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LA VITA? UN PERCORSO DI GUERRA di Chiara Zoccarato

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[ lunedì 23 settembre 2019 ]

LA VITA DEL CITTADINO MEDIO E’ UN PERCORSO DI GUERRA


se lo passa, vince la sopravvivenza.

Una vita decente è un lusso per pochi.

Vogliamo provare a fare un elenco sommario, assolutamente non esaustivo, di tutti gli ostacoli quotidiani?

– avere un posto di lavoro con reddito non flessibile e non temporaneo
– una casa dove vivere e un reddito sufficiente a pagare mutuo, affitto, tasse, utilities (acqua luce gas telefono internet)
– avere un terrazzo o un garage sufficientemente capiente da tenere tutti i bidoni dove stivare la spazzatura differenziata, che viene ritirata con parsimonia e poi gettata in una discarica mista
– mangiare roba decente ad un prezzo che ti puoi permettere (vitamine, proteine, intendo. le patatine, il pane misto a intonaco e la birra ormai te le tirano dietro, sperando che ti sopprimi da solo)
– mandare i figli a scuola dove i pomeriggi hanno laboratori definiti facoltativi ma che sono obbligatori (a pagamento)
– pagare i libri scolastici che cambiano ogni anno, per cui il fratello minore che ha solo una classe di differenza non può usare quelli del fratello maggiore. I professori cambiano continuamente, sono quasi tutti supplenti
– la libertà di mercato costringe a cambiare il fornitore delle utenze continuamente in cerca di una tariffa che non sia al limite dello strozzinaggio: piani tariffari per cui serve una laurea in statistica per capire quale conviene per la tipologia di consumo, call center allucinanti, sessioni di preventivo registrate che durano una mezzora l’una. E sei solo al primo tentativo
– bombardamento di telemarketing da parte di operatori telefonici a tutte le ore (lavorative e non), quando poi il tuo piano telefonico scompare, non riesci a parlare con nessuno per sapere come sia possibile che improvvisamente paghi €10 per fare una chiamata urbana di 5 minuti
– società di recupero credito che ti stalkerizzano per anni a seguito del cambio dei gestori di cui sopra avvenuto in modo regolare, ma a loro non risulta così, per diecimila cavilli scritti in alfabeto elfico nelle pieghe del contratto, e sei TU a dover dimostrare il contrario, altrimenti ti fanno causa
– sanità pubblica accessibile con pagamento di ticket a ricetta o per numero di esami. Se stai messo male il conto finale è a due cifre. Ma ancora trovi qualche medico di famiglia che, mosso a compassione, ti fa un’indovena in ambulatorio per non farti collassare finchè aspetti di avere i soldi per poterli fare. Siano benedetti, sempre
– sanità privata con assicurazione che dovrebbe emettere voucher su ricetta medica, ma te li rifiuta in continuazione per errori di punteggiatura, sintassi, apostrofo, perchè la patologia non è chiara, finchè dopo 6 mesi di tentativi vai in svizzera, tra gente civile. Per avere sta roba marcia il sindacato ha patteggiato il blocco del tuo aumento salariale
– la scelta dell’assicurazione auto, perché nonostante tu non abbia fatto incidenti, paghi ogni anno di più, alla faccia del bonus-malus, perché le società assicurative fanno cartello
– il welfare familiare per i poveri vecchi di famiglia, perché il processo inps per l’invalidità, la 104 e il contributo può durare più di un anno e intanto devi anticipare di tasca tua. Una volta ottenuto, scopri che l’inps ha bloccato i pagamenti e devi sollecitare andando su e giù dal caf come se non avessi altro da fare. E poi scopri la lista d’attesa infinita delle case di riposo e le pratiche legali per l’amministrazione di sostegno, soldi da dare all’avvocato e mesi di attesa per poter fare qualsiasi pratica burocratica a nome del poverello
– essere sommersi dalla narrativa politica che esalta la famiglia, quando sono sempre di più i separati e i divorziati. Se n’è accorto solo il fisco, che ha deciso di togliere dalla dichiarazione dei redditi la voce di spesa per gli alimenti dei figli, anche se sono un terzo dello stipendio. Della serie, non ci frega niente se li paghi o non li paghi, paga le tasse per quello che prendi, se non resta niente per loro, puoi sempre metterli su un barcone, come Mosè
– trasporti pubblici inesistenti verso le zone industriali, se ti si spacca la macchina, o non ce l’hai, non puoi andare a lavorare. Ma puoi andare in centro città a guardare le vetrine dei negozi.

Quel che resta del giorno è roba da reduci. 


Si sta come in trincea, coperti di fango, umiliazioni, terrore, frustrazione e orrore, con la cicca in bocca e una lattina di birra da 0.45 cent stretta in mano.
La politica ne parla? MAI
La politica è per la parte “viva”, “sana” del paese, per gli imprenditori (anche solo di sé stessi, per gli illusi che ancora ci credono), i pensionati d’oro, i finanzieri, gli immobiliaristi, i faccendieri, gli intellettuali a posto fisso nei media di regime, gli indignati moralisti (nel business umanitario), i fanatici ossessivo-compulsivi.

Noi siamo solo dei poveri stronzi, analfabeti funzionali che non sanno cogliere le opportunità dalle difficoltà esistenziali che il MERCATO ci offre copiose.

Poi arriva quello che il comunismo non lo vuole, perché i comunisti ti portano via tutto.
SI, IO VORREI CHE CI PORTASSERO VIA TUTTO QUESTO!

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2 pensieri su “LA VITA? UN PERCORSO DI GUERRA di Chiara Zoccarato”

  1. Anonimo dice:

    Giusto articolo. Segnalo che fa il paio con un altro postato sempre da Zoccarato ma scritto da Boria (uno che quando non inciampa in residuali pensieri moderati di centrosinistra è pure capace di scrivere cose profondamente giuste), che risponde a tutti quelli che continuano a parlare di progetti di medio-lungo periodo perché parlano con la panza piena.Giovanni

  2. Anonimo dice:

    Semplicemente adorabile.

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