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SUL CONDONO E LA VERA BATTAGLIA di Leonardo Mazzei

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[ 20 ottobre 2018 ]

Cinque noterelle sulla cosiddetta “pace fiscale”

Ieri, come ha scritto Piemme, l’Unione Europea ha dichiarato formalmente guerra all’Italia. E’ come minimo bizzarro che nello stesso preciso istante in cui veniva consegnato l’ultimatum dall’ambasciatore Moscovici, a Roma si discutesse di tutt’altre faccende. Cioè delle modalità del condono fiscale.

Poiché la situazione è realmente di pre-emergenza, limitiamoci qui a quattro considerazioni su questo tema più una conclusione di carattere generale.

1. Di per sé un condono non è uno scandalo. Dipende da cosa si condona, da chi ne beneficierà, dagli scopi che ci si prefigge. Tutti possono capire che andare incontro ai milioni di famiglie impossibilitate a pagare a causa della crisi è un fatto positivo; favorire i soliti furbi – o peggio chi ha commesso reati anche gravi – è invece tutt’altra cosa. Il concetto è così chiaro che insistervi sarebbe solo un insulto ai lettori. Va dunque cancellata – se davvero nel testo c’è – la non punibilità dei reati extra-tributari e per chi ha esportato i capitali all’estero. Cioè – detto per inciso – per quei signori già beneficiati dalla Voluntary disclosure del governo Renzi (e oggi il Pd ha pure la faccia tosta di gridare allo scandalo…)

2. Generalmente un condono ha senso (non solo in materia fiscale) se è contestuale all’adozione di nuove regole. Si sana il pregresso e si riparte con un sistema nuovo che si spera migliore, più giusto, più efficiente, eccetera. Ma qui (lasciando da parte il giudizio nel merito dell’ipotesi di flat tax, per noi negativo) non siamo in presenza di questo cambiamento. Dunque sarebbe stato meglio rinviare il condono, oppure limitarlo rigidamente alle cosiddette “vittime della crisi”, ed è sperabile che nelle prossime ore si vada proprio in questa direzione.

3. Fermi restando i concetti dei due punti precedenti, un condono ha senso se serve a far cassa in maniera davvero significativa. Improvvidamente, qualcuno a maggio parlava di 50 miliardi. Se questa cifra fosse stata realistica certo avrebbe fatto comodo, ad esempio per attuare più incisivamente una politica di rilancio degli investimenti pubblici. Ma così non è, ed anzi le cifre ufficiali lasciano basiti. Mi riferisco ai numeri del Dpb, cioè il Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles e già rispedito arrogantemente al mittente dalle canaglie della Commissione Europea. Secondo queste cifre la “pace fiscale” porterà in cassa la miseria di 182 milioni nel 2019, un miliardo e duecento milioni nel 2020, un miliardo e mezzo nel 2021. Queste le cifre ufficialmente disponibili, mentre altre stime parlano di circa due miliardi annui per cinque anni. Anche fosse vera quest’ultima valutazione, saremmo di fronte a cifre irrisorie: lo 0,1% del Pil. Ma come, nel momento che l’UE scatena la bagarre ci si fa infilzare per (al massimo) lo 0,1% del Pil?…

4. Già che parliamo del Dpb vogliamo dire però qualcosa a difesa del governo. Dopo tanto berciare su un presunto regalo fiscale ai ricchi che avrebbe dissestato i conti pubblici, cosa scopriamo in questo documento? Scopriamo essenzialmente tre cose: 

a) che le misure messe in cantiere lasceranno inalterato il gettito fiscale, mentre la spesa pubblica è prevista in aumento dal 48% al 48,3% del Pil nel 2019;
b) che l’alleggerimento fiscale per le partite IVA a reddito più basso sarà più che compensato da maggiori aggravi per le aziende più grandi;
c) che degli 8 miliardi di nuove entrate, circa l’80% (6,4 miliardi) arriverà da banche, assicurazioni e imprese.

5. Dopo queste brevi noterelle, una conclusione si impone. Il Dpb, al pari della Nadef (Nota di aggiornamento del Def), va nella giusta direzione. A nostro avviso in maniera troppo prudente, ma la direzione è quella giusta, tant’è che a Bruxelles l’hanno notato senza indugio. Bene, se così stanno le cose la baruffa sul condono è oltremodo insensata e pericolosa. Insensata, perché porta l’attenzione su un aspetto tutto sommato marginale (ma facilmente attaccabile) della manovra economica. Pericolosa, perché di fronte alla dichiarazione di guerra del blocco eurista, occorre unità, coesione e mobilitazione. 

E’ quella con l’oligarchia eurista la vera battaglia. Tanti già lo sanno, ma bisogna farlo capire ad altri milioni di italiani. Solo concentrando le forze nella giusta direzione sarà possibile vincere. Personalmente resto ottimista, anche perché sarà la stessa durezza dell’attacco eurista a spingere al ricompattamento. Ma certi errori devono finire.

7 pensieri su “SUL CONDONO E LA VERA BATTAGLIA di Leonardo Mazzei”

  1. Luca Tonelli dice:

    personalmente ho accantonato le questioni di principio da tempo.preso atto della situazione, ho moglie e figlia che devo mantenere e, sebbene non mi trovi nelle difficoltà di milioni di Italiani, ho interesse a campare e a garantire una vita decente a me e alla mia famiglia.Per cui sono a favore di qualunque miglioramento delle condizioni del popolo.se questo vuol dire turarmi il naso per provvedimenti del genere lo faccio senza eccessivi problemi, purchè contestualmente venga facilitata la vita del popolo.In altre parole, non me ne frega un cazzo di 1 miliardo di condono se dovesse esserci anche solo un altro miliardo di spesa pubblica in servizi (assunzioni pubblico impiego o investimenti in infrastrutture o quel che sia) in più.E trovo ridicolo che la maggioranza vacilli su queste cose.Perchè credo che come a me anche alla stragrande maggioranza degli Italiani interessi qualunque cosa possa aiutarli a vivere. indipendentemente da condoni o altro.

  2. Luca Tonelli dice:

    Più probabile che sia tutta una pantomima per far digerire ai rispettivi elettorati mosse che andrebbero poco giù.il condono per i 5S e il reddito di cittadinanza per la lega.

  3. Anonimo dice:

    Secondo un articolo del Sole 24 ore, quando lo spread sale, sono proprio le banche e le assicurazioni Italiane ad acquistare i nostri Titoli di Stato, nel solo mese di maggio ne sono stati acquistati 30 miliardi, immagino che si stia facendo la stessa cosa adesso, quindi le Banche Italiane stanno acquistando Titoli di Stato Italiani a prezzi molto bassi.Che succede se, dopo essere arrivati ad un passo dalla crisi di governo, "per puro caso", i due leader rinsaviscono, ritrovano l'accordo politico, e magari abbassano le loro pretese in termini di sforamento del deficit?Immagino che lo spread tornerà a scendere, le banche Italiane faranno un botto di Utili, e lo stato potrà recuperare il mancato deficit dall'aumento della tassazione degli utili bancari, che guarda caso è prevista in manovra.Ma non è che si stanno facendo finanziare la manovra dai mercati?

  4. Anonimo dice:

    Ed oggi Moody's da un lato anticipa il giudizio che era atteso la prossima settimana, dall'altro lato abbassa il rating ma non troppo. Più che un attacco sembrano voler fare pressione ma senza superare il punto rottura.Certo bisogna vedere cosa accade lunedì ma se non si supera il punto di rottura c'è ben poco di cui essere ottimisti.E siccome è tutto intrecciato un occhio va anche dato al resto del mondo, ad esempio al brutto affare saudita. Certo la casa di Saud da qualunque lato la si guardi è abominevole, ma le tensioni attorno al sanguinario MBS porterebbero ad una pur temporanea rivalsa del deep state USA contro Trump oppure farebbero aumentare il livello dello scontro a Washington? Inutile dire che la seconda prospettiva è quella che disperatamente auspico.Comunque vada le tensioni aumenteranno ma è ancora presto per un giudizio definitivo.Giovanni

  5. Anonimo dice:

    Ah, questo qui è Sapelli, il mancato premier:La Merkel ci salverà. I mercati lo sanno e non ci colpiranno come vorrebbe la nostra borghesia "vendidora" [..] Basta che i leader politici tacciano e facciano parlare Tria e Savona.Non lo si può manco leggere. Speriamo che le cose non vadano come lui auspica perché essere salvati dalla Merkel, Tria e Savona sai che festa sarebbe.Giovanni

  6. Anonimo dice:

    C'è stato Italia5stelle, quello dell'entrismo intelligente (che però non vuole la terza gamba) non è stato invitato. Avvertitelo che il suo entrismo intelligente sta facendo cilecca perché senza la terza gamba è solo una fumo.

  7. Aldo Zanchetta dice:

    Due settimane or sono mi sono recato in banca per reinvestire 5.000 E che mi rientravano per la scadenza dell’investimento precedente. Il consiglio: “Attenda la fine del mese. Quando Bruxelles reagirà al DPB lo spread salirà alle stelle e i buoni del tesoro crolleranno. Se crede, quello sarà il momento di comprarli”. Naturalmente se banche e grandi speculatori faranno questo investimento, successivamente avranno tutto l’interesse che la quotazione dei BOT risalgano e quindi lo spread diminuisca. E così l’attuale aumento dello spread offre un’opportunità speculativa. Che alla BCE non ci abbiano pensato? Naturalmente al momento chi ha in pancia molti BOT, e fra questi le banche italiane, non sono beneficiati dall’aumento dello spread, ma si rifaranno come sopra detto.La grande battaglia, come dice Mazzei, è contro l’oligarchia europea. E per questa certi errori (scontro Lega M5S sul condono, che nella prima versione è apparso come un premio ai grandi evasori) sono gravissimi, specie su un tema che riguarda la sensibilità di chi li ha votati. Giovedì mattina alla stazione di Viareggio ho incontrato un vecchietto disperato che gridava: “Io li ho votati e questi premiano i delinquenti. Non li voterò più e anche voi, se li avete votati, non li dovete votare più. Ci hanno imbrogliati!”. Ho provato a parlarci ma era esasperato, sinceramente angosciato, e per come la situazione si presentava in quel momento, oggettivamente aveva ragione. Quanti avranno pensato come lui? Il decreto rientrerà, con tutta probabilità (forse è già rientrato ma ancora non lo so), ma per molti la prima impressione è quella che conta e che resterà. E anche in chi ragiona più freddamente resterà comunque l’impressione negativa del gravissimo errore commesso. E in questo momento errori così gravi non possono non preoccupare. Speriamo che dall’episodio nasca una riflessione salutare per i due attori.A.Z.

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