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LA CAZZATA DI SALVINI

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[ domenica 11 agosto 2019 ]


Subito abbiamo detto che la mossa di Salvini era un autogol. Ha fatto cadere il governo certo di avere elezioni in autunno per ottenere uno strepitoso successo. Non avrà l’uno, difficilmente  l’altro, visto che i tempi, in politica, contano molto.

Se con l’auspicio dell’élite eurocratica e la regia del Quirinale, nascerà un governo (non importa come lo chiameranno) incardinato sull’asse M5s-Pd, Salvini uscirà sconfitto a causa del suo stesso azzardato rilancio. Ha fatto malissimo i conti: ha sopravvalutato sé stesso, e sottovalutato le forze degli avversari. Un errore gravissimo per uno che si atteggia a stratega e nuovo salvatore della Patria. L’immagine del decisionista sempre vincente ne esce fortemente mutilata — fattore psicologico rilevante per la massa fluttuante che gli sta andando dietro.

Ci perdoneranno i nostri lettori se pubblichiamo per intero l’intervista rilasciata da Matteo Renzi al Corriere della Sera in edicola oggi. Da leggere, anche perché indica sotto quale bandiera si potrebbero compattare i poteri forti.
*  *  *

Intervista a Renzi

«Folle votare subito, prima governo istituzionale e taglio dei parlamentari»

L’ex premier: la priorità è evitare l’aumento dell’Iva. Il Pd? C’è chi vuole le urne per cambiare i renziani…

di Maria Tresa Meli

D. Senatore Renzi, ha capito perché Salvini ha rotto?

R. «Per me Salvini ha paura e non sta bene. Lo si capisce guardandolo in spiaggia, e ascoltandone le farneticanti parole: “Italiani, datemi pieni poteri”. Sembra Badoglio».

Vuole fissare le elezioni al posto del capo dello Stato?

«Vuole convocare il Parlamento al posto dei presidenti. Vuole decidere tutto ma non fa nulla. E mentre è in spiaggia a ballare, a Roma si spara nei parchi pubblici. Ma chi si occupa di sicurezza se non chi lavora al Viminale? Salvini non ha mai avuto il senso delle istituzioni ma ora ha perso anche il senso della misura. Fortunatamente tra poco non sarà più ministro dell’Interno e finirà la disastrosa esperienza del governo Conte».

Addirittura disastrosa?

«Un fallimento. Dicevano: governeremo 30 anni, hanno fallito in pochi mesi. Hanno azzerato il Pil, alzato le tasse e fatto schizzare lo spread. Ma il disastro economico non è la cosa peggiore. Ancora peggio è lasciare un Paese incattivito dall’odio. Mi domando come si possa tacere quando in uno stabilimento balneare del Nord viene impedito l’ingresso a un ragazzo italiano di colore. O quando si sdogana la rabbia verso il volontariato. Salvini ha diffuso il rancore, il sospetto verso l’associazionismo, l’odio contro il diverso».

E ora?

«Andremo in Senato e ci confronteremo. E qui è in gioco l’Italia, non le correnti dei partiti. Chiederò di parlare e dirò che votare subito è folle per tre motivi».

Il primo?

«La priorità è evitare l’aumento dell’Iva. Vanno trovati 23 miliardi di euro. Perché un commerciante deve pagare la recessione che l’aumento dell’Iva comporterà? Che colpa ne ha quel commerciante se Salvini si è stancato di Toninelli? Che Toninelli sia incapace noi lo diciamo da anni. Salvini se ne è accorto solo adesso? Se votiamo subito l’Iva va dal 22 al 25%? Prima togliamo le clausole e poi si vota. Ieri abbiamo bruciato 15 miliardi, lo spread è alto, i risparmiatori soffrono. E con Salvini che chiede “pieni poteri”, i mercati temono l’uscita dall’euro. Si andrà a votare, certo. Ma prima vengono i risparmi degli italiani, poi le ambizioni di Capitan Fracassa».

Servirà una manovra dura.

«No. Presenteremo in Senato le misure che evitino l’aumento dell’Iva, ne ho già parlato con i miei. Essere opposizione non significa solo dire no, ma fare proposte concrete. E il successo della fatturazione elettronica permetterà di recuperare anche sul 2020: la strada per evitare l’austerity c’è».

Il secondo?

«Salvini deve lasciare il Viminale, Conte deve lasciare palazzo Chigi. I due saranno i leader di Lega e Cinque Stelle alle elezioni? Auguri. Ma, sfiduciati, non possono essere loro i garanti elettorali. Facciano la campagna, ma lascino gli uffici pubblici: si trovino un altro modo per pagare i loro mastodontici staff. Si voti con un governo di garanzia elettorale, non con questo».

Il Movimento 5 Stelle vuole prima votare il taglio dei parlamentari.

«E questo è il terzo punto. Considero la riduzione dei parlamentari una riforma incompleta e demagogica. La nostra riforma modificava il bicameralismo, garantiva efficienza, assicurava stabilità. Tuttavia i cittadini hanno deciso, noi abbiamo perso e io mi inchino davanti alla democrazia. Oggi la cosa è semplice: i 5 Stelle hanno scommesso molto su questa riforma. A me non piace. Ma devo ammettere che hanno ragione loro quando dicono che sarebbe un assurdo fermarsi adesso, a un passo dal traguardo. Si voti in Aula in quarta lettura e si vada al referendum: siano gli italiani a decidere».

Diranno che volete allungare il brodo per non mollare le poltrone.

«Votare a novembre con mille parlamentari è più comodo per salvare le poltrone che votare dopo la riduzione. Facciamo politica, non populismo. Qui non stiamo tutelando qualche poltrona, ma i risparmi e le regole».

Ma Salvini…

«Salvini ha accelerato per motivi che noi non sappiamo, ma lui sa benissimo, certo che li sa. Forse i 49 milioni di euro che la Lega ha sottratto agli italiani, forse i rubli chiesti dai leghisti alla Russia come tangente, forse ha finito i soldi per la sua macchina da propaganda sui social. Per questo va sfidato culturalmente, politicamente e elettoralmente. Ma le regole si decidono insieme: non può fare il giocatore, l’arbitro e l’ultrà. Anche perché gli riesce fare solo l’ultrà».

Renzi, proprio lei sta aprendo ai 5 Stelle.

«No. Faccio un appello a tutti. Dalla Lega ai 5 Stelle, da Forza Italia alla sinistra radicale, dalle Autonomie ai sovranisti fino ai gruppi parlamentari del Pd, della cui tenuta non dubito. A tutti. Ci vuole un governo istituzionale che permetta agli italiani di votare il referendum sulla riduzione dei parlamentari, che eviti l’aumento dell’Iva, che gestisca le elezioni senza strumentalizzazioni. Penso che quando Mattarella inizierà le consultazioni una parte dei parlamentari dovrà aver già espresso la propria adesione a questo disegno. Così il presidente potrà valutare l’eventuale incarico a un premier autorevole. A lui toccheranno le scelte: noi dobbiamo consegnargli una ipotesi concreta».

Senatore Renzi, come si spiega l’atteggiamento di Salvini?

«Non me lo spiego. Perché vuol correre? Deve nominare il suo amico Savoini all’Eni? Possibile che nessuno fiati sulla richiesta di tangenti? Salvini deve querelare Savoini: perché non lo fa? Ha paura che vuoti il sacco? Vuole scegliersi il cda di Eni per i rapporti russi? Vuole nominare i vertici di servizi e forze armate? La polizia non è il suo corpo armato personale. Ho difeso il figlio di Salvini perché un ragazzo non merita di essere attaccato per una scelta del padre. Restiamo umani, per favore: quel ragazzo non ha alcuna responsabilità. Ma l’atteggiamento di alcuni agenti con i giornalisti non mi ha convinto: lo ha spiegato benissimo il capo della polizia Gabrielli, che si conferma assieme ad altri una colonna delle istituzioni democratiche. I costituzionalisti sono ancora in ferie, probabilmente: si emozionavano solo ai tempi dell’abolizione del Cnel, oggi stanno zitti. Ma c’è qualcosa di strano in questa ansia da voto di Salvini. E non capisco perché il Parlamento dovrebbe assecondarla».

E il Pd? Zingaretti vuole il voto.

«Nell’ultima settimana sono stato attaccato più volte dai membri della segreteria. Leggo che il gruppo dirigente vorrebbe votare subito perché almeno si cambiano i parlamentari renziani: sono pronti a dare cinque anni di governo a Salvini pur di prendersi i gruppi parlamentari d’opposizione. Nobile motivazione, per carità, ma riduttiva. Stanno ancora una volta attaccando il Matteo sbagliato. Zingaretti dice: Renzi ci dia una mano. Accolgo volentieri l’appello, ma per me la mano va data al Paese più che alla Ditta».

Qual è la cosa di Salvini che l’ha convinta meno?

«Mi ha fatto male vedere la strumentalizzazione della Madonna sul decreto Sicurezza. Nessuno può essere così cinico da speculare sulla fede. Salvini lo è. Anche per questo credo vada sfidato: siamo una democrazia parlamentare, andiamo in Parlamento e vediamo se ci sono i numeri per governare».

Non teme le polemiche per il rinvio del voto?

«Se temessi le polemiche, farei altro. Ma credo sia giusto restituire Salvini ai suoi mojito. E restituire un governo decente agli italiani. Poi si andrà a votare e vincerà il migliore. Ma solo dopo aver evitato l’aumento Iva, ridotto il numero dei parlamentari, garantita la tenuta istituzionale del Paese».

2 pensieri su “LA CAZZATA DI SALVINI”

  1. RobertoG dice:

    Mi si perdoni ma non ce l'ho fatta a leggerla tutta l'intervista. Renzi è davvero troppo falso e troppo disgustoso. Certo anche gli altri … , qui come dice il detto "il più pulito c'ha la rogna".Adesso questi mascalzoni hanno individuato il vero problema dell'Italia: il numero dei parlamentari. Cioè si prepara un ulteriore attacco alla già ingannevole ed evanescente democrazia italiana.Che commento si può fare di tutto ciò? Un bel vaffanculo a tutto l'arco parlamentare, dalle varie destre fino alla cosiddetta sinistra.

  2. Anonimo dice:

    Sdrammatizziamo: chi non voterebbe immediatamente pur di non avere più in giro Boschi e Marattin? lo farei subito!Più preoccupante quello che sta succedendo nella Lega.

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