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LA DESTRA SOVRANISTA (TE LA RACCOMANDO!)

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Oggi si conclude a Roma (Hotel Plaza) una conferenza dal titolo inequivocabile: 

“Dio, onore, nazione: il Presidente Ronald Reagan, il papa Giovanni Paolo II, e la libertà della nazioni. Una conferenza del nazional-conservatorismo”.

Se ne parla perché è sponsorizzata in Europa da Viktor Orban, dalla Meloni e dalla francese Marion Marèchal Le Pen.

La conferenza è sponsorizzata, oltre che da Nazione Futura (una protesi di Fratelli d’Italia) dal Bow
Group
(UK), dal Centro per il Rinnovamente Europeo (Olanda), dall’Istituto Danubio
(Ungheria), dall’Istituto Herzl (Israele),
dalla International Reagan Thatcher Society (USA). Dietro a tutti c’è la potente americana Edmund Burke Foundation. E’ stata annunciata anche la presenza di Matteo Salvini, anche se a questo momento non s’è fatto vivo.

[Edmund Burke: un nome un programma. Una mezza-tacca-di-filosofo
che della Rivoluzione francese ebbe a scrivere che costituiva
“l’avvento della barbarie e della soversione di ogni legge morale e di
ogni consuetudine civile e politica”]. 

Francesco Giubilei, presidente di Nazione Futura

Leggiamo dalla pagina della Edmund Burke Foundation:

«Oggi tutti sanno che l’Europa è a un bivio. L’ascesa del nazionalismo in Europa e in America, e in tutto il mondo democratico, è vista da molti come una minaccia all’ordine liberale postbellico. Ma altri considerano la rinnovata enfasi sul patriottismo e la libertà delle nazioni come una continuazione delle migliori tradizioni politiche del secolo scorso. Il nuovo conservatorismo nazionale è una minaccia o, al contrario, è una virtù? Questa conferenza internazionale a Roma cercherà di rispondere a questa domanda. È l’anno del centenario di Giovanni Paolo II e inizieremo rivisitando la storica alleanza tra un presidente americano e un papa polacco che sconfisse il comunismo e riuscì a ristabilire l’indipendenza nazionale, l’autodeterminazione e la libertà religiosa nell’Europa orientale dopo il 1989. 
La conferenza sposta quindi la sua attenzione di 40 anni in avanti, ai nostri giorni, esaminando il destino dell’indipendenza nazionale, dell’autodeterminazione e della libertà religiosa sotto il dominio dell’Unione europea. In particolare, chiederemo: la libertà delle nazioni promessa una generazione fa è ancora desiderabile ai nostri giorni? E se lo è, cosa bisogna fare per raggiungerla?»

Si tratta, con ogni evidenza, di una delle ramificazioni dell’internazionale anticomunista e cristiano-sionista che ha negli Stati Uniti il suo centro propulsore. Un’internazionale che sembrava essersi inabissata ai tempi di Clinton e Obama e che, dopo la vittoria di Trump è tornata in auge.

Non diciamo a caso “cristiano-sionista”. Nella Conferenza verrà infatti presentato e si discutera del libro del biblista e sionista  israeliano Yoram Hazony [nella foto sotto] LE VIRTÙ DEL NAZIONALISMO.

“Le Frontiere le ha volute Dio e sono quindi sacre”, scrive Hazony. Un inno quindi, non solo al colonialismo razzista israeliano, è un lisciare il pelo ai rinascenti nazionalismi che stanno avanzando in Europa e che entrano in rotta di collisione con l’Unione europea.

Non ce n’era bisogno ma questa adunata è una conferma della rinascita dei nazionalismi di destra, per la precisione di una destra ultra-conservatrice, anticomunista e sionista.

Diventa più che mai decisivo spiegare e insistere che la sinistra patriottica non solo non è collaterale ma opposta a questi rinascenti nazionalismi. Questa destra va combattuta, va sfidata per strappargli l’egemonia. Col tempo sarà chiaro che il patriottismo democratico e repubblicano e non il globalismo cosmpolitico è il solo antidoto al nazionalismo reazionario.

Per parafrasare qualcuno: la nazione è una cosa troppo seria per lasciarla in mano alle destre nazionaliste.

2 pensieri su “LA DESTRA SOVRANISTA (TE LA RACCOMANDO!)”

  1. Anonimo dice:

    Brexit = imperialismo nazional populista

    E’ bastato il primo giorno per far capire a chi si ostina a non capire che la scelta della Brexit è pilotata dall’ala più reazionaria nazional populista dell’imperialismo inglese, che venuta meno la pallida figura di Farage, ha trovato in Jhonson la faccia giusta, il Trump inglese, per marciare deciso verso un passo che avrà profonde ripercussioni nella contesa interimperialista in Europa e nel mondo.
    Si va anche in Inghilterra verso la dittatura reazionaria aperta del capitale, all’insegna dell’attacco neo-thatcheriano, nonostante il populismo di maniera, alla classe operaia, alle masse popolari. Si va verso una nuova fase di oppressione imperialista verso l’Irlanda del Nord e probabilmente la Scozia. Si va alla mano libera al razzismo verso gli immigrati di tutte le parti del terzo mondo e alla xenofobia selvaggia anche nei confronti degli europei. Non certo, naturalmente, i capitalisti e i finanzieri da sempre insediati nel capitalismo inglese che avevano già fatto di Londra la loro capitale e della City la loro Borsa, ma gli studenti, i lavoratori. Per loro non c’è futuro.
    L’imperialismo inglese tornerà attivissimo più che mai a fianco degli Usa in tutti gli scacchieri del mondo e tornerà ad essere l’avamposto privilegiato della contesa imperialista Usa/Europa, con tutti gli annessi e connessi: protezionismo, guerra commerciale, mina interna ai paesi imperialisti europei e alla loro precaria unità.
    Con la vittoria della Brexit e di Jhonson si consuma l’ennesima tragedia della classe operaia e delle masse popolari in Inghilterra, condotte allo sfascio dai laburisti e dai sindacati. Da Blair a Corbyn si è consumata un'altra pagina nera del laburismo come simulacro della difesa degli interessi anche tradeunionisti della classe operaia e delle masse popolari.
    E' necessario in Inghilterra ricostruire il sindacato di classe, come base necessaria di radicamento e 'strumento e scuola di guerra' della inevitabile ricostruzione del partito comunista, della quale vanno tenuti fuori coloro che hanno civettato – sia pure in nome di una giusta opposizione ai governi imperialisti dominanti nella UE- con la Brexit fascio/nazional/populista .

    Ma la questione Brexit non è solo inglese è anche italiana. Come della stessa natura delle forze dell’imperialismo inglese sono i sostenitori in Italia nel campo dei partiti politici parlamentari, di parole d’ordini equivoche e ambigue, di “uscita dall’Euro”, “uscita dall’Europa' –
    parole d’ordini peraltro da sempre della nuova destra fascista in Italia.
    Lo stesso vale a sinistra con i sostenitori dell’ItalExit, o gli esaltatori del laburismo alla Corbyn.
    Queste ultime forze non sono soltanto revisioniste e para socialdemocratiche, ma stratergicamente profondamente dannose nel nostro paese al movimento comunista, alla ricostruzione del partito comunista rivoluzionario, al sindacalismo di classe e alla lotta antimperialista coerente contro i governi imperialisti in Europa e il governo e lo Stato imperialista italiano.

    Proletari comunisti – PCm Italia

  2. Anonimo dice:

    Perché mai la redazione ha fatto passare il patetico commento di cu sopra?
    C'è un limite a tutto, anche alla idiozia.

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