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DOVE VA CASA POUND? di Nazareno Filippi

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[ mercoledì 4 dicembre 2019 ]
Ci siamo occupati a più riprese di Casa Pound Italia (CP). Ci torniamo su vista la svolta tattica da questa organizzazione compiuta dopo la batosta elettorale del 4 marzo dell’anno scorso.

*  *  *

Per chi sia interessato all’argomento, esiste una ampia letteratura su Casa Pound, sia autoprodotta sia di parte avversaria. Il saggio di Elia Rosati, storico del neofascismo e già coautore con Giannuli di un libro su Ordine Nuovo, rimane un buon viatico per comprendere le dinamiche originarie e posteriori di CP. 


A nostro avviso però il tentativo del marzo 2018 di entrare in Parlamento è stata una sorta di linea spartiacque per il movimento guidato da Simone Di Stefano e dunque ci concentreremo sul significato politico dell’evento cercando indi di tirare le somme. 

Dall’autunno 2017 CP fu catapultata, grazie al piglio decisionistico e carismatico di Di Stefano, al centro dell’informazione politica italiana: i risultati elettorali di Ostia, Bolzano, Lucca, Lamezia Terme sembravano dare speranze in vista di una prova nazionale governista. 

Vero è che Di Stefano presentò CP come l’erede ideologica di una tradizione che partendo dalle fasi finali del fascismo ribellista movimentista sarebbe stata raccolta dal Movimento Sociale Italiano. In realtà, studiando la storia del Movimento neofascista, quella continuità fu

deficitaria e non poteva essere così rivendicata a cuor leggero dal Di Stefano, in quanto la frazione che avrebbe voluto continuare il messaggio “repubblicano sociale” o di “sinistra nazionale” neo-saloina fu politicamente sconfitta al V Congresso di Milano (1956) del partito, uscendo inizialmente in blocco e poi nei casi di reingresso sviluppando un rapporto assai conflittuale con l’almirantismo di vertice, nonostante il fugace sovversivismo mostrato dal capo storico durante la Rivolta dei “moti di Reggio” (Luglio 1970-Febbraio 1971). 


Inoltre, CP dichiarò la sua difesa della Costituzione del 1948, viceversa tutte le varie componenti del MSI quale punto basilare considerarono la Costituzione del 1948 la bandiera dell’Italia sconfitta e umiliata dagli alleati occidentali “invasori” e “bombardatori”, infine spogliata dagli imperialisti di Yalta e continuarono la formula dello “Stato nazionale del Lavoro” come democrazia sociale organica in netta antitesi alla “partitocrazia sistemica” ed alla democrazia parlamentare o tecnocratica, per essi  legittimata dalla Carta del ’48. 

Altresì, se il movimento di Di Stefano si era in precedenza distinto per un forte contenuto di “destra movimentista” o per larghe rivendicazioni sociali che colpirono positivamente anche coloro che non avevano niente a che vedere con il neofascismo o con CP, avvicinandosi alle elezioni del marzo 2018 gli organi mediatici del movimento, come Il Primato Nazionale, o le stesse dichiarazioni di Di Stefano e dei principali esponenti risultarono volutamente concorrenziali a quelle del “sovranismo” securitario e liberista di Salvini. Il tentativo tattico sembrò proprio quello di scavalcare Salvini a destra e da destra, nazionalismo integrale e totale, fraternizzazione con la formazione greca Alba Dorata, militanza “sovranista” decisa a re-italianizzare quartieri o zone dove la “grande sostituzione”, leit motiv di Francesca Totolo ricercatrice specializzata sulla questione, sarebbe stata in pieno atto operativo. 

L’elemento principale che avrebbe ispirato CP nell’azione di scardinamento superamento del “sovranismo” liberista salviniano non sarebbe stato lo statalismo populista neofascista o un nuovo umanesimo del lavoro (come era, si ricorderà, nella retorica del Movimento sociale Italiano), né tantomeno un patriottismo sovrano europeo, o eurasiatico, o eurafricano, ma un puro ed assolutistico Identitarismo oggettivistico ed empirico nel dominio della logica della difesa assoluta di spazi e territori che vengono considerati

oggetto della furia rapace mondialista e multiculturalista sorosiana. 


Importante a tal riguardo la monografia cartacea de Il Primato Nazionale sull’Islam, nella quale motivazioni che solitamente comparivano in studi simili di teorici o intellettuali della destra antagonista erano in questo caso del tutto assenti. Ad un ondivago e poco convinto differenzialismo antropologico-culturale si alternava nelle analisi dei teorici di CP la principale esigenza sociale e politica, rappresentata dal proposito di risolvere il sovranismo in culto dell’identità primordiale e ancestrale. 

A ciò si accompagnerà, con l’ingresso del sovranista Marco Mori nel movimento — e suppongo a causa dell’influenza di Luciano Barra Caracciolo, di certo uno dei più preparati costituzionalisti in circolazione — addirittura il recupero del pensiero di un antifascista di formazione marxista-luxemburghiana come Lelio Basso, cosa che probabilmente avrà disorientato ancor più le migliaia e migliaia di simpatizzanti in “sonno” di CP presenti nella penisola. 

Di conseguenza l’abilità mediatica e propagandistica di CP è finita, contro ogni aspettativa dei promotori stessi, al servizio dell’abilità manovreria salviniana. Il carisma politico di Di Stefano, orientato verso un sovranismo identitario ed impolitico, ha fruttato consensi alla Lega Salvini, annientando ogni ipotesi di affermazione parlamentare e istituzionale di CP. Sta di fatto che il movimento entra sostanzialmente e definitivamente nei ranghi dell’opposizione di centrodestra al Governo Conte II, come specifica Di Stefano su Twitter giustificando la sua partecipazione alle manifestazioni indette dalla Lega e la sua attiva propaganda nelle competizioni Umbria, Emilia-Romagna. 

La fondazione di Vox Italia — il cui leader Diego Fusaro, com’è noto, da tempo collabora con Il Primato nazionale — e l’adesione a Vox di Marco Mori pare aver suscitato una parallela trasmigrazione, se non proprio di militanti, di diversi simpatizzanti di CP.

Il significato politico che una teoria di sinistra patriottica deve trarre dalla vicenda è che nell’epoca del populismo sociale avanzante, presentarsi sulla scena è un dovere solo ed esclusivamente se vi è a monte una avanguardia politica con una strategia di rottura antisistemica o di insorgenza infrasistemica. Le condizioni oggettive hanno disvelato, in Italia ma soprattutto in Francia, la mediocrità politica della strategia alternativa e di una concreta élite antagonistica. 

In conclusione, pur non essendo questo il contesto, avendo scelto l’analisi della politica interna e prospettando quindi la totale integrazione di CP con il centrodestra a guida leghista, va segnalato il legame ambiguo di CP con il movimento atlantista e sionista ucraino Azov (il quale è strettamente correlato al radicalismo islamico jihadista russofobo e ceceno) e che sarebbe attivamente presente, contro la democrazia popolare cinese, nelle piazze di Hong Kong.

2 pensieri su “DOVE VA CASA POUND? di Nazareno Filippi”

  1. Anonimo dice:

    MERCOLEDÌ 4 DICEMBRE 2019SARDINE: NON ABBOCCARE, NON ACCREDITARE, SMASCHERAREPubblico parte di un contributo dell’amico Piotr al dibattito se convenga o meno, interpretando Gramsci e altri in modo non omogeneo a seconda degli interlocutori, provare a inserirsi nel movimento di piazza delle cosiddette sardine. Fenomeno non spontaneo, ormai inconfutabilmente dimostratosi fiancheggiatore di un establishment domestico e internazionale rappresentato da oligarchie neoliberali (da noi PD, IV e annessi) parademocratiche, atlantiste, pro-UE, guerrafondaie. Le stesse che, tentando di coprire le proprie responsabilità per il deterioramento di tutte le condizioni sociali, economiche, ambientali, culturali, si definiscono antipopuliste, antirazziste, anti-xenofobe, antisovraniste, antifasciste, pur nel proseguimento accelerato di un processo di fascistizzazione imperialcapitalista. Un biototalitarismo del Terzo Millennio portato avanti con sempre più feroci meccanismi di trasferimento della ricchezza dai dominati ai dominanti, di sradicamento, mescolamento e livellamento di popoli, cancellazione di identità e della relativa coscienza-conoscenza di passato e presente, giusto e ingiusto, di falsi scopi, compressione di libertà e diritti nella società della manipolazione, falsificazione, sorveglianza, controllo e censura (definita dai fakenewsisti di regime “lotta alle fake news”).Smascherare le operazioni alla “sardina”, dello stesso filone di tutte le rivoluzioni colorate e dei movimenti di distrazione di massa dai crimini del Sistema e dalle contraddizioni reali, dovrebbe essere l’impegno della fase.ItaliaNon ritenevo e non ritengo possibile “dialogare” con le Sardine?Per due motivi, argomentavo.Il primo motivo è che è un movimento blindato dai suoi leader, dai suoi sponsor, dai media, ed è blindato nelle modalità (anche tecniche) di convocazione. E' un movimento che se solo mostrasse crepe nella blindatura verrebbe immediatamente dismesso.Il secondo motivo, legato al primo, è che la piattaforma di convocazione del movimento delle Sardine è stata congegnata in modo da escludere la discussione e il contraddittorio. E' una piattaforma escludente perché è basata su sentimenti politici vaghi che non devono assolutamente essere approfonditi razionalmente. Una piattaforma che si basa non su argomenti ma su insulti (“populista”, “razzista”, “nazionalista”, “sovranista”, “rossobruno”).E' una piattaforma basata sui dogmi e sull'esorcismo. Una piattaforma religiosa, non politica.Io ragiono con altre categorie, ma se proprio vi piace questa, occhio allora a dove sta il fascismo, attenti da dove proviene l'ondata.Perché, abbiate pazienza, se un partito così “antipopulista”, “antiodiatore”, “antimachista” e “antisovranista” come il PD esegue gli ordini di un recordman mondiale del populismo, dell'odio, del machismo e della sovranità (o sovranismità) come Donald Trump, altro che Capo Horn. Il caos non può essere più completo.Buona fortuna e buona navigazione.Piotrhttps://fulviogrimaldi.blogspot.com/2019/12/sardine-non-abboccare-non-accreditare.html

  2. Anonimo dice:

    Giusto, buon commento. Occorre smascherare il movimento delle sardine come subalterno a Salvini in quanto l'ordine di scuderia del PD è il nuovo Bipolarismo. Ieri D'Alema Berlusconi, oggi Pd Salvini. Le sardine rispondono a questo disegno. I veri oppositori delle sardine liberalcapitaliste SIAMO NOI, la sinistra patriottica egualitaria solidaristica. Le sardine sono SERVE di UE BCE NATO! Come Salvini!

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