NO, NON VOTIAMO PER LE SINISTRE
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Sulla scheda elettorale per le europee, tra le 15 liste ammesse, ne troverete due che rispondo al nome di LA SINISTRA e il PARTITO COMUNISTA. Vi spieghiamo perché non voteremo né la prima né la seconda…
IL PC DI MARCO RIZZO
Alcuni ci chiedono: “Perché non votate il PC di Rizzo, dato che è contro l’euro e l’Unione europea”? Perché, al netto di un identitarismo ideologico ammuffito e improbabile, è un voto sostanzialmente IMPOLITICO.
Ci si obietta che malgrado questo identitarismo ideologico ammuffito il voto è motivato da un “coerente percorso antieuropeista”. Tralasciando il fatto che nel suo “percorso” Marco Rizzo ha fatto una scissione (1998) pur di continuare ad appoggiare il governo ultraeuropeista e bombardatore della Jugoslavia di D’Alema (1999), e tralasciando pure il suo voto a favore dei Trattati europei nel parlamento di Strasburgo (2005), l’attuale posizione del PC sull’Europa è solo una frase scritta su un foglio di carta e nulla più, un bluff.
«Fare la Brexit anche in Italia. Ma questo passo va fatto superando prima il sistema capitalista e applicando quello socialista, perché altrimenti il sistema ci farebbe a pezzi tra Pil e pareggio di bilancio».
LA SINISTRA
«La scadenza elettorale del 26 maggio è diversa, perché deciderà se affossare o rilanciare il progetto dell’unità europea, quale l’avevano sognato gli antifascisti al confino a Ventotene fin dal lontano 1941.Quel progetto è stato ed è stravolto, da un lato, dalla logica neoliberista che ha ispirato il Trattato di Maastricht e le successive intese intergovernative, come il micidiale Fiscal compact, che, perseguendo politiche di austerità, hanno aggravato la crisi con gravi conseguenze per l’occupazione e le condizioni di vita delle persone.Dall’altro lato il percorso dell’unità europea è oggi seriamente minacciato dall’avanzata delle destre nazionaliste, xenofobe, razziste e sessiste. Se si continua sulla prima strada si rischia l’implosione della Ue, perché si approfondiscono le differenze tra paesi e all’interno di questi. Se si sceglie la seconda si arriverebbe alla deflagrazione della Ue, a un ritorno alle piccole patrie l’una contro l’altra armate».
Spogliato degli arzigogoli retorici, il succo è scandalosamente programmatico: non solo non si deve uscire dall’euro e dalla Ue, si deve “rilanciare il progetto dell’unità europea” e… Dio ce ne scampi del “ritorno alle piccole patrie”, ovvero: sovranità nazionale mai.
