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CHE RIVOLUZIONE ABBIAMO ALLE PORTE? di Piemme

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[ mercoledì 30 ottobre 2019 ]

“Degno erede dei padri fondatori»ì”, “l’uomo che tiene alto il sogno europeo”, “Colui che ha salvato l’euro”.

“C’è molto di più”, scrive tuttavia Repubblicanella cerimonia svoltasi a Francoforte con cui Draghi ha lasciato il testimone alla Lagarde.

Sì, c’è molto di più.

La cerimonia, presenti tutti i primi ministri ed capi di stato dell’Unione è stata la più plastica raffigurazione di cosa essa sia: una confederazione slabbrata di regni e feudi il cui principale collante è la moneta unica, di qui la figura del banchiere centrale come reale imperatore. 

Spesso, per raffigurare il sistema neoliberista globale e individuare i membri della sua cupola pensante e strategica, si è ricorsi all’analogia storica con la Chiesa cattolica durante il Medioevo. Un nuovo clero si è scritto spesso, un ordine sacerdotale, con in cima una vera e propria curia. La cerimonia dell’altri ieri è stato infatti come un vero e proprio conclave, l’adunanza solenne con cui cardinali scelgono il Papa. Il super-banchiere non solo come imperatore, ma Papa allo stesso tempo, anzi uno stregone dai poteri straordinari e salvifici poiché in grado di padroneggiare le facoltà magiche di quel mistero che è la moneta.

Ciò che accade, detto per inciso, anzitutto nell’Unione europea, a dimostrazione che quest’ultima, del sistema neoliberista globale rappresenta la sua più avanzata depravazione bancocratica e finanziarista. A dimostrazione di una specie di circolare “eterno ritorno”, di una ripetizione di ciò che l’Europa ha già vissuto. Più il capitalismo avanza, ovviamente in nome del progresso, più esso sembra invece condannato a ricalcare un ordine politico e di classe piramidale di tipo feudale.

Io non so se si attagli a questa configurazione destinale la categoria di “capitalismo assoluto”. Quale che sia il nome che vogliamo dare all’ordine di cose esistenti, una cosa è chiara, esso non è solo post-democratico, esso è per sua natura anti-democratico.

Qui ci spieghiamo le fortissime spinte popolari e “sovraniste” che si fanno largo in Occidente e soprattutto dentro l’Unione europea. A dispetto del colore politico che esse assumono, la loro sostanza è intimamente democratica.

La rotta di collisione tra quest’ordine neo-feudale e le spinte “sovraniste” dei popoli è ineluttabile. Quale potrà essere l’esito di questa collisione? Sarà una rivoluzione popolare che come uno tsunami spazzerà via l’ordine di cose esistenti e con esso la sua onnipotente casta clericale di bancocrati.

Un nuovo 1789 più che un altro 1917.
Nessun dorma.


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