CINA: SCACCO ALL’EUROPA? di F.S.
[ 5 maggio 2019 ]
Continuo il mio tentativo di ricerca e analisi di scritti dedicati alle conseguenze geopolitiche dell’affermazione planetaria del “Socialismo confuciano Han” di Xi Jinping. In questo caso, sviluppo, in estrema sintesi, riflessioni basate sulla lettura di Taino: Scacco all’Europa.
Provo a sintetizzare in tre punti il pensiero dell’autore per poi arrivare a una conclusione finale.
a) Dal 1989 l’Europa ha perduto la centralità geopolitica. Come mai la nascita della moneta unica e dell’Unione Europea hanno rappresentato la fine della centralità europea? In quanto la moneta unica, che è stata per il Nostro una decisione politica unilaterale dell’elite socialdemocratica parigina, non si è accompagnata ad un progetto politico di lungo respiro, non è stata quindi frutto di un ideale né di un disegno sociale, ma una forzatura ideologica ed antistorica del nazionalismo “massonico” neo-illuminista francese.
c) L’autore ritiene assolutamente centrale, per il destino globale, la relazione geopolitica tra Cina ed India e dunque pensa che il nuovo centro del pianeta sarà da collocarsi in quella fascia in cui si va sviluppando “il filo di perle”, che simboleggia la strategia del Governo socialista cinese nell’Oceano Indiano. Il Pakistan, di conseguenza, finisce per divenire, suo malgrado, un attore centrale della nuova partita globale e molto profonde sono le riflessioni che il Nostro enuclea a tal proposito. Il nuovo centro del mondo, per il Nostro, come del resto è stato dall’antichità sino a circa tre secoli fa, è da collocarsi di nuovo in Asia.
CONCLUSIONE
Quando ho scritto il mio pezzo su Cina e Mediterraneo non avevo chiaramente ancora letto quanto scritto dal Taino, che ritiene di contro che tornerà centrale non il Mediterraneo ma l’Oceano Indiano. Questa in effetti è la tesi che va per la maggiore tra analisti ed esperti. La tesi che io avanzai non sembra godere di molto credito. Anche il Taino, che non usa un approccio ermeneutica economicistico, ma potrei dire schmittiano, leninista, quando arriva alla sintesi finale sembra ritornare all’economicismo.
Tutti i più rilevanti eventi politici degli ultimi tempi, dai primi anni del 2000 sino ad oggi, pongono però in posizione centrale quella fascia che la geopolitica italiana definiva Vicino Oriente. Si pensi che lo stesso occidente economico e plutocratico (Ue inclusa) è al centro di una lotta politica radicale tra un sionismo di sinistra europeista e anti-israeliano (Soros, Attali, Bergoglio, Bonino ecc) e un sionismo di destra (Israele, S. Adelson, Trump, Orban ecc). Questo mi porta a ritenere, ad esempio, a differenza di tutti gli analisti contemporanei, che il peso politico e geopolitico di Israele, nel quadro politico globale, non è per nulla inferiore a quello di Usa, Cina, Russia. Basta analizzare attentamente lo stato attuale dell’imperialismo sionista, per essere costretti a riconoscere la saldezza di tale esperimento, anche in virtù della saggia temperanza sociale tra modernità ultratecnologica e tradizione essenziale. Di conseguenza, sia la lotta radicale di frazione tra le due diaspore ebraiche (quella europea, mediterranea e quella angloamericana) sia il ritorno politico universale dell’Islam, messo in moto dalla Rivoluzione iraniana del 1979 e dalla vittoriosa offensiva antioccidentale dell’Hezbollah dai primissimi anni ‘80, fanno sì che, almeno a mio modesto parere, il secolo avanzante, più che il secolo dell’Asia indo-pakistana, sarà il secolo dell’Asia occidentale, mediterranea. Questo significa che do già per sconfitto il trumpismo? No, affatto. Ma ritengo che il Partito Comunista Cinese non abbia ancora dispiegato tutta la sua capacità di influenza sulla società occidentale. Le oligarchie massoniche democratiche e liberal della sinistra sionista europeistica anti-isrealiana sono in un impasse ormai irresolubile. Questa è la via in discesa dell’elite socialista: cavalcare e influenzare queste oligarchie in profondità per rendere più agevole e temperato il definitivo approdo a un mondo multipolare a trazione sociale Han.
Articolo interessante, ho seguito tutti i post dell'autore. Quindi ha ragione Lannutti, tanto bistrattato, sulla lobby sionista mondialista.