PATRIOTTISMO O NAZIONALISMO? (terza lezione) di Moreno Pasquinelli
Nella Prima Lezione, siamo risaliti alle origini del movimento patriottico italiano, sottolineando la sua natura democratica, egualitaria, repubblicana e rivoluzionaria La sconfitta subita dalla rivoluzione del 1848 si portò appresso quella del patriottismo democratico e l’egemonia del blocco tra aristocrazia, monarchia e borghesia sul Risorgimento.
Siamo quindi alla terza lezione, dalla caduta di Crispi a quella del regime giolittiano, alla Grande Guerra imperialistica. L’espansionismo colonialistico prosegue, culmina anzi, nel 1911, nella Guerra all’impero ottomano e nella occupazione della Libia (la “quarta sponda” per i nazionalisti). Nel breve periodo che va dal 1911 al 1915, data dell’ingresso nel macello mondiale a fianco della Triplice Intesa, il nazionalismo non solo raggiunge il suo apogeo ma si caratterizza come fenomeno apertamente reazionario e antisocialista. Un ruolo determinante, nell’affiancare la grande borghesia nell’impresa bellica, prima ancora che Mussolini passasse al soldo di francesi e inglesi diventando “interventista, venne svolto dall’intellighentia che dal rifiuto del giolittismo e della distopia positivista, fece della guerra fratricida un mito sovversivo e palingenetico. I semi dell’avvento del fascismo (ed il fallimento del tentativo mussoliniano di fascistizzare il patriottismo) sono gettati. Ce ne occuperemo nella Quarta lezione.