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P101: VI SPIEGHIAMO IN SOLDONI CHI SIAMO

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[ 20 ottobre 2018 ]

Il Movimento Popolare di Liberazione – Programma 101, venne fondato nel novembre 2011. Fummo, tra le altre cose, la prima e la sola organizzazione della sinistra italiana che non solo si pronunciò per l’uscita dall’eurozona e dall’Unione europea, ma affermò che la la rottura doveva essere considerata una priorità politica per il popolo lavoratore.

Confluirono in P101 militanti, lavoratori e intellettuali, provenienti da diverse esperienze della sinistra marxista italiana.

All’atto della fondazione furono gettate le fondamenta programmatiche dell’organizzazione, che possono essere ricapitolate in questi quattro punti:

(1) la crisi economica esplosa nel 2008-2009 non era una recessione come le altre bensì l’inizio di una crisi storico-sistemica del capitalismo occidentale che indicava il tramonto del lungo ciclo della globalizzazione segnato dalla supremazia dell’aristocrazia finanziaria. Questa crisi organica, prima o poi, avrebbe causato l’implosione dell’Unione europea e della moneta unica, processo che avrebbe rivitalizzato gli stati-nazione e generato gravi tensioni sociali e geopolitiche;

(2) l’Italia, anello debole della catena europea, se voleva evitare un catastrofico declino, sarebbe stata costretta ad uscire dall’eurozona e dalla Ue. Il Paese sarebbe prima o poi stato posto davanti al bivio: sprofondare in uno stato semi-coloniale o riconquistare piena indipendenza. Questa rottura sarebbe stata sostenuta dal popolo lavoratore mentre la grande borghesia italiana l’avrebbe contrastata con ogni mezzo. Occorreva fare di questa rottura l’innesco di una vera e propria rivoluzione democratica.

(3) andava costruita, sull’esempio del Comitato di Liberazione Nazionale che guidò la guerra di liberazione dal nazi-fascismo, un’alleanza democratica, patriottica e costituzionale per la sovranità nazionale e popolare formata da tutte le classi sociali colpite dalla globalizzazione e dalla crisi, incluse forze della destra costituzionale. Un’alleanza pronta a dare vita ad un “governo popolare d’emergenza”.

(4) parallelamente occorreva iniziare a strutturare un partito che, ferma restando la stella polare del socialismo, diventasse il campione della battaglia per la sovranità nazionale, capace di occupare il fianco sinistro dell’alleanza patriottica. Era chiaro allora che non sarebbe stato facile, perché occorreva tagliare il cordone ombelicale non solo con la sinistra mondialista ed europeista di regime, ma anche con quella cosiddetta “radicale” e le sue patologie antinazionali, massimaliste, e anarco-sindacaliste. 


*  *  *

La vicenda di P101 è un esempio che non basta compiere analisi e proposte che si rivelano giuste, occorre, affinché esse si facciano strada, forza numerica e ben organizzata. Ci siamo rafforzati ma non nella misura che sarebbe stata necessaria. Si è dimostrata vana la speranza che la crisi terminale della sinistra ci avrebbe consegnato presto energie nuove. Lo spazio politico potenziale che era davanti a noi è stato occupato da altre forze, anzitutto dal Movimento 5 Stelle. Abbiamo infine commesso alcuni errori che ci han fatto perdere tempo prezioso, tra cui stringere accordi che sono saltati alla prima prova seria.

Invece di avanzare ci siamo trovati nella condizione di resistere con le unghie e coi denti. Ma non abbiamo perso la testa e abbiamo tenuto la posizione, dando un contributo importante alla nascita dell’area della sinistra patriottica. Abbiamo colto per tempo l’insorgenza del fenomeno populista, prevedendo la grande svolta avvenuta con le elezioni del 4 marzo 2018. Malgrado la campagna di fango riversataci addosso e certo fuoco amico, abbiamo salutato la nascita, il 1 giugno, del governo giallo-verde come una prima vittoria politica del popolo italiano. Abbiamo poi dichiarato, prevedendo che il nuovo governo “populista-sovranista” sarebbe entrato in conflitto con l’eurocrazia, che esso doveva essere, pur criticamente difeso. Abbiamo quindi spiegato che una sinistra patriottica deve posizionarsi nel campo populista, diventando la sua “terza gamba”, così da lanciare la sfida dell’egemonia al suo interno, onde evitare pericolose derive reazionarie.

L’Italia entra in un nuovo e decisivo periodo di turbolenze e di accelerazioni. La storia ricomincia a procedere a passi da gigante. Saremo nella mischia, e proveremo, nel fuoco della battaglia, a recuperare il tempo perduto.

3 pensieri su “P101: VI SPIEGHIAMO IN SOLDONI CHI SIAMO”

  1. Anonimo dice:

    Un altro piccolo sforzo da parte dei compagni di P 101: dar vita ad una rivista anche on line del sovranismo costituzionale o sinistra patriottica cercando di mettere insime, di dare una sintesi alle riflessioni teoriche e pratiche piu' importanti di tale area. Non so a chi vadano addossate le responsabilita', ma non possiamo continuare ad agire divisi in micro gruppi che seppur dalle grandi ragioni rischiano l'irrilevanza. Forse una rivista collettiva potrebbe essere il primo passo per l'unita'

  2. Anonimo dice:

    Un altro piccolo sforzo da parte dei compagni di P 101: dar vita ad una rivista anche on line del sovranismo costituzionale o sinistra patriottica cercando di mettere insime, di dare una sintesi alle riflessioni teoriche e pratiche piu' importanti di tale area. Non so a chi vadano addossate le responsabilita', ma non possiamo continuare ad agire divisi in micro gruppi che seppur dalle grandi ragioni rischiano l'irrilevanza. Forse una rivista collettiva potrebbe essere il primo passo per l'unita'.

  3. pasquino55 dice:

    Cari compagni (spero che non vi risentirete se mi rivolgo a voi con questo termine) quello che voi siete è oramai chiaro ed evidente da molto tempo. Quello che però ancora occorre comprendere è se questo vostro progetto stia riuscendo a dare frutti e generare e provocare tra le fila di coloro che potremmo definire “il vostro azionista di maggioranza” (il debole, il povero, l’escluso) quella tensione, comprensione e partecipazione necessaria e auspicabile per far si che si possa realizzare e raggiungere quel cambiamento indispensabile e propedeutico per il successo della vostra proposta politica. Pur condividendo molto dell’analisi politica riportata nell’articolo, continuo ancora a ritenere (anche se sarò additato o bollato come sinistrato) che il progetto politico di P101 non sia ideologicamente e strategicamente adeguato, adatto e all’altezza del compito che si è dato di “portare l’attacco al cielo” e del quale si fa interprete e paladino. Per portare questo attacco occorre un progetto politico economico radicale, alternativo e antagonista, rigido sui principi e valori ma flessibile sulla strategia e sulla tattica, capace ed in grado di selezionare ed includere. Solo costruendo una organizzazione, un partito con queste peculiarità si potranno avere le condizioni necessarie per poter avere il “passi “ (consenso) popolare senza il quale altro che “attacco al cielo” si persevererà a camminare lungo le strade dell’inferno (l’irrilevanza) dove si sa che esse sono lastricate con le buone intenzioni. Il compito quindi è quello di operare per avere e dotarsi del “passi” e poter avere così l’accesso (in modo elettorale o rivoluzionario) a quella che una volta veniva definita “la stanza dei bottoni” (governo del paese) e da questa operare per realizzare ciò per cui ci si è battuti. Tentare oggi questa impresa politica per come è finito in basso il “senso comune” del paese rendendo demodé e superato persino il “buon senso” dentro una prospettiva politica di sinistra anticapitalista e poter avere successo non può assolutamente prescindere da una visione e narrazione semplice e immediata comprensibile da chiunque, sia per sostenerla che per avversarla, che radicalmente divida e che si espliciti e si racchiuda completamente (come comunismo) nel suo titolo. Partito Anticapitalista Socialista Sovranista Internazionalista- P.A.S.S.I. Il “passi” è ciò che serve e viene richiesto per poter democraticamente accedere ad un evento a tutti coloro che intendono partecipare. Inoltre il “passi” subito rimanda a: poter entrare, avere il permesso, essere autorizzato quindi ad un diritto che nella fattispecie solo il popolo può conferire a coloro che riconosce come suoi rappresentanti e che nel suo nome autorizza a governare.pasquino55

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