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IN SARDEGNA? SIAMO COME IN GRECIA di Giancarlo D’Andrea

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Buongiorno Italia: qui Sardegna,Grecia !

Mi soffermavo recentemente su Sollevazione —Pastori sardi piove sul bagnato — sulla vicenda delle oltre 5000 aziende agro-pastorali che rischiano il fallimento a causa dei diktat EU, dell’insulsaggine delle amministrazioni regionali e per lo strozzinaggio delle banche , cosa che comporterà a caduta un peggioramento della situazione sociale in Sardegna che sta lentamente , ma inesorabilmente arrivando allo stremo e alla disperazione.

Quando mi sono imbattuto nel rapporto Italia 2020 dell’Eurispes presentato lo scorso 30 Gennaio : dati freschi freschi sulla situazione sociale nell’Isola.

“ Il 40% dei sardi ha dovuto rinunciare a visite specialistiche per disturbi o patologie specifiche per risparmiare.

Il dato, che accomuna l’Isola e la Sicilia, è pari a quasi il doppio della media rilevata in altre regioni (dato nazionale del 20%)…. un italiano su cinque (20%) ha rinunciato a terapie ed interventi medici o a sottoporsi a visite per la cura di patologie specifiche (20,1%) nelle isole il dato è il doppio”.

A livello nazionale, per contenere le spese nell’ultimo anno, il 32,5% degli italiani ha rinunciato a effettuare controlli medici e di prevenzione e il 27,3% ha tagliato sulle spese dentistiche; il 24,8% ha fatto a meno di trattamenti e interventi estetici: in Sardegna si raddoppia !

Se a questo dato aggiungiamo che nell’Isola il 38% degli studenti abbandona le scuole medie superiori e il 34% abbandona l’università per motivi economici , ci rendiamo conto della grave situazione sociale che ogni giorno peggiora in Sardegna.

Si rinuncia alle cure mediche e all’istruzione per ragioni economiche , e se la situazione non esplode ancora è per il retroterra di piccole , ma vitali, attività agricole che molte famiglie sarde ancora conservano che consente a disoccupati , commercianti , artigiani , rovinati dalla lunga e profonda crisi di questi anni, ancora di sopravvivere, la stessa cosa non vale per le Partite Iva e i commercianti che vivono nelle città e che non possono godere del sostegno del poco di sostegno della famiglia che vive in campagna.

Nelle città i commercianti , gli artigiani, le vere e le false Partite Iva , chiudono le loro attività sopraffatti dal peso della tassazione che arriva al 65% e cominciano a fare la fame: il banco alimentare e la Caritas vedono crescere i propri utenti ogni settimana.

Del resto i dati della disoccupazione , purtroppo non altrettanto aggiornati, parlano chiaro : il tasso di disoccupazione è salito dal 12,2% di dieci anni fa al 15,4 , in particolare il dato del lavoro giovanile, con la percentuale di disoccupati si attesta al 35,7% dell’anno scorso.

A fronte di un numero di residenti nell’Isola stabile, che si attesta intorno a un milione e 640mila persone in totale gli occupati in Sardegna sono 582 mila: 2 sardi su 3 non lavora .

Ormai la Sardegna è più vicina alla Grecia che al resto del Paese e i processi sociali in atto tendono ad un peggioramento della situazione : fino a quando ?

Se è vero che sotto l’eurodittatura sta esplodendo la contraddizione tra il Centro e la Periferia, i Gilet Gialli in Francia insegnano , allora il Centro del Potere a Bruxelles e Roma deve stare attento perché la Sardegna è periferia della periferia !

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Un pensiero su “IN SARDEGNA? SIAMO COME IN GRECIA di Giancarlo D’Andrea”

  1. Anonimo dice:

    L’emergenza sociale in Sardegna e in gran parte del meridione è drammatica, un articolo approssimativo come questo però non aiuta. “Due Sardi su tre non lavora” Sic,neonati e ultracentenari dell’Ogliastra compresi…

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