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L’emergenza è arrivata dalla Cina o da Bruxelles? di Leonardo Mazzei

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In queste convulse giornate capita anche di leggere questa roba qui:

«Sembra che la crescita stia solo rallentando e invece è solo perché non ci sono più posti (se ne aggiungono pochi con grande fatica). I pazienti che non possono essere trattati vengono lasciati morire».

A scriverla – naturalmente su twitter, come si conviene a certi personaggetti d’oggidì – non è un cittadino qualsiasi, bensì il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Immediate sono arrivate le smentite dell’assessore regionale Giulio Gallera, e quella piuttosto netta del primario del Niguarda, Roberto Fumagalli.

Gori dice il vero? Siamo davvero arrivati a questo punto? Vogliamo sperare di no, ma già lunedì scorso la stessa cosa veniva raccontata da un’anestesista bergamasco al Corriere della Sera, in un’intervista dal titolo: «Dobbiamo scegliere chi curare e chi no. Come in ogni guerra».

Che la questione sia quella dei posti in terapia intensiva è comunque un dato di fatto. Ma dove nasce il problema? Dal Covid 19, o dai drammatici tagli cui è stata sottoposta la sanità italiana in nome dell’euro e del suo decennale rito sacrificale chiamato austerità?

Italia e Germania: un confronto impietoso

Circolano in questi giorni numeri assolutamente impietosi sulle famose asimmetrie europee, anche in materia sanitaria. Già ieri l’altro abbiamo segnalato come i posti letto in Italia siano stati portati a 3,2 ogni mille abitanti, contro gli 8 della Germania. Il tutto in nome dei “virtuosi” tagli alla spesa pubblica, obiettivo e gran vanto di tutti i governanti degli ultimi anni. Sta di fatto che, mentre la spesa sanitaria dello Stato è stata portata in Italia ad un misero 6,5% di un prodotto interno lordo falcidiato dall’unione monetaria, in Germania essa rappresenta il 9,5% (che spendaccioni!) ed in Francia il 9,3% del Pil.

Quanto hanno pesato questi tagli sui posti di terapia intensiva? I dati sono davvero impressionanti.

In un documento dell’anno 2000, il Ministero della Sanità indicava in 7.981 i posti allora disponibili in quei reparti. A quanto siamo arrivati oggi ce lo ricordano i media tutti i giorni: 5.100. Abbiamo dunque avuto in vent’anni (quelli dell’euro!) un taglio del 36%, proporzionalmente perfino superiore a quello dei posti letto in generale.

Duemilaottocentoottantuno posti in meno nelle terapie intensive sono tanti, quelli che al momento fanno la differenza. Secondo gli ultimi dati di ieri, i ricoverati in questi reparti per il Coronavirus risultavano essere 877, di cui 466 in Lombardia. Dunque, Coronavirus 877, tagli 2.881: ognuno faccia le sue considerazioni.

Ecco allora la prima verità. L’emergenza non è arrivata dalla Cina, bensì dalle scelte politiche di questi anni e da chi le ha dettate da Bruxelles, Berlino e Francoforte.

Ma c’è una seconda verità, non meno importante. Secondo numerose fonti di stampa (leggi ad esempio qui) la Germania dispone oggi di 28mila posti di terapia intensiva, cioè 34 posti letto ogni 100mila abitanti contro gli 8,5 dell’Italia. Detto in altri termini, per ogni posto esistente nel nostro Paese la Germania ne ha 4.

Sono cifre drammatiche che non hanno bisogno di commento alcuno. La riprova di quanto l’Europa sia disunita, diseguale ed ingiusta.

Morti da mettere in conto a lorsignori

Ecco, di fronte a questi dati, più che lanciare tweet, recintare paesi e chiudere la gente in casa, almeno chi ha avuto la responsabilità politica dell’attuale disastro della sanità dovrebbe solo tacere e vergognarsi.

Verrà il momento di fare un bilancio di queste responsabilità. Verrà il giorno in cui mettere in conto a lorsignori le morti e le sofferenze di queste settimane. Sia chiaro, chi scrive sa benissimo che anche la migliore sanità del mondo potrebbe andare in crisi di fronte ad una vera emergenza. Potrebbe, ma i numeri di questi giorni non giustificano quel che sta accadendo.

Questa è la verità e qui ci fermiamo.

11 pensieri su “L’emergenza è arrivata dalla Cina o da Bruxelles? di Leonardo Mazzei”

  1. Cosa significa Pensare dice:

    Dite qualcosa sulle stragi nelle carceri

  2. Luca Tonelli dice:

    Vi segnalo che già il 30 gennaio 2018 il Corriere della sera pubblicava un articolo dove si parlava di terapie intensive piene a Milano (ma guarda un po’ in Lombardia! Coincidenza!) per il picco influenzale stagionale.
    E di impossibilità a curare tutti.
    Ovviamente chi muore di influenza? Gli anziani.

    La realtà è che la situazione è questa già da anni.
    Solo che prima non se ne parlava per lo più.

    Mentre adesso ci hanno acceso i riflettori sopra e sfruttano la nuova influenza dell’anno per farci credere di vivere nel 1347.

    La dittatura è servita.
    Conte governa praticamente da solo.
    Noi Chiusi in casa. Molti senza reddito.
    Recessione catastrofica e poi si dovrà tagliare ancora. Magari cominciando dalle pensioni di quei vecchietti che amorevolmente abbiamo salvato chiudendoci in casa per…. Quanti mesi?

  3. Cittadino dice:

    Esatto, Molti senza reddito, e dei senza reddito non si parla più, Adesso “tutele per tutti” sta diventando “mascherine per tutti”. Vediamo se il prossimo mese l’affitto lo pago in mascherine. Non si può sentire.

  4. Giulio Bonali dice:

    Noto che mio fratello, a Cremona, affetto da febbre, tosse e dispnea (difficoltà di respiro), diligentemente seguendo le direttive delle autorità (é tutto, meno che un rivoluzionario, ben diversamente da me), si é astenuto dal recarsi dal medico di base o in ospedale e ha chiamato i vari numeri verdi per segnalare la cosa e chiedere se dovesse fare il famoso “tampone, sia per una diagnosi a vantaggio della salute sua propria, sia per aiutare la prevenzione per gli altri, e si é sentito dire che non serve, di stare tranquillo che tutto andrà bene. Stranamente il sig. Zingaretti ci ha rassicurati (sai come eravamo preoccupati!) che sta bene anche se é positivo al Covid19. Poiché non credo che abbia letto la sua positività nella sfera di cristallo, deduco che ai politicanti nemici del popolo le analisi si fanno anche se stanno bene, ai comuni Giovanni Bonali no, nemmeno se hanno sintomi sospettissimi (anche perché probabilmente i laboratori non sono sufficientemente attrezzati in uomini e macchine).

    Vorrei commentare la vicenda “edificante” dell’ infermiera dalla mia città natale caduta esausta sulla tastiera del computer dopo una giornata di lavoro massacrante, prontamente ripresa da un medico che ha diffuso ovunque il filmato.
    Non sono complottista e non affermo che il tutto é sicuramente stato architettato a bella posta (anche se non mi sentirei di escluderlo), ma noto che le due protagoniste dell’ (involontario?) spot, ripetutamente intervistate in TV (a dispetto del lavoro massacrante che non concederebbe loro nemmeno il tempo per un caffè) si sono ben guardate dall’ accusare i governi nazionali degli ultimi decenni e l’ Unione Europea, responsabili del drastico ridimensionamento (diciamo così, tanto per non scandalizzare nessuno) della sanità pubblica che é la causa principale di quanto accade agli operatori sanitari, ai pazienti e alla popolazione in generale (o per lo meno quella di gran lunga più determinante fra le concause umane, prevedibili, evitabili, sanzionabili se del caso).
    Mi limito a rilevare che ora, dopo la diffusione urbi et orbi (non uso il termine mediatico ma etimologicamente biologico correntemente applicato in simili circostanze perché mi sembrerebbe di cattivo gusto) di questo edificante spot, chi si osasse di additare le colpe dei governi e dell’ Europa e di accusare giustamente e sacrosantamente di criminalità e strage i vari Monti, Fornero e compagnia brutta che ancora vengono invitati quotidianamente in TV a pontificare verrebbe immediatamente subissato dall’ accusa di essere un fannullone che invece di morire di lavoro per salvare vite umane (come altri lodevolmente fanno) fa della sconveniente, sciacallesca polemica politica.

  5. Cittadino dice:

    Aggiungo. Davanti alla inattesa richiesta di piani straordinari e di intervento pubblico da parte della borghesia nostrana sembra che il movimento noeuro sia rimasto confuso e frastornato e non sappia che pesci prendere. Davvero nessuno si aspettava un riallineamento della borghesia? Se si è frastornati in questo momento si rischia di essere marginalizzati dagli eventi.

  6. Piero dice:

    Caro cittadino essere frastornati e confusi nei momenti topici, quando la situazione apre spazi, addirittura varchi, e occasioni per trasformazioni sociali e politiche è dovuto a un difetto congenito dei movimenti rivoluzionari
    Questo difetto si chiama estremismo. La cura è il leninismo o, almeno, e non è meno importante, il togliattismo. Purtroppo in occidente, non solo in Italia, il popolo di sinistra ha subito il tradimento dei chierici. Le “elite”??? della sinistra dopo l’89 sono passate armi e bagagli come truppe mercenarie a servizio del capitale liberista, e chi non ha ceduto si è trovato a convivere, in una prima fase di raccolta delle forze, con una diaspora di gruppuscoli estremisti in ritirata dalla realtà. La situazione si è trascinata sino ai giorni nostri, tra divisioni e liti, per cui questo tornante della storia, dove la confusione è massima e le opportunità di trasformazione sociale e politica sono grandi, non esiste il soggetto politico rivoluzionario come riferimento e guida delle masse popolari sempre più frastornate e tentate da in populismo straccione e razzista.

  7. Sollevazione dice:

    Alcune risposte ai commenti.

    1. Sono totalmente d’accordo con quanto scritto da Giulio Bonali, sia sulle considerazioni politiche che sulla denuncia di certi spot che vorrebbero occultare le responsabilità di chi ha governato negli ultimi trent’anni. La vicenda di suo fratello corrisponde esattamente a quel che so sulla Toscana. Salvo i malati manifesti, i tamponi si fanno solo a lorsignori…

    2. Sono d’accordo anche con Luca Tonelli e con “Cittadino”. La denuncia dello sbandamento dell’area no-euro è più che condivisibile. Non a caso noi insistiamo sulla assoluta necessita di mantenere la lucidità e di tenere la barra dritta. Un discorso particolarmente importante è quello della “svolta” in atto nel campo dei dominanti. Ma su questo torneremo a breve.

    3. Giustamente “Cosa significa pensare” ci chiede di parlare delle stragi nelle carceri. L’altro giorno Piemme ha scritto che «Forse le rivolte scoppiate nelle carceri, ovvero nel luogo dove il potere esercita e concentra il suo prepotente comando sulla vita, sono solo il sintomo di ciò che potrebbe accadere anche fuori…». Di queste stragi la stampa non parla. Nessuna notizia attendibile riesce a filtrare, ma chiara è la totale falsità della versione ufficiale. E’ anche questo un segno dello stato d’emergenza in cui è precipitato il Paese. Una smentita senza appello a chi sottovaluta le misure prese, riducendole al solo aspetto sanitario.

    Leonardo Mazzei

  8. Cittadino dice:

    Spero che nel “tenere la barra dritta” ci sia inclusa la necessità di una misure universali di sostegno al reddito e ricollocamento di tutti i disoccupati senza le discriminazioni contenute in tutti provvedimenti sempre approvati nel passato, e non il mero investimento nel settore pubblico o sblocco del turnover.

    Come ho scritto nell’altro articolo io di una riapertura dei concorsi pubblici, viste le regole con cui sono svolti, non me ne faccio nulla. Sarebbe solo fa vincere la lotteria a chi entra e il benservito a tutti gli altri ed io so già che sarei fra questi altri.

    Giovanni

  9. Cittadino dice:

    E preso dalla discussione ho dimenticato. Facciamo i nostri migliori auspici al fratello di Bonali sperando che non abbia nulla di grave.

    Giovanni

  10. Giulio Bonali dice:

    Spero di non abusare antipaticamente della pazienza dei frequentatori del forum, nel ringraziare Giovanni (Cittadino) per gli auguri.
    Mio fratello da qualche giorno sta meglio, forse si trattava della “normale” influenza con complicazione broncopolmonitica, o forse ha avuto la pericolosa polmonite interstiziale da covid-19 e l’ ha fatta franca (credo che ai fini del contenimento dell’ epidemia sarebbe stato utile distinguere fra le due ipotesi).
    Fatto sta che per quattro o cinque giorni ha avuto febbre fra 38° e 39°, tosse e dispnea, sintomi attribuibili quasi sicuramente una broncoplomonite “di n.d.d.” (di natura che sarebbe stato comunque meglio determinarsi).
    N.B.: Ho scritto “quasi” perché in medicina solo la morte -ma non la sua data- é certa oltre ogni possibile dubbio (sono medico.

  11. Cittadino dice:

    Meglio così.
    Leggo adesso che è morto un operatore del 118 di 47 anni.
    Nonostante tutto la cautela è sempre d’obbligo.

    Giovanni

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