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IL CALDO DA ALLA TESTA…

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[ 15 marzo 2019 ]

…SPECIE 

 

NELLE REDAZIONI

 

Forse non lo sapevate, ma anche i terremoti (ed i relativi tsunami) sono provocati dal “global warming”. Non ridete, siete voi che lo ignoravate. Ma si può sempre rimediare con dei bei corsi affidati al noto climatologo Sergio Mattarella. Od alla arcinota fisica dell’atmosfera Greta Thunberg, non a caso in vista del Nobel, anche se per ora solo quello della “pace”.

Nel frattempo non resta che leggere l’autorevole Corriere della Sera, laddove le bufale riescono a distinguerle perfino dalle salamandre. Alle pagine 8-9 dell’odierna edizione , un bel planisfero intitolato alla “febbre del Pianeta” [vedi immagine sopra] ci informa di alcune cose. 

La prima, nel 2100 i mari saliranno da 8 a 90 centimetri. Cavolo, che precisione millimetrica! La seconda, scomparirà il 6% degli insetti, ma non le zanzare e le zecche. Accipicchia, quant’è selettivamente malevolo il riscaldamento globale!

La terza, però, le batte tutte. Secondo il Corsera i cosiddetti “eventi estremi” avrebbero prodotto nel 2018 la bellezza di 10.773 vittime. Cioè una vittima ogni 750mila abitanti, pari allo 0,000133%. Sempre troppi, ci mancherebbe. Ma cosa hanno inserito negli eventi estremi evidentemente collegabili al “global warming”? Sgranate gli occhi: “terremoti, inondazioni, tsunami e incendi”.

Lasciamo perdere qui le inondazioni e gli incendi. Fenomeni che ci sono sempre stati, ma fingiamo che adesso sian tutti addebitabili al riscaldamento globale. Ma terremoti e tsunami cosa c’entrano, di grazia?

In attesa di partecipare ai corsi di cui sopra, il cui allestimento immaginiamo ormai prossimo, ci limitiamo a ricordare che nel 2018, solo in Indonesia, i terremoti di Lombok e dell’isola di Sulawesi hanno prodotto migliaia di vittime e di dispersi. Vittime oggi addebitate dal Corsera non alla normale attività sismica del pianeta, bensì alla sua “febbre” da CO2.

Ma non azzardatevi a mettere in dubbio questa scientifica connessione, mica sarete dei negazionisti!

Non c’è nessun dubbio: il caldo fa male, specie in redazione.

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