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LE VIE DEL SIGNORE NON SONO INFINITE di Moreno Pasquinelli

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[ 2 gennaio 2019 ]

Iniziamo il 2019 con la sensazione che il governo giallo-verde, per come è uscito dallo psicodramma della Legge di bilancio, sia non solo fragile, ma sul punto di implodere. Ma questa “sensazione” non cade dal cielo, è come tante altre, una costruzione, un racconto, sfornato dall’élite e dai poteri forti, che questo governo hanno osteggiato sin dall’inizio. Lo spaccone Matteo Renzi in una intervista alla Stampa ha addirittura previsto che “il governo andrà in pezzi nei primi mesi dell’anno, prima delle elezioni europee”. 
Opinione che sembra condivisa (o meglio, che si fa finta di condividere) non solo dall’élite e dai partiti dell’opposizione parlamentare, ma pure da quelle extraparlamentari, compresi certi “sovranisti”.

Tutti in coro dicono: “Il governo nella sua partita con l’Europa ha ceduto, la spinta sovranista è stata domata, Di Maio e Salvini han perso la faccia e finiranno per litigare “.
A dare retta a questa narrazione è come se l’onda di protesta che si è riversata nelle urne il 4 marzo 2018, fosse stata una cosa momentanea, una sfuriata passeggera, come se quella spinta si sia già spenta.

Io non lo penso. Io penso che quel sussulto popolare abbia radici più profonde, che affondano nel fallimento generale della globalizzazione, del mito dell’Unione europea, nel rifiuto, anzi nel disprezzo per l’élite, i suoi politicanti ed i suoi addentellati sociali. Ammesso e non concesso che questo governo cada, che l’alleanza tra pentastellati e leghisti si rompa, che cioè la richiesta di svolta e di giustizia sociale non sia soddisfatta, questa spinta non scomparirà, non andrà via, e semmai troverà altre strade per manifestarsi.

Quali potranno essere?

Non è vero che le “vie del Signore sono infinite”. Ammesso e non concesso che M5e e Lega siano stati effettivamente domati l’energia ribelle prodotta dalla crisi del sistema neoliberista ha due strade principali per tornare alla ribalta: quella di riversarsi nuovamente nelle urne premiando una forza politica nuova che canalizzerà dunque sotto nuove insegne le spinta che ha portato al governo i “due populismi”, o quella della sollevazione popolare — i Gilet Gialli insegnano. Possono ovviamente darsi delle subordinate, delle varianti, o una combinazione delle due vie. Ma due essenzialmente sono.

Individuata la tendenza generale e i canali principali che essa utilizzerà resta l’incognita dei tempi. Questo non è mai possibile stabilirlo. Come scrisse Paolo di Tarso:

«Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte». [ 1Tessalonicesi 5,1-11 ]

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5 pensieri su “LE VIE DEL SIGNORE NON SONO INFINITE di Moreno Pasquinelli”

  1. Marco Giannini dice:

    Devo dire che da quando lavoro, seppur precario, con una certa continuità mi rendo conto di quanto sia necessario farlo….altro che reddito di cittadinanza.Non sono diventato contrario, sia chiaro, proprio adesso che lo approvano ma per esperienza personale dico che molte depressioni, molti sovraccarichi sono dovuti a quello, al sentirsi inutili nella vita.Vi leggo ancora volentieri e trovo le vostre posizioni molto maturare.Saluti

  2. RobertoG dice:

    Sostanzialmente concordo con l'articolo. A me pare che le forze di questo governo siano efficaci soltanto per quel concerne le tecniche comunicative di propaganda, mentre per il resto sono veramente scarse, d'altronde il loro retroterra culturale è quello che è. Il fatto però è che le opposizioni fanno assai più schifo e questo la gente ormai l'ha capito, tanto che le loro argomentazioni, risibili e mistificatorie, amplificate dal sistema mediatico che ancora controllano (a proposito ma il tanto decantato Foa alla presidenza Rai che sta facendo, dorme?) non fanno altro che ritorcerglisi contro.Ci sarebbe bisogno, come dell'aria che respiriamo, di una forza politica a sinistra che preferirei definire pragmatica più che sovranista per canalizzare l'enorme malcontento che i populisti alla fine, sono convinto, riusciranno a deludere. Credo meno nella rivolta popolare (anche se sarebbe preferibile) in stile gilet gialli. I francesi la rivoluzione ce l'hanno nel sangue, noi italiani invece siamo ancora condizionati dalla sconfitta dell'ultima guerra che ci ha reso un puro protettorato del padrone d'oltreatlantico.

  3. Anonimo dice:

    VI DÒ NOTIZIA IN ANTEPRIMA: CESARE BATTISTI SARÀ CANDIDATO DI POTERE AL POPOLO ALLE EUROPEE 2019.SI CONSEGNERÀ SOLO IN CASO DI ELEZIONE VINTA……

  4. Fiorenzo Fraioli dice:

    In realtà le vie del Signore sono indefinite, esattamente come le circostanze reali nelle quali ci stiamo muovendo. Da un po' di tempo ognuno ha fatto una scommessa interpretativa, e ognuno spera che la sua sia quella azzeccata. Senza rendercene conto stiamo tutti giocando a fare i gestori di hedge fund politicoidi. Per di più, da qualche tempo su questo blog, anche cassando i commenti, che è la cosa più triste.La vittoria ha mille padri che litigano per appropriarsi del merito; la sconfitta è orfana e mille figli se le danno di santa ragione per incolparsi l'un l'altro.Ma anche basta!

  5. Anonimo dice:

    MENTRE SI PREPARA IL DECRETO SUL COSIDDETTO REDDITO DI CITTADINANZA, IN REALTÀ SCHIAVISMO DI STATO..VEDIAMO ANCHE COSA NON È STATO FATTO..Gli annunci sul cosiddetto reddito di cittadinanza fanno rabbrividire..Oltre alla gara ad ostacoli per averlo, e quasi nessuno dei pochi fortunati avrà i tanto magnificati 780 euro al mese, oramai è chiaro che il compito principale del provvedimento é costringere i disoccupati ad accettare lavori sottopagati e supersfruttati, cioè lo scopo esattamente opposto a quello per il quale il reddito fu proposto. Il reddito dura 18 mesi, poi si vede. Bisogna fare circa 35 ore di lavoro gratis al mese. Si possono rifiutare solo due proposte di lavoro. Alla terza proposta non ci sono limiti territoriali. Per capirci se un disoccupato calabrese rifiuta un lavoro di 800 euro lordi mensili a Milano, perde tutto.. inoltre i collocatori riceveranno un premio-mazzetta per ogni disoccupato collocato. Poi le aziende intascheranno il reddito come premio all’assunzione..insomma schiavismo e caporalato di stato, la peggiore continuazione del Jobsact..Accanto a questa legge porcata che si va delineando, chiaramente scritta da Salvini, ci sono gli impegni che Di Maio aveva preso e che ora ha semplicemente cancellato, anche qui sotto dettatura di Salvini..ne citiamo 3: – Decreto per ridurre e regolare meglio il lavoro festivo..NON FATTO – Decreto per i fattorini, riders, che portano il cibo ..NON FATTO- Decreto per colpire le aziende che usano il marchio per delocalizzare, tipo Pernigotti..NON FATTO Le sole cose chiare e brutali fatte dal governo sono quelle contro poveri e migranti..il resto é solo menzogna e liberismo..G.Cremaschi

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