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[ 13 luglio 2018]

Risposta agli “otto economisti” che scrivono da Marte
Con una “lettera aperta” al Sole 24 Ore del 10 luglio, otto economisti chiedono al governo attuale, nonché a quelli futuri (!), un giuramento di fedeltà all’euro. Gli otto – L. Codogno, G. Galli, A. Macchiati, M. Maré, S. Micossi, P. Reichlin, G. Tabellini e V. Tanzi – si dicono mossi a «difesa del risparmio e del lavoro degli italiani».

Questo il passaggio centrale della loro lettera: «Al di là di ciò che si può pensare dell’Unione Europea e delle necessarie riforme dell’Eurozona, qualunque governo, di qualunque colore politico, ora e nel futuro, deve impegnarsi a difendere l’appartenenza dell’Italia all’unione monetaria, come condizione necessaria per tutelare il risparmio degli italiani (come impone l’art. 47 della Costituzione), l’attività delle imprese, il lavoro, il tenore di vita di tutti i cittadini e in particolare dei ceti più deboli».
Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Ai lettori del maggior quotidiano economico del Paese non viene offerto un ragionamento, un’analisi, una riflessione. Ad essi viene semplicemente proposto un dogma che non ammette deroghe.

Presi da un’irrefrenabile foga censoria, figlia di una cattiva digestione del voto del 4 marzo, essi affermano che occorre: «un’azione vigorosa per rimuovere quel germe di incertezza che è stato prodotto e convincere gli investitori internazionali e gli stessi risparmiatori italiani che la permanenza dell’Italia nell’euro non è in questione». Insomma, sul tema nessuna discussione dev’essere consentita. Dispiace per gli “otto”, ma per completare la loro opera normalizzatrice essi, anziché puntare sul solito Savona, dovrebbero convincere anche gli economisti tedeschi (tra i quali il capo dell’Ifo Hans-Werner Sinn)  che chiedono al loro governo l’adozione di un piano proprio per gestire la possibile dissoluzione dell’Eurozona. Ma questa è evidentemente un’impresa un po’ più complicata del farsi pubblicare dal Sole certe banalità.

E quale sarebbe lo scopo della rimozione del “germe di incertezza” che essi denunciano? Ovvio, ridurre lo spread. E bravi! Ottimo proposito, peccato vi dimentichiate di dire che lo spread è frutto anche dell’euro, dell’assenza di sovranità monetaria, perché con una Banca centrale come acquirente di ultima istanza tale problema sarebbe del tutto inesistente. Insomma, prima (con l’euro) ci si mette in gabbia, poi si vorrebbero mitigare le condizioni di quella prigionia (riducendo lo spread), ma senza voler abbattere le mura di quella prigione. Troppa grazia, sant’Antonio!

Ma dove gli estensori della lettera toccano davvero il fondo è quando elencano i nobili scopi del giuramento richiesto.
Secondo loro si tratterebbe di difendere il risparmio, peccato che proprio in nome dell’euro sia stata emessa la normativa sul bail in, che i risparmi li ha invece falcidiati. Peccato che, a causa della svalutazione interna prodotta dalle misure di austerità imposte dal sistema dell’euro, il principale bene delle famiglie italiane – la casa – sia stato svalutato di circa un 20%.

Dicono che il loro giuramento favorirebbe l’attività delle imprese. Peccato che oltre centomila aziende siano fallite proprio a causa delle politiche recessive imposte dall’UE. Di più, dicono che esso servirebbe a tutelare il lavoro e i redditi degli italiani, ma chi è che non sa che con l’euro la disoccupazione è andata ai massimi storici, mentre i salari sono calati mediamente di un 10%, ed i poveri assoluti solo saliti (dal 2007 al 2016) del 165%?

Insomma, va bene pensarla come si vuole, ma travisare così platealmente la realtà di certo non fa onore agli otto economisti. Gli italiani che mandano avanti la baracca possono avere tanti difetti, ma di sicuro hanno capito che con l’euro e l’UE le loro condizioni di vita sono peggiorate drasticamente. Anche per questo hanno mandato al governo la maggioranza gialloverde: per provare a cambiare il rapporto di sudditanza verso Bruxelles, Berlino e Francoforte. Non rendersene conto mostra un distacco così profondo dalle cose terrene da far pensare che certe lettere siano state scritte su Marte.

3 pensieri su “SE QUESTI SONO ECONOMISTI di Leonardo Mazzei”

  1. Leo Pistone dice:

    Chissà se un trattamento intensivo a base di manganello e olio di ricino indurrebbe la cricca degli otto a tornare a imbucare le loro letterine dalla Terra?Rossobruno? Può darsi.Comunque si tratta di un appellativo da rivendicare, a paragone del servaggio a favore delle oligarchie praticato dal popolo sinistrato tutto.E sempre più democratica di chi si è messo la democrazia sotto i piedi per farne strame.A paragone loro anche un Pavolini oggi come oggi sarebbe un extraparlamentare di sinistra.

  2. Unknown dice:

    Splendido articolo..da stampare in faccia ai cialtroni euroinomani.Nn c è più destra ne sininistra.O l'elite finanziaria o il popolo.Resistenza!

  3. Anonimo dice:

    Mi permetto di fare l'avvocato del diavolo.Siccome il solo balletto Savona-sì-Savona-no è costato circa 65 miliardi di euro – e 'sti geni vorrebbero provocare un buco di bilancio di almeno il doppio con la fatidica tassa piatta…- come pensano davvero questi allegri personaggi di difendere davvero l'Italia quando ogni contraccolpo veramente serio che seguirà ogni loro mossa "di rottura" avrà un impatto centinaia, se non migliaia di volte più pesante?Ma voi l'avete visto come va in Inghilterra? Avete visto che le proiezioni di crescita per quest'anno sono un asfittico un percento e poco più, alla pari prorio con l'Italia, all'ultimo posto nell'UE28? Vale a dire, pure Grecia, Spagna e Portogallo crescono di più? Avete presente che Londra la sua valuta ce l'ha e ce l'ha sempre avuta? Che l'economia britannica è molto più grossa di quella italiana? Che la City è la prima piazza finanziaria al mondo? Che il debito pubblico inglese non è neanche lontanamente grande in proporzione come quello italiano e i loro rating non sono carta straccia? Avete presente che Londra è una metropoli internazionale, mentre Roma è sempre più la brutta copia di Mogadiscio? E nonostante tutto, una potenza mondiale con le bombe atomiche, basi militari in mezzo mondo, che parla la lingua internazionale, ha sia soft che hard power, viene tenuta in scacco da un misero funzionario nominato apposta dalla commissione europea, Michel Barnier, che nessuno aveva mai sentito prima? E che nel frattempo il partito conservatore, antico di secoli, si decompone ingloriosamente come un gatto morto in mezzo alla strada? Vi rendete conto, sì?Perché se ve ne rendete davvero conto, allora significa che in segreto avete un geniale piano insurrezionale alla Lenin o alla Fidel per quando questi avranno provocato un casino e una devastazione che qui non si sono visti dalla guerra. E sarà il socialismo. Ma se non ve ne rendete conto, speriamo solo che questa pagliacciata gialla e verde finisca presto, euristi o antieuristi, perché se questi aprono le porte dell'inferno, saranno cazzi veramente molto, molto seri. E in quello scenario, anche i rivoluzionari da tastiera con i convegni davanti a venti pensionati e un paio di boiardi di stato si faranno davvero male.

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