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ESM: ANCORA DUBBI SULL’USCITA DALLA UE?

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[ domenica 24 novembre 2019 ]
L’ESM fu deciso da un vertice europeo il 9 dicembre 2011. Si era nel pieno della tempesta finanziaria ed economica della zona euro. Ci pare utile ripubblicare quanto come redazione scrivemmo a caldo due giorni dopo. Era chiarissimo anche a loro che si trattava di un “fondo salvabanche” e “salva euro”, quindi lesivo delle sovranità nazionali e della democrazia.
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ESM: L’ULTIMO GOLPE DEGLI OLIGARCHI EUROPEI


di SOLLEVAZIONE


Abbiamo sostenuto che Le decisioni del vertice europeo del 9 dicembre sono state un sostanziale fiasco in quanto esso non è riuscito ad adottare le quattro fondamentali misure attese dai pescecani dei mercati finanziari.
Per la precisione: «(1) permettere alla Bce di stampare denaro in deroga ai Tratti di Maastricht e Lisbona (2) consentire alla Bce, anche in questo caso in deroga ai Trattati, di comprare ad libitum titoli di debito degli Stati al limite dell’insolvenza, (3) consolidare il Fondo salva-banche-salva-stati ben oltre i 500-600 miliardi, (4) emettere finalmente i benedetti eurobond».

Tuttavia il vertice del 9 dicembre una decisione l’ha presa: quella di anticipare di un anno, esattamente al luglio 2012, l’entrata in vigore del Meccanismo Europeo di Stabilità (in inglese European Stability Mechanism, Esm). 
  
Ma cos’è l’Esm? Un fondo per soccorre gli Stati in difficoltà finanziarie o in procinto di andare in default.[1] Detta così sembra un’opera benemerita. In verità esso nasconde una trappola e l’ennesimo attentato alla sovranità degli Stati e viola palesemente i più elementari principi democratici. La trappola è che la dote dell’Esm, più che a sostenere gli Stati, «servirà più probabilmente per ricapitalizzare le banche che non riusciranno a reperire mezzi freschi sul mercato». [Walter Riolfi, Il Sole 24 Ore del 20 dicembre 2011]


L’attentato è appunto quello alla sovranità degli Stati e alla democrazia, quindi le implicazioni giuridiche, istituzionali e politiche dell’Esm, che è, a tutti gli effetti, un Trattato supplementare rispetto a quelli di Maastricht (1993) di Amsterdam (1999), di Nizza (2003) e di Lisbona (2009). Il Comitato direttivo dell’Esm (board) sarà plenipotenziario, le sue decisioni insindacabili e i Parlamenti nazionali non avranno alcuna possibilità di sindacare sulle decisioni del Comitato direttivo, immediatamente esecutive, fino al pignoramento e alla confisca dei beni dei singoli paesi in caso di violazione delle clausole o di non rispetto delle scadenze di rimborso dei prestiti. Il tutto, beninteso a vantaggio nuovamente delle banche, visto che son loro a detenere la gran parte del debito pubblico degli stati.


Vogliamo solo ricordare che il governo Berlusconi lo sottoscrisse, il Trattato per l’Esm, col pieno sostegno del centro-sinistra (sia in sede romana che di Strasburgo) e che l’attuale governo Monti l’ha appunto sacramentato il 9 dicembre scorso.


Nota bene: il trattato diventerà operativo solo dopo la ratifica dei Parlamenti nazionali, ratifica che quello italiano deve ancora fare e che farà senz’altro visto chi lo compone. Cerchiamo almeno di non far passare in sordina questo atto scellerato.


Tecnicamente l’Esm sostituirà i fondi European Financial Stability Facility (Esfs) e European Financial Stabilisation Mechanism (Efsm) attualmente ancora in vigore, nati per salvare Portogallo e Irlanda, investiti dalla crisi economico-finanziaria del 2008-2009. 
L’Esm nacque il 23 marzo 2011 con voto del Parlamento europeo che quindi modificò il Trattato di Lisbona. La decisione del Parlamento di Strasburgo venne ratificata dal Consiglio Europeo di Bruxelles l’11 luglio 2011. 

L’Esm avrà una “potenza di fuoco” di 500 miliardi di euro. A questi 550 Mld si aggiungeranno risorse supplementari attinte al fondo temporaneo europeo, per un totale stimato di 700 miliardi circa.

Chi abbia pazienza si vada a leggere il Trattato istitutivo dell’Esm. Curioso che sia in inglese, una lingua neanche parlata nell’eurozona, ma la lingua dei “mercati finanziari”, in ossequio ai quali il Trattato Esm è stato architettato. 

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