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MANOVRA 2020: ECCO A VOI IL CONTE-BIS di Comitato Centrale di P101

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[ mercoledì 2 ottobre 2019 ]

COMUNICATO N. 11/2019 DEL COMITATO CENTRALE DI P101

La manovra senz’anima del governo della restaurazione

Alla fine il Consiglio dei ministri ha partorito la Nadef, la settembrina Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza che fa da cornice alla Legge di bilancio vera e propria.
Solo da quest’ultima, la cui presentazione è prevista per metà ottobre, si capiranno i dettagli di una manovra economica che si annuncia di puro galleggiamento, senz’anima e senza idee forti. Una manovra comunque recessiva e con più tasse, nella quale – come avevamo ampiamente previsto – le mille promesse di agosto si sono sciolte come neve al sole.
Se la Legge di bilancio ci dirà di più, un giudizio politico sull’operato del governo della restaurazione è già possibile.

1. Le clausole di salvaguardia sull’IVA solo congelate, non cancellate


Come sapevamo, il Conte-bis potrà beneficiare di una maggiore flessibilità europea sul deficit, rispetto a quella ben più striminzita con la quale gli eurocrati puntavano a mettere con le spalle al muro il precedente governo gialloverde. Mentre a quest’ultimo si chiedeva un deficit all’1,6-1,8% sul Pil, all’attuale governo verrà concesso il 2,2%. Quattordici miliardi in più rispetto al tendenziale, fissato – calcolando l’aumento dell’IVA e le minori spese per Reddito di cittadinanza e Quota 100 – all’1,4%. Questa scelta eminentemente politica, con la quale l’Ue ha inteso premiare un governo servile e subalterno, è tuttavia modesta e, soprattutto, limitata al solo 2020. La riprova sta nel fatto che le clausole di salvaguardia dell’IVA non sono state cancellate, bensì solo congelate per il prossimo anno. Ciò significa che già dalla primavera prossima ripartirà il solito tormentone su come rinviarle un’altra volta, condizionando così ogni possibilità di future manovre davvero espansive.

2. Una finanziaria recessiva che toglierà all’economia reale almeno 9 miliardi di euro


Dai conti del governo si evince che a legislazione vigente, e senza aumento dell’IVA, il deficit 2020 si sarebbe attestato al 2,7%. Portarlo al 2,2% significa togliere all’economia nazionale qualcosa come 9 miliardi di euro. Una sottrazione tanto più grave di fronte all’attuale crescita zero ed all’attesa di una recessione vera e propria. Una sottrazione che avverrà principalmente con un aumento della pressione fiscale (previsto il recupero di circa 10 miliardi e mezzo) e con nuovi tagli per un miliardo e mezzo di euro. Tutto ciò “compensato” soltanto con una riduzione del cuneo fiscale per soli 2,7 miliardi.

3. La vergognosa elemosina sul “cuneo fiscale”


Sul punto, dopo tante promesse, la montagna ha partorito il topolino. Il beneficio fiscale, che dovrebbe interessare la stessa platea dei renziani “80 euro” del 2014 (circa 11 milioni di persone), scatterà solo dal 1° luglio 2020, portando nelle buste paga di chi ha un reddito sotto i 26mila euro lordi, una cifra attorno ai 40 euro mensili. Una vera miseria, di fronte alle condizioni di questa fascia di reddito; una misura del tutto inefficace dal punto di vista macro-economico, visto che non è con queste cifre che si può rilanciare la domanda interna.

4. La fine ingloriosa, e prevedibile, delle promesse di agosto


Dalle notizie ad ora disponibili – il testo integrale della Nadef non è stato ancora pubblicato – tutte le mirabolanti promesse di agosto sono uscite dal radar di Palazzo Chigi. Dell’aumento dei 100 euro mensili agli insegnanti, come dei 4 miliardi necessari al rinnovo dei contratti del pubblico impiego non c’è traccia. Idem per il programma straordinario di assunzioni, per non parlare delle maggiori risorse per la scuola, l’università, il welfare, i disabili e le famiglie. Certo, qualcosa avranno scritto, ma evidentemente senza precisi impegni di spesa per il 2020.

5. Una finanziaria senz’anima


Siamo dunque di fronte ad una manovra di galleggiamento, priva di ogni idea forte. Una finanziaria senz’anima che non vorrebbe scontentare troppo gli italiani, rassicurando al contempo l’oligarchia di Bruxelles e Francoforte. Una finanziaria che non risolvendo alcun problema del Paese, finirà per aggravarli tutti. Perlomeno un anno fa le due misure di bandiera di Lega ed M5s (Quota 100 e Reddito di cittadinanza) provavano a dare un po’ di respiro ai settori sociali maggiormente colpiti dalla crisi e dall’austerità targata Europa. Misure insufficienti anche quelle, ma che viste oggi – alla luce del micragnoso nulla della finanziaria di Gualtieri – appaiono quantomeno come un onesto per quanto pasticciato tentativo di invertire la disastrosa rotta imposta dai vincoli europei al nostro Paese.

6. L’amministratore di condominio Roberto Gualtieri


Da questa vicenda l’osannata figura del nuovo ministro dell’Economia, l’eurista a tutto tondo Roberto Gualtieri, esce del tutto ridimensionata. Una Legge di bilancio fatta in questo modo, con mille interventi, nessuno dei quali davvero significativo, più che ad un titolare della politica economica fa pensare ai piccoli stratagemmi di un amministratore di condominio. Per giunta un condominio assai litigioso. E’ questa la fine che si fa quando si va ad applicare quelle regole che pure si è voluto al fine di imporre l’ordine ordo-liberale ad un paese come l’Italia.

7. La bandiera autoritaria della lotta al contante


Alla fine, da una finanziaria come questa, esce solo una bandiera: quella della lotta al contante. Che è poi la bandiera issata dalle banche e dalla grande finanza, nonché dall’ossessivo pensiero unico del politicamente corretto. Dietro alla motivazione ufficiale della lotta all’evasione – quella dei poveracci, beninteso, mica quella delle multinazionali, ci mancherebbe! – c’è l’interesse delle banche, nonché (cosa ancora più importante) la volontà di arrivare ad un controllo totale sulla vita delle persone. Per queste ragioni Programma 101 si oppone totalmente alle misure previste dal governo contro l’uso del denaro contante.

8. Conclusione: nell’Ue si soffoca, viva l’Italexit


I contenuti della Nadef, quelli prevedibili della prossima Legge di bilancio, non fanno che confermare quel che diciamo da anni: non c’è alcuna possibilità di uscire dalla crisi dentro la gabbia europea. Se i risultati della “flessibilità” transitoria ottenuta dal governo della restaurazione sono questi, figuriamoci cosa dobbiamo attenderci per il futuro. Nell’euro e nella Ue si soffoca, l’Italexit è sempre più necessaria. Anche per questo manifesteremo il prossimo 12 ottobre a Roma, anche per questo invitiamo tutti a farlo insieme a noi.
Roma, 1 ottobre 2019


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Un pensiero su “MANOVRA 2020: ECCO A VOI IL CONTE-BIS di Comitato Centrale di P101”

  1. Anonimo dice:

    Ed ancora non è chiaro cosa vogliono fare col ticket. Nella mia città il criterio che prevedeva l'uso dell'isee è stato abolito da anni in favore di uno che, almeno per gli anziani, si basa solo sul reddito. Se dovessero reintrodurlo mia madre si ritroverebbe a doverlo pagare dovendo inserire nel criterio quei risparmi miei che ancora ci consentono di vivere nonostante io sia disoccupato da anni e la sua pensione davvero bassa.

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