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CHI È ORA IL NEMICO PRINCIPALE? di Moreno Pasquinelli

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[ giovedì 22 agosto 2019 ]

Sul madornale errore tattico compiuto da Matteo Salvini, quello di aver fatto cadere il governo giallo-verde(blu) abbiamo scritto abbastanza. 


Se davvero avesse voluto alzare la posta in vista della Legge di bilancio, non era contro i 5 Stelle che doveva sferrare l’attacco, bensì contro la “Quinta colonna” mattarelliana ed eurista nel governo, a partire da Tria e Conte. Detto altrimenti: se Salvini voleva davvero una finanziaria shock, quindi tenere testa ai ricatti dell’Unione europea, avrebbe dovuto fare di tutto per assicurarsi la solidarietà dell’alleato pentastellato per sostituire Tria (il vero e proprio garante e alfiere dell’eurocrazia) e nel caso lo stesso Conte.

Sui motivi di questo clamoroso errore circolano le più diverse spiegazioni, e illazioni. La più debole è proprio quella difesa dai filo-salviniani: “c’era il complotto delle solite élite, l’inciucio tra 5 Stelle e Pd era già stato siglato”. Fosse vera questa tesi (e non ci sembra vera) a maggior ragione Salvini ha commesso un errore: se il tuo nemico ti sfila l’alleato tu che fai? Gli dai una mano?

Nessuno meglio di Claudio Cerasa, poteva esprimere l’esultanza delle élite eurocratiche e dei loro lacchè nostrani per la caduta del governo:

«L’Italia ieri ha festeggiato la sua Liberazione da un doppio populismo di governo che nel giro di pochi mesi ha isolato l’Italia, ha portato il Paese in recessione, ha alimentato sentimenti xenofobi, ha giocato con i vaccini, ha introdotto nel corpo del Paese il virus delle democrazie illiberali, ha provato a spostare il baricentro della terza economia più importante d’Europa più verso la Cina che verso l’America, più verso la Russia che verso l’Europa». [IL FOGLIO, 21 agosto]

Grazie al terremoto elettorale del 4 marzo dell’anno passato, per la prima volta dalla nascita della Repubblica, i poteri forti persero una delle loro roccaforti più importanti, quella del governo. E’ qui la ragione fondamentale della nostra decisione di dare un appoggio tattico al governo giallo-verde (e per la quale ci siamo presi tante critiche): difenderlo malgrado le schifezze per impedire che i poteri forti riconquistassero Palazzo Chigi. Poiché quella era la posta in palio, le altre assolutamente secondarie.

Non siamo noi che dobbiamo fare autocritica. Debbono farla tutti coloro che pur condividendo come prioritaria la battaglia per riconquistare sovranità popolare e nazionale, hanno considerato (le élite ringraziano) che non i poteri forti in agguato bensì Salvini fosse diventato il nemico numero uno. Ora sono serviti.
Sta di fatto che ora, essendo il pallino passato dalle mani di Salvini a quello di Mattarella, questa rivincita è possibile. Vedremo nei prossimi giorni se verrà fuori un governicchio-ponte per votare in primavera o se, grazie alla oscena disponibilità dei 5 Stelle, verrà fuor qualcosa di più pericoloso (“governo di legislatura”). Non è escluso che si tratti delle due cose messe assieme: un governo ponte, destinato a durare pochi mesi, nell’ottica che nel frattempo maturino le condizioni per un governo eurocratico forte, magari con Draghi primo ministro.

Sia come sia, meglio sottolinearlo a scanso di equivoci, non è Salvini il nemico principale del popolo lavoratore. Né lo è diventato per il suo grossolano errore tattico.

Il nemico principale resta il blocco di potere eurista, a maggior ragione se invece delle elezioni si riprendesse il governo del Paese. E se questo dovesse accadere la manifestazione del 12 ottobre LIBERIAMO L’ITALIA  diventerà un’occasione non solo per dire che si deve uscire dalla gabbia eurocratica, per dire NO all’inciucio e iniziare a costruire una NUOVA opposizione politica e sociale.

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12 pensieri su “CHI È ORA IL NEMICO PRINCIPALE? di Moreno Pasquinelli”

  1. Anonimo dice:

    Vedi Moreno, i tuoi rimproveri verso Salvini saltano a piè pari un passaggio fondamentale: i pentastellati sarebbero mai stati disposti a seguirlo sul terreno dello scontro contro i poteri forti? Tutto nel loro comportamento recente porta ad escluderlo.Come escludere la possibilità che la rottura salviniana abbia preso le mosse proprio dal fallimento di ogni sforzo volto a smuovere i grillini in questa direzione?

  2. Gaetano dice:

    In questi giorni ragionavo circa la questione centrale del dominio imperialeUSA sulla penisola. Ricordo sempre a tutti che il Re è a Berlino, ma l'imperatore sta a Washington. Non bisogna mai dimenticare che l'esercito d'invasione USA è entrato in Italia nel 1943 e non l'ha mai abbandonata.Nel bel paese ci sono circa 110 basi o istallazioni militari americane (con o senza la mediazione NATO). Si va dai centri di rilevamenti radar alle basi fornite di bombe nucleari.Gli USA hanno sempre esercitato il loro dominio apertamente: Piano Marshall, CIA, brogli elettorali, Sicilia in bilico fino al 1948 (in predicato di diventare ennesimo stato a stelle e strisce), piani militari di colpo di Stato in caso di vittoria del Fronte popolare etc. etc. Insomma, la Repubblica italiana (dei misteri, delle banane, della eliminazione di Mattei, della strategia della tensione etc. etc.)è sempre stata e continua ad essere una colonia degli USA. Immaginate un governo italiano che chieda la restituzione delle 1000 tonnellate d'oro depositate negli USA. Impensabile. Così è impensabile compiere qualsiasi atto di autonomia e libertà che vada contro gli interessi e contro gli ordini degli USA. Impossibile. E allora, forse, è il momento di aggiornare l'analisi. Qual'è la valutazione che diamo del blocco militare industriale/finanziario USA che impone il suo dominio sul pianeta? Qual'è la valutazione sul rapporto tra centro imperiale USA e nucleo imperialista della UE, che rapporto individuiamo, di totale o parziale subordinazione della UE agli USA. Che prospettiva ha un movimento di liberazione che non faccia i conti da subito con la realtà della dominazione USA? A tal proposito casca a fagiolo l'ipotesi presentata oggi da Francesco Amodeo il quale ha spiegato la crisi di governo a partire dalla disobbedienza 5 stelle nel tessere rapporti con la Cina (via della seta, 5G, Huawei, etc.) che gli USA ci avevano vietato. In questo senso, non di errore di Salvini si tratterebbe ma solo della obbedienza della Lega (sia di Giorgetti che di Salvini) all'ordine di Washington di far cadere un governo rivelatosi non allineato a sufficienza.

  3. Anonimo dice:

    Caro Moreno perdonami, ma sei ossessionato da questa cosa del nemico principale e secondario, il punto e' uno, se mi permetti: Salvini, Renzi, Conte, Di Maio, ecc, sono tutti parimenti anche nella diversita' delle relazioni sociali di riferimento, agenti anonimi della riproduzione capitalistica. Nella stessa misura, semplifico per capirci, sono per es. da combattere l'euro e l'autonomia differenziata, la Nato e la controriforma della scuola. Pertanto se tanto mi da tanto, sono tutti "nemici". Ritornando a noi, credo che la sinistra sinistrata sia morta per fortuna, tuttavia acchiappa ancora il vivo, per questo va combattutta tatticamente per non permettergli di fagocitare quei giovani bisognosi di ideali e di speranze che vengono poi sistematicamente delusi e disillusi dalla sua irrilevanza e dal suo inutile politicismo.

  4. RobertoG dice:

    In relazione al commento di Gaetano (che condivido) riporto quanto segue da notizia di ieri:"E' il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ad aver sondato l'ambasciata Usa. Salvini durante la riunione di gruppo della Lega alla Camera lo ha detto chiaramente: «Vedremo le reazioni di Washington. Saranno contenti a Pechino. I cellulari Huawei usciranno dai rubinetti. L'asse dell'Italia si sposterebbe tutto a sinistra»"https://www.ilmessaggero.it/politica/governo_salvini_cosa_fara_appello_m5s_sindaggi-4688101.html

  5. Pugacev dice:

    Il primo commento mi ispira considerazioni amare:1) Magari Salvini avesse rotto sullo scontro con Bruxell e con Tria, vergognosamente sostenuto da Di Maio con la fregnaccia delle coperture. Ne sarebbe uscito fuori rafforzato, da vero campione della sovranità nazionale, e avrebbe aperto una frattura tra l'area sovranista e quella travaglista del M5S. Purtroppo ha rotto sulla TAV, lanciando così un chiaro segnale al partito del PIL e del cemento. Recentemente ha preso pure a sperticarsi di lodi e di preci all'Immacolato Mattarello, manco fosse la vergine Maria! Di altro mi taccio per carità di patria.2) I tentativi di Borghi e Bagnai di accreditare una lettura in tal senso sono patetici e, dato il mio rispetto per loro, soffro profondamente a vederli affannarsi così. Si veda la registrazione di Omnibus del 21 agosto. Al minuto 4'50'' la Mauro interrompe Borghi commentando: "perché allora avete aperto la crisi più sulla TAV, sul governo del no, che su questi argomenti qui che secondo me sono anche più forti", e lui a fare capitan ventosa sugli specchi…https://www.youtube.com/watch?v=b1TPTKm0XnI

  6. Anonimo dice:

    Nel video dove Bagnai con il suo intervento replica a Conte la spiegazione il M5S voleva fare una finanziaria stile PD completamente asservita all’Europa e alle coperture che altro poteva fare Salvini?https://m.youtube.com/watch?v=2nKmaSBgrpU

  7. Anonimo dice:

    “Debbono farla tutti coloro…” concordo. Salvini non è un amico, ma il nemico peggiore esiste, purtroppo, ed è la UE. Bisognerebbe proprio riuscire a non dimenticarlo.Quanto alla rottura sulla tav, è francamente incomprensibile. Dopotutto se il problema fossero state la finanziaria espansiva e la riforma fiscale, perché non dirlo chiaro e tondo, parlare di si’ e di no? La tav potrebbe essere stato anche un favore al pd, o a una sua parte, che sono sempre stati fautori dell’opera, magari per aiutare quel partito a scegliere la via del voto.O il caso di troppo che serviva a convincere qualcuno nella Lega ad aprire la crisi.Ad ogni modo, che B&B abbiano a oggi spazio per parlare a tutti della questione del bilancio e dei vincoli UE come di cosa insopportabile e far apparire i ministri acquiescenti come persone che vanno al di là dei loro compiti e prerogative è molto positivo. Forse l’unica nota positiva della situazione. La tragedia sono quei beati illusi filolega che vanno a comando e pensano di acquistare voti con il tempo. Io temerei piuttosto un effetto Tsipras. La UE allargherà i margini in cambio di disastri giuridici e sociali; getteranno dell’elemosina a persone sempre più disilluse e alle prossime elezioni vinceranno ancora. L’Italia sarà normalizzata e sussidiata. Marattin ha tracciato un programma inquietante ieri sera.Che chi vede ormai davanti a sé un futuro politico, come B&B, si dica che tanto al prossimo giro si vedrà fa ormai parte del loro gioco e della loro vita.Ma chi vive il quotidiano della miseria attuale e ha cominciato a seguirli in una fase diversa, non puo’ oggi più condividere la stessa prospettiva temporale né lo stato d’animo di chi va a lavorare tutti i giorni in un palazzo del XVI secolo con ogni spesa coperta per sé e la propria famiglia. Prima o poi anche questo si farà sentire. Si radicheranno su un territorio (Borghi lo è già), oppure faranno altro; in ogni caso non è un’esperienza che puo’ durare in eterno se non ottiene risultati minimamente tangibili in tempi ragionevoli. E se Salvini verrà estromesso, cosa tutt’altro da escludere, cio’ potrebbe avvenire anche in tempi fin troppo rapidi. Colpiva quante allusioni ai temi antiUE ricorressero nel discorso di Conte, ma stavolta non era per contestarli, bensi’ per dire che bisognava prenderli in considerazione. Al punto da far pensare che gli attacchi solo a Salvini fossero una sorta di proposta: se se ne va lui, facciamo il bis. Oppure il suo contrario: questi temi li sappiamo portare avanti anche noi, sosteneteci.

  8. Gaetano dice:

    Ho sentito Bagnai e il suo inquadramento logico e politico della crisi del governo. Bagnai fa un lavoro molto difficile. Immagino che intenda recuperare (giustamente) la funzione nobile della dialettica nell'aula parlamentare. Un senatore stile Cicerone. Ma la Lega non è riuscita a esporre pubblicamente questa versione comunicando incertezza e improvvisazione. Tanto è vero che esistono innumerevoli spiegazioni di questi fatti. Anche Bagnai mi da più l'idea di aver espresso la sua personale visione piuttosto che l'interpretazione autentica e ufficiale.

  9. Anonimo dice:

    E allora perche' non fa saltare il banco? Uscisse dal gruppo della Lega e diventi punto di riferimento di una nuova sinistra patriottica e no euro. Bagnai e' innanzi tutto un narcisista, senza coraggio, si vuole garantire la rielezione. A questo punto un nemico al pari di un Renzi.

  10. SOLLEVAZIONE dice:

    Ringrazio per i commenti, ovviamente anche quelli critici, che meritano risposta.Proverò a farlo quanto prima con un articolo.Moreno Pasquinelli

  11. Gaetano dice:

    Io sarei più cauto nel giudizio finale su Alberto Bagnai. 1. Non proviene dalle fila della sinistra radicale/comunista.non è marxista. Da quanto si comprende sarebbe stato un elettore per bene del Pd, se il Pd non si fosse rivelato il partito dei collaborazionisti, di conseguenza, la sua collocazione nella lega non costituisce un salto della quaglia inspiegabile.Bagnai ha provato a improntare di sé la Lega e i suoi dirigenti (a partire da Salvini) trascinandola a "sinistra". Non do rilievo alle caratteristiche personali, credo sia sincero. Vedremo in questa nuova fase come riuscirà ad influire nella Lega. Se venisse con noi sarebbe un bene per tutti.

  12. Anonimo dice:

    Aspettiamo la riflessione del blogger.Nel frattempo ancora una parola su Bagnai, perché ho scritto io il commento in cui si parla di “prospettiva temporale”.Qui leggono anche persone che sono state un tempo vicine a Bagnai e ne sono poi state trattate con aggressiva maleducazione, gratuita e indifendibile nel metodo. Sono cose di cui so molto poco per cui nel merito non entro. Rilevo solo che si tratta di un difetto che prima o poi gli si ritorcerà contro ed è un peccato perché puo’ far danni, benché lui abbia l’accortezza di rivolgerla soprattutto verso chi è più debole, cosa che non va comunque a suo onore. Con cio’ non intendo sminuire il suo obbiettivo coraggio nel prendere e difendere per anni una posizione scomoda in maniera sostanzialmente coerente.Che gli antichi bersagli provino nei suoi confronti un risentimento acerbo e amaro, venato di incomprensione dolente per quel gesto si capisce; è segno del fatto che sono vivi e non succubi del primo cafone che passa.Tuttavia in generale non pare possibile definire le sue scelte come mero carrierismo. Ha un lavoro molto bello, ragionevolmente ben pagato e che lascia molta libertà. Messo davanti a misure improponibili, come quelle che di fatto si è trovata di fronte la Lega per volontà di Mattarella e che per fortuna han portato non al compromesso come a dicembre quando l’espropriazione di Conte e Tria è stata più felpata, ma alla crisi, credo lascerebbe, malgrado lo zelo con cui sta interpretando la disciplina di partito. Allo stesso tempo la prospettiva del politico fatalmente si distacca, ed è un male, da quella di un cittadino. Il tempo e le chance prendono un altro senso, che puo’ condurre a una sorta di mentalità da gioco d’azzardo rilanciato all’infinito, chiusi in un casino’ incantato e stupefacente, in cui si puo’ sempre chiamare una seconda mano, mentre fuori questo è tragicamente impossibile. Soprattutto non bisogna farsi illusioni su cio’ che sono BBB. Sono anzitutto dei tecnici che hanno voluto impegnarsi in un contesto che permettesse loro di agire concretamente, utilizzando il loro sapere professionale, non altro, e dando garanzie che sarebbe successo in tempi prevedibili. Non sono politici in senso stretto, non fanno e non faranno mai parte di coloro che fanno lavoro di costruzione di un partito con tutto cio’ che questo comporta. Non hanno questo approccio: sanno fare e vogliono agire. E fanno bene a rifiutare di impegnarcisi, non perché danneggerebbero speranze di carriera (che Bagnai credo avesse meno di tutti loro) ma perché non sarebbero in grado di giovare, solo di illudere. Un partito non si puo’ construire sulle vedette. A livello di base, possono formare, parlare, documentare. Non legarsi a formazioni minoritarie che oltretutto, per quanto necessarie possano essere, non li rappresenterebbero neanche. Questo tipo di persone non agisce cosi’, non ha la mentalità del sottopartito che percorre quanto meno una parte della cosiddetta sinistra. Sono borghesi, non rivoluzionari, e la loro formazione tecnica, come la loro professione, non li hanno neanche predisposti all’irriverenza sociale, ben diversa da quella individuale, che a volte percorre gli intellettuali scomodi, se nascono nel momento giusto. Hanno reverenza per le istituzioni, rifuggono le piazze specie se non organizzate e previste, pur essendo capaci di giocarsele, all’occasione. Teniamocelo per detto, li capiremo meglio.Più presto si accetterà questo dato di fatto, meno equivoci si patiranno.

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