UNA SCIAGURA CHIAMATA EURO di Ilaria Bifarini
Dunque mi limiterò a riportare alcune citazioni della sua opera massima sul tema della moneta unica e del fallimento delle attuali politiche europee, “L’EURO, Come una moneta unica minaccia il futuro dell’Europa” (Einaudi, 2017).
La sua posizione è già chiara dalla prefazione:
“L’euro è una costruzione dell’uomo. I suoi contorni non sono il risultato di leggi di natura ineluttabile. Gli accordi monetari europei si possono rimodulare; se necessario, si potrà addirittura lasciar perdere l’euro. In Europa come altrove, possiamo resettare la bussola, riscrivere le regole dell’economia del governo, arrivare a una prosperità maggiormente condivisa, con una democrazia più forte e una maggiore coesione sociale.”
E ancora:
“L’agenda economica neoliberista non è riuscita a migliorare i tassi di crescita, ma una cosa è certa: è riuscita a far aumentare la disuguaglianza. L’euro ci fornisce un case study dettagliato di come si è arrivati a questo.”
Infatti:
“Mentre numerosi sono i fattori che contribuiscono alle traversie dell’Europa, l’errore alla base di tutto è uno solo: la creazione dell’euro come moneta unica”.
Come se non bastasse:
“Ma a volte la realtà ci trasmette messaggi dolorosi: il sistema dell’euro non funziona e il prezzo da pagare, se non vi si porrà rimedio, sarà altissimo”
Sul tema delle politiche neoliberiste messe in atto in Europa e sulle sciagurate misure di austerity che hanno devastato la Grecia, Stiglitz afferma categorico:
“Il mondo ha pagato a caro prezzo la devozione a questa sorta di religione neoliberista, e ora tocca all’Europa.”
“Sempre e dovunque nel mondo, il rigore ha avuto gli effetti controproducenti osservati in Europa: quanto più severa è l’austerità tanto maggiore è la contrazione economica. Resta un mistero capire perché la Troika abbia potuto pensare che questa volta, in Europa, le cose sarebbero andate diversamente.”
Postfazione
L’economista illustra tutte le aporie della costruzione della moneta unica europea e come essa sia stata la causa del divario crescente tra Paesi “forti” e “deboli” al suo interno, nonché dell’impossibilità di questi ultimi di uscire dalla crisi del 2008, tanto da affermare che “la crisi dell’euro l’ha creata l’euro”.
La costituzione dell’Eurozona è basata infatti sul credo neoliberista, una visione eccessivamente semplicistica di come funziona l’economia, che non prevede la flessibilità necessaria per rispondere al modificarsi delle contingenze e non recepisce alcuna nuova acquisizione della scienza economica. La fallimentarietà di tale teoria è comprovata: si tratta dello stesso modello applicato dal Fondo monetario internazionale nel Terzo mondo che, imponendo la riduzione dei deficit nazionali, ha trasformato la crisi in recessione e in depressione. Stiglitz definisce “feticismo del deficit” questa ossessione per l’austerità.
A seguito di una parte “destruens” che farebbe collassare in un colpo solo i vari Monti, Fazio, Cottarelli e compagnia cantante, l’economista propone le sue soluzioni. E qui forse storceranno un po’ il naso coloro che erano rimasti finora incantati dalla sua lucida e perentoria bocciatura di una zona monetaria unica che manca di tutti i requisiti per essere non solo ottimale, ma anche sostenibile.
* Fonte: Ilaria Bifarini