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LASCIATELO MORIRE di Piemme

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[ 10 agosto ]

Un “giornale a caso”, la Repubblica del 2 agosto, ha ospitato un appello, primo firmatario Massimo Cacciari.


Il titolo è esplicito: “Prepariamoci alle elezioni Europee”. Il testo integrale più sotto, ma ne riportiamo i passaggi salienti:

«La situazione dell’Italia si sta avvitando in una spirale distruttiva… L’Europa è sull’orlo di una drammatica disgregazione, alla quale l’Italia sta dando un pesante contributo… sono ormai alle porte le elezioni europee. C’è il rischio che si formi il più vasto schieramento di destra dalla fine della Seconda guerra mondiale…La responsabilità di chi ha un’altra idea di Europa è assai grande. Non c’è un momento da perdere. Tutti coloro che intendono contribuire all’apertura di una discussione pubblica su questi temi, attraverso iniziative e confronti in tutte le sedi possibili, sono invitati ad aderire».

Un appello, dunque, con cui Cacciari tenta di mobilitare l’intellighentia “progressista” per dare man forte all’élite dominante che gli italiani, col voto del 4 marzo, hanno cacciato all’opposizione. Non c’è nessuna grande visione, nessuno ambizione. Cacciari è perfettamente consapevole che è troppo tardi, in vista delle europee del maggio 2019, per mettere su qualche nuovo carrozzone politico che possa sperare di battere l’ondata “populista” di protesta che cresce in tutta Europa. L’operazione, meschina, si riduce gioco forza a dare manforte ai due schieramenti eurocratici: il Pse e il Ppe (la stella Macron essendo già cadente).
In Italia, questo fa capire Cacciari, occorre evitare che M5s e Lega facciano il pieno di voti, ciò che rafforzerebbe il governo giallo-verde. 
C’è una divisione dei compiti nella folta schiera degli intellettuali di regime.
“Aprire una discussione pubblica”… 
Mentre i filosofi coi loro piagnistei politicamente corretti, lavorano di fioretto altri, nelle stesse ore annunciano che il sistema contro il governo dei populisti sta preparando l’artiglieria pesante per buttarlo giù prima delle elezioni europee:

«Non sorprende quindi che da qualche giorno — da quando la Camera ha approvato il decreto Di Maio sul lavoro, da quando i 5Stelle dicono che la Tav si deve fermare e l’Ilva pure, che il reddito di cittadinanza non si può rimandare, da quando inoltre Salvini auspica un’Alitalia nazionalizzata — i tassi di interesse abbiano cominciato a salire dimostrando la crescente sfiducia degli investitori, cioè di chi dovrebbe prestare soldi al governo per finanziare tutte le politiche di cui sopra. Così ci stiamo avvicinando all’autunno. Se non si chiarisce presto quale linea prevarrà, se quella di Tria o della coppia Di Maio-Salvini, gli investitori abbandoneranno i Btp prima che una legge di stabilità venga scritta. Per prevedere quali effetti avrebbe una crisi di fiducia nell’Italia, basta leggere qualche libro di storia sui governi populisti dell’America Latina degli anni Ottanta o, rimanendo più vicini a noi, sulla Turchia e l’Ungheria di questi mesi». [Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, CORRIERE DELLA SERA del 7 agosto]

Non facciamoci distrarre dai filosofi, lasciamo morire il loro appello, guardiamo piuttosto a come il nemico si prepara alla guerra, alle prossime imboscate sullo spread, a come posiziona le sue truppe. 
I prossimi mesi saranno turbolenti….

*  *  *
PREPARIAMOCI ALLE ELEZIONI EUROPEE
di Massimo Cacciari


La situazione dell’Italia si sta avvitando in una spirale distruttiva. L’alleanza di governo diffonde linguaggi e valori lontani dalla cultura — europea e occidentale — dell’Italia. Le politiche progettate sono lontane da qualsivoglia realismo e gravemente demagogiche. Nella mancanza di una seria opposizione, i linguaggi e le pratiche dei partiti di governo stanno configurando una sorta di pensiero unico, intriso di rancore e risentimento. Il popolo è contrapposto alla casta, con una apologia della Rete e della democrazia diretta che si risolve, come è sempre accaduto, nel potere incontrollato dei pochi, dei capi. L’ossessione per il problema dei migranti, ingigantito oltre ogni limite, gestito con inaccettabile disumanità, acuisce in modi drammatici una crisi dell’Unione europea che potrebbe essere senza ritorno.
L’Europa è sull’orlo di una drammatica disgregazione, alla quale l’Italia sta dando un pesante contributo, contrario ai suoi stessi interessi. Visegrad nel cuore del Mediterraneo: ogni uomo è un’isola, ed è ormai una drammatica prospettiva la fine della libera circolazione delle persone e la crisi del mercato comune. È diventata perciò urgentissima e indispensabile un’iniziativa che contribuisca a una discussione su questi nodi strategici. In Italia esiste ancora un ampio spettro di opinione pubblica, di interessi sociali, di aree culturali disponibile a discutere questi problemi e a prendere iniziative ormai necessarie. Perché ciò accada è indispensabile individuare, tempestivamente, nuovi strumenti in grado di ridare la parola ai cittadini che la crisi dei partiti e la virulenza del nuovo discorso pubblico ha confinato nella zona grigia del disincanto e della sfiducia, ammutolendoli. Per avviare questo lavoro — né semplice né breve — è indispensabile chiudere con il passato ed aprire nuove strade all’altezza della nuova situazione, con una netta ed evidente discontinuità: rovesciando l’ideologia della società liquida, ponendo al centro la necessità di una nuova strategia per l’Europa, denunciando il pericolo mortale per tutti i paesi di una deriva sovranista, che, in parte, è anche il risultato delle politiche europee fin qui condotte.


C’è una prossima scadenza, estremamente importante, che spinge a mettersi subito in cammino: sono ormai alle porte le elezioni europee. C’è il rischio che si formi il più vasto schieramento di destra dalla fine della Seconda guerra mondiale. La responsabilità di chi ha un’altra idea di Europa è assai grande. Non c’è un momento da perdere. Tutti coloro che intendono contribuire all’apertura di una discussione pubblica su questi temi, attraverso iniziative e confronti in tutte le sedi possibili, sono invitati ad aderire.

Gli altri firmatari: Enrico Berti Michele Ciliberto Biagio de Giovanni Vittorio Gregotti Paolo Macrì Giacomo Manzoni Giacomo Marramao Mimmo Paladino, Maurizio Pollini e Salvatore Sciarrino.

6 pensieri su “LASCIATELO MORIRE di Piemme”

  1. Anonimo dice:

    siete diventati il megafono del governo reazionario e bottegaio…della destra reazionaria,trascorsi marxisti, presente incerto….

  2. Anonimo dice:

    Massimo Cacciari è ben noto per essere un ateo devoto, come dire inaffidabile assolutamente. Idealista ogni oltre limite per pura ipocrisia, senza avere mai preso in mnao né zappa né vanga. Insegna in una scuola di preti e non può che insegnare in una scuola di preti dove tutto ciò che esce dalla realtà va bene. Sono sue le parole: " Se si ha l'idea si possiede la cosa" che è come ragionare nel più esemplare metodo idealistico; a cui qualcuno su Odradek ha fatto notare che con l'idea non ci si fa nemmeno una sega. Io, più materialista, mi sono dato della testa di cazzo perché cercavo qualche ettaro di cui avevo idea, ma non l'ho mai troavato per mancanza di soldi. Questo è Cacciari. Manlio Padovan

  3. Anonimo dice:

    AH! AH! AH!

  4. Anonimo dice:

    Cara Sollevazione , capisco criticare l'Europa ordo e neo liberista ( cosa che non bisogna certo insegnare né a Cacciari , né a Biagio de Giovanni o a Giacomo Marramao che hanno firmato questo appello . Ma dubito che da queste parti si abbia il pudore di chiedersi soltanto chi siano e cosa abbiano scritto questi filosofi ) ma ormai il vostro rossobrunismo è talmente sfacciato e vomitevole che perfino CasaPound , quando vi legge , si trova in imbarazzo .

  5. Luca Tonelli dice:

    come in Ungheria dove, seppur con bassi salari, si rasenta la piena occupazione? potrebbe non essere così male.Per il sud italia aspirare a condizioni ungheresi sarebbe certamente un bel passo avanti.

  6. Redazione SollevAzione dice:

    «Cara Sollevazione , capisco criticare l'Europa ordo e neo liberista ( cosa che non bisogna certo insegnare né a Cacciari , né a Biagio de Giovanni o a Giacomo Marramao che hanno firmato questo appello . Ma dubito che da queste parti si abbia il pudore di chiedersi soltanto chi siano e cosa abbiano scritto questi filosofi ) ma ormai il vostro rossobrunismo è talmente sfacciato e vomitevole che perfino CasaPound , quando vi legge , si trova in imbarazzo ».La cosa che ci stupisce in questo commento non è tanto il giudizio velenoso sul nostro presunto "rossobrunismo".Si capisce che chi l'ha scritto non abbia capito un'acca di quella corrente politica tedesca che va sotto il nome di "nazional-comunismo" o "nazional-bolscevismo". Si capisce che usa la categoria di "rossobrunismo" come clava, come invettiva, allo stesso modo di Repubblica e tutta la stampa globalista di regime.Ci sorprende la sicumera con cui egli ritiene che da queste parti, dalle parti di P101-SOLLEVAZIONE, ovvero della corrente politica italiana di SINISTRA PATRIOTTICA, non si sappia cosa abbiamo scritto i "filosofi" firmatari dell'appello. Invece li conosciamo bene ed anzi non neghiamo (e la cosa riguarda anzitutto Cacciari) il valore di certi loro lavori teorici. Solo che non condividiamo né il loro approdo alla visione liberale del mondo, né quindi le loro posizioni politiche.Confermiamo il nostro giudizio stroncante sull'appello, che si riduce ad invocare una santa alleanza delle forze globaliste e neoliberiste per sventare la minaccia dei "populismi" in vista delle europee; con l'aggravante, intellettualmente disonesta, che considera ogni populismo come "di destra", mentre non è affatto così.Ci sono populismi di sinistra euroscettici o anti-eurocratici che in alcuni paesi contendono addirittura ai populisti di destra l'egemonia nel campo popolare. Ma questo i "filosofi" debbono negarlo per giustificare la santa alleanza della conservazione sociale.Non vorremmo essere banali, ma sospettiamo che qui la filosofia c'entri poco. C'entra che questi "filosofi" fan parte della "casta" ed ubbidiscono al riflesso condizionato di difendere i loro privilegi di classe. Piemme

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