L’IRAN IN DIFESA DEI “FRATELLI MUSULMANI” DI F.f
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M. Ahmadinejad e l’emiro del Qatar Sheik Hamad Bin Khalifa |
Mohammad Javad Zarif, mercoledì 1 maggio, da Doha, ha rilasciato la seguente dichiarazione commentando il piano nordamericano di classificare i Fratelli musulmani “organizzazione terroristica”: “Gli Stati Uniti non sono nella posizione di poter classificare gli altri come organizzazioni terroristiche. Rifiutiamo qualsiasi tentativo in questo senso. Gli USA, inoltre, sostengono il più grande terrorista della regione, ovvero Israele”.
Queste le dichiarazioni a caldo del Ministro Zarif. Molti analisti del Vicino Oriente, assolutizzando erroneamente la questione siriana, che costruisce un unicuum nella regione, in cui effettivamente Iran e l’Hezbollah si trovano nel fronte della difesa del Presidente Bashar al Assad e del Baath siriano di contro alla Fratellanza musulmana siriana, confondendo le acque e avvelenando i pozzi – proprio come è del resto nei piani del Sionismo razzista e colonialista – scrivono e propagandano una fantomatica contrapposizione di civiltà e di obiettivi tra l’Iran sciita e il Qatar/Fratellanza musulmana. Di contro, grazie all’azione lungimirante e “provvidenziale” dello statista Ahmadinejad, la relazione tra Iran e Qatar, centro simbolico dell’Islam clemente e mite della Fratellanza musulmana globale, si può ben considerare assolutamente strategica per la Repubblica persiana.
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Al-Sissi e il Re saudita Salmān |
Tutto ciò porterà, come noto, al ritiro degli ambasciatori da Doha (marzo 2014) da parte di EAU, Arabia Saudita e Bahrein, un gesto senza precedenti finalizzato ad intimorire il
giovane figlio di Hamad, l’attuale emiro Tamim bin Hamad, asceso al trono nel giugno 2013. Lo stesso Tamin, incoraggiato anche dall’ Omam, si è fatto promotore mediante il suo Ministro degli Esteri Halid bin Muhammad al-Atiyya di una nuova iniziativa di dialogo tra i paesi del Ccg e l’Iran.
decisamente filoiraniana da parte di Doha si può prestare a differenti interpretazioni e letture, ben oltre la solita contrapposizione con Tel Aviv e Riyadh; pare comunque evidente e a tal punto palese che sia la Turchia, sia il Qatar, nonostante la ben differente prospettiva sul futuro del regime baathista di Damasco, non possono minimamente accettare l’eventuale escalation militare contro Tehran. James Jeffrey, tra le altre cariche inviato della coalizione globale per sconfiggere l’Isis, ha sostenuto il 13 maggio che è nell’interesse del sionismo globale estromettere la sfera di influenza persiana nella regione vicino-orientale ma che a un’eventuale escalation anti-persiana quasi sicuramente conseguirà la discesa in campo dell’interventismo diretto turco (e quindi di Doha) in difesa dell’Iran.
Anche in Libia, troviamo Qatar e Iran solidali nel sostegno al Governo tripolino di Al Sarraj: è di pochi giorni fa la notizia che la nave iraniana “Shahr e Kord”, appartenente ai Guardiani della Rivoluzione, è giunta presso la rada del porto di Misurata, provocando le risentite proteste del portavoce di Haftar. L’esercito di Haftar, come noto, per il quale si sta spendendo anche la Casa Bianca, è attivamente sostenuto ed armato dal 2015 dai sionisti.
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L’attuale emiro del atar Tamim bin Hamad et Recep Erdogan |
Come si può vedere, di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno. Non è dunque l’Italia a porsi, sulla questione libica, in compagnia dell’Emirato sbagliato, come sostiene con sicumera il clintoniano redattore de “il Manifesto” Alberto Negri), ma eventualmente la Francia del sionista Macron, stretta alleata di Sauditi e del regime controrivoluzionario egiziano, filoisraeliano e filoccidentale di Abdel Al Sisi.
Va peraltro segnalato che la stessa Cina, seppure in modo soft, è scesa in campo sostenendo il Governo di Tripoli. La parte giusta, per Negri e i “sinistrati”, è dunque quella dell’occidente israeliano.
Molti sinceri antimperialisti, sedotti da interpretazioni a buon mercato a base di sciocca furia islamofobica compiute da analisti improvvisati, finiscono così per ritrovarsi, ancora una volta…, nel medesimo fronte di Usa e Sionismo.

Per la verità Mohamed Morsi aveva dato all'Egitto, nel suo relativamente breve periodo di governo, una chiara impronta antisiriana, manifestando apertamente l'intenzione di farne anche la base logistica principale della guerra alla Siria. Per fortuna ciò non è avvenuto per i noti motivi, ed è stato un bene
Infatti lo spiega l’articolista dicendo che vicenda siriana è unica nella zona mediorientale, evidentemente per l’elemento alawita….Era comunque meglio Morsi, antioccidentale, di generali amici di Obama Macron Trump ecc
Ma guarda yakoviev che Morsi fu buttato giù da un golpe Cia Mossad in quanto si stava pericolosamente avvicinando all'Iran….
Mah, come si faccia a dire "meglio Morsi" non lo so: è mancato solo l'intervento militare diretto, poi tutte le azioni possibili contro la Siria furono fatte: rottura definitiva delle relazioni diplomatiche, formazione e riconoscimento di uno pseudo-governo in esilio (un altro dei tanti), oscuramento delle trasmissioni della TV di stato siriana ricevibili in Egitto, tentativo di escludere la Siria dal congresso dei non-allineati, con un intervento-provocazione proprio a Tehran…
Anche al Sisi è antiAssad eh….
I Fratelli Musulmani sono truppe cammellate della Cia da sempre. Al centro del Qatar c'è la più grande base militare Usa del medio oriente. Se sono antimperialisti loro allora lo siamo pure noi della colonia Italia.Perchè gli yankee vogliono mettere fuori legge i fratelli musulmani, il ruolo di Haftar, Al Sisi, l'Iran, il Qatar. Gli scenari ed il gioco delle parti in medioriente e Libia sono estremamente complessi.Questa analisi qui mi convince assai di più di quella di Ffhttps://www.eurasia-rivista.com/strategie-a-confronto-nello-scenario-libico/
Il testo di Eurasia è un manuale di neo-kemalismo e dunque di secolarismo occidentale.Il kemalismo, per chi non lo sapesse, come spiegò Imam Khomeini, fu una "sovversione" massonica occidentale pianificata da elite politiche e finanziarie sioniste e anglosassoni. Vennero usate allo scopo truppe composte da aleviti, aschenaziti, sefarditi, curdi…. Vennero compiuto il massacro di armeni per spaccare la comunità ottomana su linee etnoreligiose sino ad allora inesistenti. La Fratellanza oggi riecheggia l'eredità imperiale ottomana. Ci si arrampica sugli specchi, nell'articolo, per negare che gli USA sostengono Haftar. Non si dice che Israele sostiene attivamente Haftar su tutta la linea. Essendo un fatto solare il blocco Tehran-Ankara-Doha, non solo si dice "di recente Iran e Qatar si sono avvicinate…" quando l'alleanza è ultradecennale, ma ci si chiede come mai vi sia tale blocco, non riuscendo a darsi spiegazione del fatto in sè.. Premesso che Damasco è una linea strategica su cui Teheran non arretra e non arretrerà, oggi il nodo strategico e la contraddizione principale son rappresentati per sionismo e imperialismo dalla Repubblica Islamica dell'Iran. Se ne traggano le conseguenze del caso. Giocare per la scissione della Fratellanza con Tehran vorrebbe dire essere politicamente sprovveduti, optare per la guerra di tutti contro Tehran e per il cambio di regime.Alessandro
Roberto G. Voi Eurasia come il perfetto antifa di systema Fulvio Grimaldi sostenete Haftar un sionista amico dei sionisti. Qui di complesso c’È tanto solo per chi non vuol vedere