10 visite totali, 1 visite odierne

Browse By

DEBITO: LA FRANCIA NON DIA LEZIONI

10 visite totali, 1 visite odierne

[ 1 novembre 2018 ]

Chi ci segue (e siete in tanti) si sarà accorto che siamo assidui lettori del SOLE 24 ORE, il giornale della Confindustria, quindi dell’élite economica italiana, quella che più europeista non si può. C’è tuttavia molto meno spazzatura ideologica ne IL SOLE che negli altri bollettini di regime. Ogni tanto proprio su IL SOLE passano notizie a analisi che smentiscono la narrazione dominante, tipo che l’Italia sarebbe (in base ai criteri fondativi dell’Unione) il più grave malato d’Europa a causa del suo alto debito pubblico che quindi dovrebbe sottostare al famigerato “vincolo esterno”.  E i debiti privati — quelli che, come la grande crisi finanziaria del 2008-2009 partita dagli USA ha insegnato, sono ben più devastanti — dove li mettiamo? 
Prendiamo ad esempio la Francia. Vito Lops, dati alla mano, dimostra, con un articolo del 19 ottobre scorso, che sta messa molto peggio di noi. Sullo stesso tema Lops scrisse un pezzo dell’agosto 2017 che riteniamo doveroso riportare.

* * *

Italia? No, è la Francia il Paese 
più indebitato dell’area euro
di Vito Lops
Nella classifica del debito pubblico in rapporto al Pil (che in Italia fa 130%, in Francia e Usa 100%, e nella media dell’Eurozona 90%) l’Italia ne esce, da tempo, come tra le economie più “a leva” del pianeta. Ma se si amplia lo sguardo al debito aggregato, ovvero ai livelli di indebitamento di tutti gli attori economici (Stato, imprese, banche e famiglie) l’Italia si rivela d’emblée un Paese nella media, senza grossi problemi di debito.

Sempre seguendo questa classifica – che però al momento non fa parte delle griglie con cui l’Unione europea giudica l’operato dei suoi membri – si scopre che è la Francia il Paese più esposto finanziariamente; il Paese che ricorrendo al debito sta vivendo l’oggi più di tutti con i mezzi del domani. È vero, il debito pubblico in rapporto al Pil è più contenuto rispetto all’Italia ma se si somma l’esposizione delle società (circa 160% del Pil), delle banche (90% ) e delle famiglie (60%) vien fuori che il sistemaFrancia viaggia con una leva enorme, che supera il 400% del Pil, pari a 9mila miliardi di debiti cumulati. L’Italia, sommando tutti gli attori economici, supera di poco il 350% a fronte del 270% della Germania.
IL CONFRONTO 
Dati in % del Pil (Fonte: Bloomberg)
Questi numeri devono far riflettere, in particolare i tecnocrati europei che elaborano le soglie che stabiliscono se un Paese è virtuoso o no. Ignorare – o non pesare come probabilmente meriterebbe – il debito privato è un doppio errore. Sia perché c’è una stretta correlazione storica tra debito pubblico e debito privato (è dimostrato che laddove i Paesi sono chiamati a ridurre il debito pubblico con forme di austerità, sono quasi costretti ad andare a “pescare” la crescita attraverso l’aumento della leva privata). E sia perché, se con l’introduzione del bail-in (che stabilisce che i privati partecipano con i propri risparmi ai salvataggi delle banche) passa il principio che il risparmio privato è un “asset istituzionale”, allora forse sarebbe più logico considerare tale anche il debito privato.

* Fonte: IL SOLE 24 ORE del 31 agosto 2017

2 pensieri su “DEBITO: LA FRANCIA NON DIA LEZIONI”

  1. Anonimo dice:

    Approposito di tecnocrati europei.Sto leggendo, con rabbia, il libro di K. H. Deschner (l'autore de "La storia criminale del cristianesimo" che nessuno nomina: chissà perché!?)le pagine relative ad Adenauer cattolico e padre della Germania moderna (tomo II pag. 247 e seg.).Ne esce un personaggio falso, ipocrita, con un linguaggio di 300 parole che ha girato e rigirato come ha voluto: in Germania era ed è nota una affermazione che gli si attribuiva: "Che mi importa di quello che ho detto ieri?": questo sarebbe un padre nobile della UE? E con questo altri buffoni hanno fatto la UE dei sogni?Ma quando finiranno di prenderci in giro i politici? Ecco perché non vogliono sottostare alla democrazia.Naturalemnte è inutile attendersi informazioni adeguate dalla stampa. Meno male che ci sono ancora i libri.Manlio Padovan

  2. Anonimo dice:

    X Manlio Padovan In psicologia è ben nota la dinamica (valida per tutti quindi anche cattolici e anticlericali)per cui ogni individuo tende a credere in quello che i suoi pregiudizi vogliono che sia vero, ed a scartare a priori quello che i suoi pregiudizi vogliono sia falso,perciò dove stà la verità? ognuno crede alla sua che però è soggettiva per cui non è detto che sia la vera verità.http://www.vittoriomessori.it/blog/2014/04/26/aprile-2005-il-timone-vivaio/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *