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L’IRAN E LA GUERRA ASIMMETRICA (ANTIMPERIALISTA) di A. Vinco

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Imaagine icastica: Suleimani abbraccia l’Imam Hussein presente Khomeini

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

«La Scienza nucleare è benefica ma dal momento che non è stata associata all’Amore per l’umanità e per gli Oppressi, ha portato ai peggiori disastri contro l’ordine divino. L’Iran ha la capacità di sviluppare le bombe nucleari, ma lo abbiamo evitato e continueremo a evitarlo con fermezza e coraggio, poichè costruire e conservare bombe nucleari, come usarle, è haram, è proibito dalla Fede islamica».
(Seyyed Alì Khamenei, Guida Suprema della Rivoluzione Iraniana)

Il liberale plutocrate “di destra” Donald Trump — protagonista di crimini di guerra, in Medio Oriente, come tutti i liberali imperialisti statunitensi negli ultimi anni cento anni — sembrava ieri esultare, per nascondere il suo timore. La mobilitazione di massa di un intero popolo, quello iraniano, che vuole la guerra mondiale antimperialista non può lasciare indifferente la lobby sionista saudita che domina l’Occidente. Con Trump, al fianco di Trump, esultavano per nascondere il timore gli organi di stampa del liberalismo occidentale “di sinistra” antitrumpiano. 

Questo a ulteriore prova del fatto che la Repubblica Islamica dell’Iran è dal 1979 l’antagonista strategico dell’imperialismo “post-liberale” occidentale. Il Comitato Centrale di P101, l’8 gennaio 2020, tira in ballo la precedente “epoca di collaborazione” tra le milizie irakene filoiraniane e le forze armate americane contro l’Isis. Ciò non contraddice affatto la logica di guerra frontale del terrore che si ha formalmente dal febbraio 1979, sostanzialmente dal 22 Settembre 1980 contro l’Iran rivoluzionario. 

La guerra ortodossa e frontale si adegua, storicamente, a fasi, più o meno lunghe, di guerra ibrida non ortodossa qualora l’Avversario si mostri un osso più duro del previsto. La Francia napoleonica resistette per 11 anni circa all’assalto della talassocrazia anglosassone. Il Giappone Imperiale di Hideki Tojo resistette per nove anni al terrore globale del liberalismo occidentale-atomico plutocratico, che iniziò a imporre sanzioni e restrizioni economiche di ogni tipo al Giappone (il paese più povero al mondo di materie prime) dal 1936: e avrebbe resistito all’infinito, nonostante il crimine liberale contro Dio, il più grande, probabilmente, mai verificatosi nella storia del genere umano, di Hiroshima e Nagasaki, ove l’Imperatore non avesse imposto unilateralmente lo stop alla Resistenza antioccidentale del popolo nipponico. La Repubblica Islamica dell’Iran sta resistendo invece ad un assalto imperialista mondiale, guidato dalla decisiva lobby filoisraeliana occidentale, da 41 anni. 

Nella foto: Esmail Qaani, successore di Suleimani con alle spalle le bandiere di: Pasdaran (Iran), Basiji (Iran), Hezbollah (Libano), Ansarullah (Yemen), Hashd Shabi-PNF (Iraq), HAMAS (Palestina), Liwa Fatemiyoun (Afghanistan), Liwa Zainebiyoun (Pakistan) 

Ma la strategia dei sionisti e degli imperialisti, sconfitti sul campo in ben tre casi dall’Hezbollah Libanese, è sempre la stessa da 40 anni ad oggi. Armano il vicino, come fu nel caso dell’Irak saddamista, per scagliarlo contro l’Iran; addestrano o tollerano feroci e spietati terroristi e stragisti di bandiera Saudita per utilizzarli, quando e se vi riescono, contro le milizie iraniane; colpiscono, con metodi terroristici vietati da ogni convenzione internazionale, gli alleati strategici dello Stato Rivoluzionario dell’Iran, dalla Siria baathista all’Hezbollah, dal Venezuela bolivarista alla Rivoluzione Yemenita; compiono crimini di stato, come quello del Generale Soleimani, come a decine ne hanno compiuti o fatti compiere contro dirigenti di primo piano e ayatollah iraniani; non osano però attaccare direttamente, boots on the ground, l’Iran. Di contro, le milizie iraniane, nel teatro strategico irakeno, nel quale l’esercito statunitense che vi si trova illeggittimamente si è macchiato di violenze tali di cui l’opinione pubblica occidentale non ha la minima consapevolezza, hanno affrontato a viso aperto il nemico americano, così come nella Siria liberata la bandiera dell’Iran e della Forza Quds ha significato concretamente la riscossa degli Oppressi e la disintegrazione dei piani strategici del sionismo e delle monarchie reazionarie filoccidentali del Golfo. La finalità strategica dei neoconservatori, della lobby evangelico-sionista e dei plutocrati sauditi, che tiene in ostaggio la destra liberale trumpiana, è la medesima della sinistra liberale clintoniana: portare la Nazione iraniana al collasso economico, strangolare il popolo persiano con il laccio del Terrore parallelo sanzionista, orientando così l’inevitabile delusione verso lo Stato sulla via di una Rivoluzione Colorata a Tehran.
L’omicidio del Generale Soleimani, come quello di Isoroku Yamamoto (18 aprile 1943), mette in risalto la quintessenza disumana e subdola del liberalismo plutocratico USA, ma non danneggia, come si crede, la strategia dello Stato Profondo iraniano. La quintessenza vile e codarda dell’americanismo, secondo Alessandro Di Battista. 


Scrivevamo, ormai un mese fa, che quella di Soleimani era ormai una vera e propria Scuola di Resistenza antimperialista. Scuola di Pensiero e Azione che trascendeva l’individuo o il Generale Soleimani (https://sollevazione.blogspot.com/2019/12/qasim-soleimani-e-il-destino-delliran.html). Di conseguenza Esmail Qaani (Comandante della Forza Quds dal 3 Gennaio 2020) avrà modo di mostrare al mondo la sua concreta Strategia antimperialista in difesa dei deboli, degli sfruttati, degli Oppressi. La reggenza Qaani ha preso avvio con l’operazione “Soleimani Martire”; ma la vera missione Qaani sarà una operazione strategica probabilmente lunghissima caratterizzata dalla grande pazienza, dalla flessibilità e dalla continua e consapevole lucidità che una simile missione – la definitiva Liberazione degli Oppressi del Medio Oriente dal secolare terrorismo razzista e imperialista post-liberale – porta inevitabilmente con sè. Il mondo ha ieri sospeso il fiato per una diversione tattica rappresentata dal lancio di qualche missile verso una base USA in Iraq, non cogliendo probabilmente il vero significato politico e geopolitico della intera questione. Il Medio Oriente ha pagato il secolare dominio statunitense-saudita-israeliano con circa nove milioni di civili morti e con una scia ininterrotta ed infinita di sangue e dolore: con il 2020, questo secolare dominio di oppressione e terrore ha definitivamente esaurito la sua spinta storica. Il popolo iraniano e quello di Gaza, come larga parte di quello irakeno, libanese, yemenita, bahraini, vogliono la guerra globale antimperialista e la vendetta per la martirizzazione del Generale Soleimani. L’elite rivoluzionaria, raccolta attorno alla Guida Suprema, più prudente e moderata, vuole invece una concordata e diplomatica mediazione con le forze non occidentali e non filoisraeliane,come possono essere Russia e Turchia, per evitare l’escalation globale della guerra. Ma la sostanza è ormai fuori discussione: l’abbandono del Medio Oriente da parte delle forze terroristiche di occupazione americana e la necessaria fine di ogni sostegno saudita o israeliano a terroristi modello Isis.

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