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TSIPRAS: “CEDETE ORA!” di Piemme

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[ 26 novembre 2018 ]

Il Corsera di ieri, con un lungo articolo di Federico Fubini, sbatte la notizia in prima pagina. Senza il minimo pudore il primo ministro greco, non contento di essersi allineato al resto dei paesi Ue nel condannare il governo italiano, suggerisce a Di Maio e Salvini: “Cedete ora, che dopo sarà peggio”.

Stendiamo un pietoso velo sul “consiglio” del capitolardo greco per soffermarci invece su quanto scrive Fubini. Il nostro svela infatti qual è la strategia della Commissione europea. Sarà bene riportare il suo discorso per esteso:

«Naturalmente la realtà è diversa, più simile a quella descritta da Goldman. Il relativo allentarsi delle tensioni di mercato negli ultimi giorni è servito ad alcuni investitori per ricostruire posizioni ribassiste sull’Italia da livelli più favorevoli, contando sul fatto che i prezzi cadano ancora e i rendimenti del debito pubblico salgano. È ciò su cui si punta ai piani alti della Commissione Ue, dove si è già fatto il calcolo che l’Italia non possa sostenere uno spread a 400 punti. (…)
La Commissione e l’intera area euro ritengono di avere il coltello dalla parte del manico, perché vedono dove sembra essere diretta l’Italia: una crisi di liquidità sul debito nei primi mesi del 2019, quando il Tesoro dovrà fare provvista sul mercato ma gli investitori esteri proseguiranno il loro sciopero attuale. Questa crisi, se arrivasse, piegherebbe le banche prima ancora che il governo perda l’accesso al mercato. (…) La riflessione di Bruxelles si poggia poi su un altro fattore: l’Eurobarometro, un sondaggio della Commissione, mostra che il sostegno degli italiani all’euro sia molto cresciuto e oggi arrivi al 57%. Di conseguenza si ritiene che l’opinione pubblica obbligherà il governo a fare marcia indietro e a chiedere un salvataggio europeo – se necessario – pur di restare nella moneta unica».

Ecco quindi qual è il piano di Bruxelles ove il governo giallo-verde terrà duro respingendo il Diktat dell’Unione europea: suscitare, in combutta con la Bce, “una crisi di liquidità sul debito nei primi mesi del 2019”.
Non è una pistola caricata a salve, è una minaccia reale, che destituisce di ogni fondamento l’idea illusoria che pare sia nella testa di Di Maio e Salvini, giungere indenni alle elezioni europee per vincerle e poi magari procedere con più forza sulla loro strada.
Se questa è, come pensiamo, una minaccia reale, qual è l’eventuale contro-piano del governo? Sarà disposto ad adottare le necessarie contro-misure difensive, per neutralizzare l’attacco? 
Su quali potrebbero essere queste contro-misure torneremo domani. 

Il problema non è dunque questo, è se le due forze governative avranno la determinazione ed il coraggio politico di resistere ove, appunto, come da tempo andiamo paventando, il Paese sarà gettato in uno stato d’emergenza.

Coraggio… ciò chiama in causa certo fattori psicologici, come ad esempio la forza di carattere dei “populisti” Di Maio e Salvini. Ma chiama in causa fattori oggettivi, anzitutto i rapporti di forza tra le parti in causa. 

Come ha affermato P101 «L’Italia ha non solo le risorse economiche per vincere la battaglia, perché ha anche quelle morali e politiche, ovvero l’appoggio della maggioranza del popolo italiano».

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