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RIXI: UBI MAIOR MINOR CESSAT

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[ giovedì 30 maggio 2019 ]

Condanna attesa (3 anni e 5 mesi) quella emessa dal tribunale di Genova ai danni dell’attuale viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi. E’ la terza “tegola” giudiziaria in poche settimane per il Carroccio.

I giornaloni di regime da giorni stavano montando la maionese per farla impazzire, scrivendo che questa vicenda sarebbe diventata (addirittura) il definitivo casus belli tra Lega e M5s: “i pentastellati chiederanno la dimissioni immediate di Rixi, Salvini farà muro in sua difesa”.
E invece…
E invece ci sono rimasti con un palo di naso, visto che Rixi si è dimesso col consenso di Salvini: «Le accetto per tutelare l’esecutivo».
Bene ha fatto Salvini a non dare un alibi a chi sperava che il governo si spaccasse e cadesse su questa vicenda, la quale, rispetto all’ordine dei fattori, soprattutto dopo la minacciosa Lettera della Commissione, è del tutto irrilevante.
Un gesto intelligente, evidentemente distensivo verso i cinque stelle e un assist a Di Maio, che così potrà facilmente superare l’esame degli iscritti al M5s.
Dato a Cesare quel che è di Cesare, tutto sta a vedere quali saranno le prossime mosse del Cesare.
Si tratta davvero di un gesto per tutelare (come è sperabile) il governo affinché si faccia quadrato contro le prossime imboscate di Bruxelles, oppure è una mossa tattica che precede l’offensiva proprio contro i pentastelati finiti nel marasma — magari per dividerli sulla base della considerazione che oramai il governo è già defunto? 
La risposta l’avremo presto con la prossima mossa di Salvini, se cercherà un accordo coi cinque stelle su quelli che ha già annunciato dovranno essere i prossimi passi del governo: la sciagurata Autonomia differenziata, la TAV, lo sblocca cantieri e la flat tax. O se invece, come fece Brenno dopo il Sacco di Roma, porrà la sua spada sul piatto della bilancia.


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