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IL CAVALLO? ERA UN BROCCO di G. Chiesa e A. Ingroia

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[ 9 ottobre 2018 ]

A cavallo deceduto da un pezzo i proprietari si sono sentiti in dovere di certificarne la morte.
Non poteva andare a finire diversamente la “mossa” di Chiesa e Ingroia, ovvero il lancio della Lista del Popolo. I lettori si ricorderanno che alcuni di noi, nell’autunno scorso, guardarono con interesse alla proposta di Chiesa e Ingroia. La cosa si chiuse lì. Per rinfrescarvi la memoria leggete QUI e QUI.
Di seguito il mesto necrologio a firma di Chiesa e Ingroia.



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Dichiarazione congiunta di Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia rivolta a tutti i membri della 
Lista del Popolo-Mossa del Cavallo


I qualità di soci fondatori della Lista del Popolo e della Mossa del cavallo, dichiariamo conclusa, al momento, l’esperienza legata a queste due denominazioni originali che ne costituirono, per così dire, la bandiera.

L’evidente sconfitta subita nel voto del 4 marzo ha costretto entrambi (insieme a una parte degli aderenti) a riesaminare sia i presupposti di partenza dell’esperimento, sia le prospettive che si considerarono possibili.

Molte cose sono cambiate da allora, e radicalmente. Il cavallo non è riuscito a saltare gli ostacoli, oggettivi e intenzionali, che gli si sono parati di fronte. Il popolo, di cui cercavamo il consenso, non abbiamo potuto incontrarlo. Non ha nemmeno saputo che esistevamo. Non avevamo mezzi. Andavamo contro la corrente. Fummo oscurati dai media. Le forze raccolte in partenza furono inadeguate, insufficienti, troppo disparate e confuse esse stesse. La trasversalità che cercavamo non fummo in grado di realizzarla, anche perché non pochi dei nostri militanti ne erano, essi stessi, assai poco convinti.

In queste condizioni un fantino scende dal cavallo e così ora facciamo.
L’unica cosa di valore che abbiamo prodotto è stato il Programma della Lista del Popolo. Che resta valido anche ora, più che mai. Ci auguriamo che i punti salienti delle nostre proposte siano ripresi da altre forze, che esistono ma in ordine sparso e al momento ininfluente.

Dopo una fase di stallo e la lunga pausa estiva, essa stessa frutto dell’incertezza e della confusione tra le nostre fila, il tentativo — che congiuntamente avevamo intrapreso a settembre, per ri-avviare l’attività sotto la forma di un “laboratorio politico-culturale”, che abbandonasse nell’immediato ogni prospettiva elettorale nazionale — si è rivelato del tutto impraticabile.

Abbiamo registrato troppe differenze, incomprensioni, tra le idee dei fondatori, le nostre idee, e quelle di molti che avevano aderito alla Lista del popolo nelle diverse fasi. Ricostruire una visione comune, colmare le tensioni, ridurre i dissensi, dissipare i sospetti, riteniamo sia impresa non meritevole di ulteriori sforzi.

Per questi motivi, di comune accordo, chiudiamo questo esperimento. Un dato positivo per noi, personalmente, è quello di esserci conosciuti meglio, di avere percorso un tratto di strada insieme, cercando una via per contribuire, per quanto potevamo, alla salvezza della democrazia nel nostro paese, e al miglioramento delle condizioni di vita e spirituali delle masse popolari. Abbiamo tentato di unire le forze di coloro che comprendono la gravità e la novità assoluta della crisi mondiale.

La stima reciproca che si è così creata rimane intatta e potrà servire per il futuro. Ciò che non è stato possibile nel 2017-2018, mutatis mutandis, potrebbe divenirlo in futuro. Vedremo.

Ciò detto, in qualità di detentori giuridici dei nomi e del marchio di Lista del Popolo e di Mossa del cavallo, ritiriamo il diritto ad usarli in futuro a tutte le organizzazioni rimaste in vita e ai singoli aderenti. Ne consegue parimenti l’immediata chiusura del sito con la denominazione Lista del Popolo e la corrispondente pagina Facebook con identico nome. Con un ringraziamento a coloro che ci hanno capiti.

Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa
8 OTTOBRE 2018

6 pensieri su “IL CAVALLO? ERA UN BROCCO di G. Chiesa e A. Ingroia”

  1. Anonimo dice:

    Il cavallo, tirato in bocca dalle redini di un cavaliere inesperto (vedere il logo di lista del popolo), era chiaro che si sarebbe rifiutato si saltare l' ostacolo, piantandosi davanti ad esso e "scaricando" il fantino! Non era il cavallo, il brocco, ma chi aveva in mano le redini!

  2. Anonimo dice:

    anche io mi fui illuso che Lista del Popolo potesse essere un modo per dire le cose come stanno e avviare un percorso inclusivo.ma le cose dette erano confuse ed a causa anzitutto delle rigidità (non solo sulle idee –confuse– ma sul metodo) di Chiesa nessuna inclusività e tanta sicumera burocratica e dirigistica.L'ennesima occasione persa e intanto decine di brave persone bruciate e finite nel nulla, altri saltimbanchi finiti peggio.Non condivisi al tempo l'abbandono di CLN-P101 che lo ritenni pregiudiziale, invece avevate ragione.un compagno pugliesevedo che Pap non sta messa meglio e che tutto sta andando a rotoli. Su questo gradirei sapere che ne pensa la redazione

  3. Anonimo dice:

    Su PaP vale quanto scrive Formenti:"Tutto come ampiamente previsto. [..] i fatti ci hanno dato ragione ma [..] non credo che ciò possa ispirare un'autocritica". Ovvero nessun "progetto politico nazional popolare" ma si continuerà sulla linea che "si ostina a riproporre i dogmi del movimentismo post sessantottino"Viola Carofalo ha già dichiarato che lei non è di sinistra ma è comunista. Più vanno a sbattere e più si rifugiano nella vuota ed inutile declamazione, cosa che fa solamente danno. Festeggerà in modo etilico anche stavolta? Mi pare che siano per, più di una ragione, la degna controparte di Junker.Giovanni

  4. Anonimo dice:

    Le esperienze di tipo soggettivistico o volontaristico non vanno da nessuna parte. Le idee, i progetti devono sedimentare nella specificita' dei territori, nei luoghi di lavoro, nella scuola, nelle universita'. Deve nascere una nuova sinistra populista ed anticapitalista e la fase di tansizione tra il vecchio e il nuovo forse sara' secolare. Speriamo di vederla. Siamo un po' tutti vecchi babbioni…e dobbiamo lasciare spazio ai giovani, anche di sbagliare

  5. Anonimo dice:

    Senza la zavorra di politici professionisti del PRC magari PAP può essere più snella. Un patere esterno il mio. Sostituire il politico fisso con chi si merita le cose col lavoro sul campo non sarebbe male come metodo.

  6. dexxo dex dice:

    Amaramente rimasi stupefatto quando seppi di Micalizzi… Non si poteva uscire dall'euro avevano detto!!! Come se non servissero degli argomenti chiave e innovativi per differenziarsi e spiegare al popolo una nuova proposta politica. Invece mi pare che hanno preso in voti la metà (quasi esatta) delle firme necessarie per presentare la lista. Quante persone sono state distratte da progetti più ragionevoli che alla lunga (con molta lena) forse avrebbero potuto portare a qualche risultato? Bisogna seriamente interrogarsi se certe persone che si presentano dall'oggi al domani, che sostenevano fino a ieri posizioni opposte sull'euro, non siano state dei gatekeeper che hanno di nuovo messo su un binario morto quei pochi attivisti rimasti. Che delusione… Che profonda delusione. Anche chi però vuole fare politica deve rendersi conto della situazione. Spero che la disillusione avuta non rinchiuda in se stessi quei pochi attivisti rimasti.In mezzo alla più grave crisi economica dal 1929, che non accenna a diminuire, le classi popolari non hanno una guida, non hanno una speranza, basta vedere la Grecia.Gli intellettuali si sono dimostrati politicamente inutili, irresponsabili e attaccati a sogni senza alcuna contezza dei problemi. Quale vergogna. E vengono ancora a sputar sentenze come se la gente vivesse ogni giorno di etica senza pane. Maledetti. Non saranno mai maledetti abbastanza!!!Giornali di sinistra (o così percepiti) che hanno nella sezione di economia il contatore del debito pubblico, che non affrontano mai (e non avevamo dubbi) il ruolo chiave della banca centrale.Speriamo solo che chiudano! Tanti perderanno il posto di lavoro? Beh hanno fatto la loro scelta di campo, sono stati dalla parte della grande finanza contro i poveri, lupi vestiti d'agnelli, qualche articolo strappalacrime e poi la solita solfa sul fatto che non si può far niente se non tagliare la spesa pubblica. Condannando così milioni di persone. Dobbiamo piangere se perdono il posto di lavoro? Non credo proprio. Non hanno avuto solidarietà vera nei confronti dei poveri, se l'avessero avuta avrebbero spiegato i meccanismi che li stanno strangolando. Hanno deciso che il popolo non dove essere informato. Hanno deciso che l'Europa Unita vale più di tutto. Avranno una destra imperante, un solco enorme nella società e una guerra tra poveri e un'Europa nei fatti divisa e azzoppata. Sarà l'odio alla fine a vincere, basta vedere come è finita la ex Jugoslavia che dopo ormai una generazione dalla fine della guerra è divisa come prima della guerre jugoslave e non facciamoci l'illusione che non fosse così altrimenti non ci sarebbe stata la guerra. E se è successo in uno stato dove di fatto si parla la stessa lingua ma si avevano tre religioni (per giunta dopo 40 anni di comunismo) figuriamoci in una babele di lingue come ci sono nella UE. Tornando invece agli intellettuali "di sinistra" proni a questo osceno spettacolo ai danni dei più deboli mi viene da rispondergli come fece all'ultimo il capitano Achab in Moby Dick:" Verso te avanzo, balena che distruggi e non vinci, fino all'ultimo ti combatto, dal cuore dell'inferno ti pugnalo, e in nome dell'odio ti sputo addosso il mio ultimo respiro. Affondi ogni bara e ogni carro in un solo vortice! E visto che non sono per me, che io venga trascinato a pezzi mentre ancora ti caccio, benché sia legato a te, balena maledetta! "Non li malediremo mai abbastanza.

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