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ATTENZIONE ALLA PRIMA PIETRA

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[ 3 gennaio 2019 ]

SALVINI NON SCHERZA

La fine del 2018 è stata segnata dalla battaglia tra governo e Commissione europea sulla Legge di bilancio. Essa si è conclusa con un formale cessate il fuoco in cui ognuna della parti ha dovuto recedere dalla proprie posizioni iniziali. 

Contrariamente a i tanti che strillano alla “capitolazione”, vedremo nelle prossime settimane, coi Decreti attuatici, se la coalizione giallo-verde farò sul serio nel chiudere con l’austerità (cosiddetto Reddito di cittadinanza e la modifica della Fornero sulle pensioni) ovvero sapremo se il cessate il fuoco nasconde una bidonata.

Nel frattempo avanza una minaccia, quella dell’attuazione del cosiddetto “regionalismo differenziato” o “potenziato”. Perché una minaccia? Come hanno sostenuto De Bellis — SOVRANISMO SENZA NAZIONE — e Piemme — LA PROSSIMA GRANDE BATTAGLIA — sotto le mentite spoglie del “potenziamento” delle prerogative delle regioni (adottato nel 2001 con modifica del titolo v della Costituzione, promossa dal centro-sinistra di D’Alema e Amato) si nasconde una minaccia esiziale per l’unità nazionale, di conseguenza per quanto resta della sovranità del nostro Paese.

In base alle disposizioni adottate dal governo Gentiloni entro il 15 febbraio il governo Conte dovrà consegnare alle Camere il dispositivo giuridico per dare la promessa super-autonomia alle regioni (anzitutto alle tre che l’hanno chiesta Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna). Debbono essere fermati!

Salvini, nell’intervista al CORRIERE DELLA SERA di ieri, 3 gennaio, fa capire che non scherza:

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SALVINI: “Non vedo pericoli per il governo nei prossimi mesi” 


D. L’autonomia sembra un problema anche a parecchi leghisti. Sbagliano? 


R. “Oggi ho sentito Zaia e Fontana, non mi pare fossero in ansia.Ci sono altri governatori che bussano per l’autonomia, e questo è un bene”. 


D. Per una parte dei 5 Stelle, le autonomie sono un segno dell’egoismo del Nord.  


R. “Noi stiamo lavorando nei termini della Costituzione. Il 15 gennaio tutti i ministri finiranno il loro compito, inclusi quelli dei 5 Stelle. Il 15 febbraio arriverà la proposta del governo e poi, dato che questo è un dialogo, ci saranno trattative regione per regione con Conte e il governo. E’ chiaro che la lega è vicina ai governatori e ai sindaci: è la nostra ragione d’esistenza. Ed è normale che fra i 5 Stelle ci sia qualcuno meno convinto. Ma l’importante, come nel contratto di governo, è il mettere la prima pietra”.

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